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La Supercella dell'11 Settembre 2005 lungo il Ticino.   Inserito il› 06/03/2007 20.14.11
Quel giorno lungo il corso del fiume Ticino si ebbe la possibilità di assistere ad un fenomeno raro quanto entusiasmante: il passaggio di un perfetto temporale a supercella.

La situazione alle 00z dell'11 settembre mostrava l'avvicinarsi di un modesto sistema frontale dalla Francia, collegato ad un vortice freddo ciclonico centrato sul Golfo di Biscaglia.


fonte: www.wetterzentrale.de



fonte: www.meteoliguria.it

Le correnti sul Nord-Italia tendevano ad assumere progressivamente una direzione sud-occidentale richiamando nel contempo masse d'aria più umide dal Mediterraneo.
Nel corso della giornata tutta la struttura tende a muovere verso Est, con un contemporaneo aumento della vorticità a tutte le quote la quale pone le basi per un repentino incremento dell'instabilità sul N/W italiano.

Alle ore 12z si nota l'ingresso della Jet-stream con direzione S/W-N/E proprio sul Nord-Italia che va ad accentuare la divergenza alle alte quote enfatizzando progressivamente lo shear proprio tra Piemonte e Lombardia, dove (come si vedrà più avanti) c'era un buon pattern di parametri anche alle basse quote.


fonte: www.meteoliguria.it

Durante le ore mattutine la convezione aveva già avuto modo di manifestarsi anche se in modo relativamente debole, generando isolati temporali per lo più di debole durata, i quali però hanno contribuito a mantenere il cielo pressochè coperto su buona parte del N/W, limitando il riscaldamento del Sole che avrebbe potuto essere un incentivo determinante riguardo all'esplosività della supercella, che si sviluppo' quando al suolo si registravano valori di appena +18/+20°C.

Alle ore 12z (le 14 italiane) questa mappa BOLAM evidenzia, alla quota di 700hPa, un ingresso molto deciso di correnti secche sul N/W italiano, con interessamento maggiore di Piemonte orientale e Lombardia occidentale:


fonte: www.meteoliguria.it

Questo  fenomeno è stato decisivo nel porre le condizioni adatte allo sviluppo di un'intensa convezione, in quanto è andato a ridurre parzialmente il carico igrometrico presente nell'aria alle quote medie incentivando l'intensificazione degli updraft che da li a poco sarebbero andati a formarsi. L'ingresso contemporaneo della jet-stream a 300hPa non ha fatto altro che accentuare definitivamente il tutto.

Ecco l'avvezione secca anche alla quota di 850hPa, il tutto in contesto di correnti strettamente cicloniche con il massimo di vorticità presente proprio lungo il corso del Ticino, indicativamente tra il Novarese e il Varesotto. La dry-line che sta andando a generarsi sarà la diretta responsabile della genesi del temporale.


fonte: www.meteoliguria.it

Alle ore 15z (le 17 italiane) assisitiamo al livello del suolo all'attivazione di venti di richiamo da E/SE che vanno ad interessare la media e l'alta pianura lombarda, andando a confluire in una stretta zona di convergenza presente esattamente sul luogo dove, circa 50 minuti più tardi, andò a svilupparsi il temporale supercellulare. Questa zona di convergenza si generò laddove i venti umidi di richiamo si andavano a contrapporre ai venti più freddi in discesa dalle aree pedemontane del Piemonte e a quelli più secchi da Sud.


fonte: www.meteoliguria.it

Il Radiosondaggio di Linate delle 12z evidenzia ancora meglio l'ingresso secco tra la quota di 730hPa e quella di 568hPa.


fonte: http://weather.uwyo.edu


Alle ore 17.20 parte la convezione ad Est di Vercelli.


fonte: www.meteolecco.it

Alle 17.50 la cella scorre lungo la periferia est di Novara mantenendo il suo movimento verso Nord. Ben visibile il nocciolo già a fondoscala.


fonte: www.meteolecco.it

In questo punto del suo percorso il temporale viene fotografato da due diverse angolazioni, una da Marcallo con Casone (MI) e una da Inveruno (MI).

Ecco gli scatti da Marcallo (foto di Daniele Valenti).

La prima mostra la supercella nella sua fase di intensificazione, si nota infatti la wall cloud anche se non ancora ben sviluppata come nei minuti successivi.



La seconda fotografia, scattata circa 15 minuti dopo, è sensazionale. Mostra la wall cloud in tutta la sua maestosità, decisamente inclinata verso la zona delle precipitazioni del temporale (FFD) e con la base estremamente bassa. In questa fase le probabilità di genesi di un Tornado sono state sicuramente elevatissime.





Ecco invece gli scatti effettuati da Inveruno, praticamente negli stessi minuti. Autore delle foto: Stefano Ferrario (http:\\ferro69.altervista.org/index)










Nella seguente foto si può ammirare la splendida struttura della wall cloud, con tanto di striature presenti sulla sua parte superiore, indice inequivocabile della rotazione presente nel sistema temporalesco.



Lo scatto radar delle ore 18.35 mostra la perfetta struttura ad asse obliquo del temporale, con un nocciolo a fondoscala nella sua parte posteriore confinante con una zona a riflettività nulla! Il tutto sta ad evidenziare la possenza dell'updraft, che proprio in quei minuti stava assumendo moto decisamente rotatorio generando la pericolosa wall cloud rotante !


fonte: www.meteolecco.it



Pochi minuti dopo la cella passa sopra Samarate, dove viene immortalata con una serie di splendide fotografie.
Ecco la cellula temporalesca in avvicinamento:




Sull'estrema destra è visibile l'area occupata dalle precipitazioni, mente sulla sinistra si comincia ad intravedere la flanking line che accompagna il temporale.

Attenzione perchè le foto successive sono uniche in quanto a didattica e spettacolarità.












Nella foto seguente ho voluto evidenziare la wall cloud, il clear slot e l'FFD (l'area sull'estrema destra caratterizzata dai downdraft della cella).



La prossima immagine è forse la più spettacolare, in quanto si nota chiaramente (anche soltanto grazie all'immagine fissa) la rotazione che caratterizzava tutto il sistema temporalesco e in particolare la wall cloud, con la base estremamente bassa!
L'area della nube a muro indicata in bianco rappresenta la zona dove da un momento all'altro avrebbe potuto generarsi un Tornado !





Per rendere ancora meglio l'idea ecco un raffronto con una foto "made in Usa", che ha una somiglianza pazzesca con quella "made in Italy"...manca solo l'imbuto. Entrambe sono state scattate dalla stessa posizione rispetto alla supercella.


Fonte della Foto: www.extremeinstability.com

Nelle prossime fotografie si nota il temporale in allontanamento verso Nord, sempre caratterizzato da una forte turbolenza e con la wall cloud ancora ben visibile in lontananza (tail cloud più accentuata).







L'ultima immagine ritrae in tutta la sua maestosità l'updraft rotante della cella.




Qui sotto ecco un'immagine satellitare che ci permette di osservare la posizione della cella lungo il corso del Ticino.




La previsione per le 18z, sempre di BOLAM, evidenzia pienamente l'area interessata un'ora prima dalla supercella: il picco massimo di vorticità a 500hPa si trova esattamente lungo il percorso seguito dal temporale:


fonte: www.meteoliguria.it

...e la mappa a 700hPa mostra in modo esemplare la dry-line in spostamento verso N/NW, lungo la quale il temporale sta procedendo perdendo gradualmente intensità nei pressi delle prime alture prealpine.


fonte: www.meteoliguria.it


Quest'ultima immagine è praticamente sovrapponibile alla seguente scansione radar delle 19.25 , dove si nota chiaramente l'influenza della dry-line sulla disposizione delle celle temporalesche, tra cui quella in questione (ormai giunta alla periferia Ovest di Varese).


fonte: www.meteolecco.it

Il temporale analizzato in questo articolo può essere fatto rientrare nella tipologia Low Topped Supercell, le classiche mini-supercelle che spesso interessano il Nord-Italia durante la stagione primaverile ed estiva (ricordo che le supercelle classiche, HP o LP da noi sono decisamente più rare di quanto non possa sembrare).
Osservando i parametri del radiosondaggio si notano i "tipici canoni" che permettono lo sviluppo di questo tipo di supercelle, ossia CAPE compreso tra 500 e 900 j/kg, LI tra -1 e -4 e, in genere, limite superiore dell'incudine che raggiunge al massimo altezze sui 7/9 km, non i 12/14km tipici delle HP supercell. A volte (e il caso in questione ne è un esempio) a enfatizzare lo sviluppo di questo tipo di temporali è soprattutto lo shear di basso livello, compreso tra i primi 2/4 km di altezza, spesso e volentieri incentivato nella sua intensità da fenomeni di dry-line associati a convergenze di venti nei pressi del suolo.



fonte: http://weather.uwyo.edu


Una particolarità di questo caso è l'impossibilità di osservare al radar l'eco a uncino che, date le ridottissime dimensioni della supercella, è risultato quasi "invisibile" al radar, anche se molto probabilmente era presente.

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