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.: Giovedì 21 novembre 2024
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M. Giuliacci - Centro Epson meteo |
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| E' vero! Quale il motivo? Basta tener presente che l'aria calda viaggia alle quote medio-alte e quindi non deve fare i conti con le catene montuose. Invece le irruzioni di aria fredda "strisciano" al suolo ed occupano solo i primi 2-3 km di atmosfera e quindi la loro traiettoria è fortemente condizionata dalla catene montuose incontrate lungo il percorso ( Urali, Caucaso, Carpazi, Alpi), catene che sono una delle principali fonti di errore nei modelli fisico-matematici a causa della difficoltà di ben schematizzare, dal punto di vista matematico, i processi fisici nelle masse d'aria costrette a scavalcare un grosso ostacolo orografico. Per ridurre al minimo gli errori le barriere orografiche vengono molto lisciate e appiattite onde facilitare l' applicazione degli algoritmi matematici (specie le derivate spaziali) cosicché le invasioni di aria fredda, secondo i modelli, hanno la strada spianata più di quanto in realtà possa accadere. A puro titolo di curiosità, vi posso dire che nel primo modello di Reading (1978) le Alpi erano alte ... 200 metri ( perché con altitudini di poco superiori il modello dava... i numeri! ) e che anche adesso gli Appennini sono alti appena 600 metri tanto che per far risaltare un po' di più la loro altitudine è stato usato l'escamotage di abbassare di 100-200 metri il livello dell'Adriatico! Sono tutte "violenze" deliberate e necessarie nei confronti della realtà ma che poi però in qualche modo condizionano anche il risultato della previsione nelle aree frequentemente sottovento, come la Valpadana. | |
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