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.: Venerdì 22 novembre 2024
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A. Mesiano, M. Dei Cas - Staff CML |
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Un'intensa ondata temporalesca si è protratta per diversi giorni, interessando generalmente i settori centro-occidentali a Nord del Po in particolare a ridosso delle Prealpi. La fase di maltempo è stata caratterizzata dall'innesco e dalla rigenerazione sull'Alta Pianura di sistemi temporaleschi di forte intesità ed occasionali supercelle. Sono infatti quanto mai evidenti i segni lasciati al suolo dal passaggio dei temporali più violenti. Le immagini parlano da sole: alberi abbattuti dai forti colpi di vento, piante ed auto danneggiate dalla grandine di grosse dimensioni, allagamenti e smottamenti dovuti agli intensi nubifragi. Ciò nonostante non abbiamo avuto segnalazioni e immagini che possano testimoniare il passaggio di un tornado, per cui anche le raffiche di vento più violente sono state attribuibili al forte impatto al suolo della corrente temporalesca discencendente, tecnicamente definita downburst. Questo è quanto accaduto a partire dal Varesotto, Comasco e Brianza nel pomeriggio di venerdì 11 luglio: una data questa che ha segnato l'inizio della forte fase perturbata. I fenomeni più violenti e spettacolari attribuibili al passaggio di una o più supercelle si sono concentrati nella giornata successiva di sabato. Ancora una volta vento e grandine hanno colpito nel primo pomeriggio la Pedemontana Comasca, anche sei i fenomeni più violenti hanno poi colto forse di sorpresa in serata il Capoluogo lombardo. I danni più ingenti hanno quindi flagellato la periferia Est di Milano, come potete per l'appunto notare nelle immagini di questo reportage. Gli intensi rovesci temporaleschi si sono autorigenerati nella nottata di domenica 13 luglio in canali predefiniti che hanno interessato il Sottoceneri, il Lario e la Bassa Valtellina. L'imponente quantitativo pluviometrico caduto in poche ore ha causato, oltre la piena dei fiumi, anche alcune frane e smottamenti. Nel tardo pomeriggio è poi scattato il turno dell'Alessandrino e dell'Oltrepo pavese, immortalato dalla fotografia della spettacolare supercella che ha colpito la città di Voghera. Le precipitazioni si sono gradualmente attenuate nella notte di lunedì 14 luglio, grazie all'ingresso delle correnti settentrionali. Il föhn ha quindi preso il sopravvento a partire dalla testata delle vallate alpine fin verso la Pedemontana: le immagini dell'Alto Lario in piena increspato dal forte vento è quanto mai l'emblema del miglioramento del tempo sulle Prealpi. Tuttavia il rinforzo del vento da Nord durante l'attesa ondata di piena del Lario ha in parte incrementato il deflusso delle acque verso il bacino chiuso del ramo comasco, rendendo in tal caso più rapida l'esondazione sulle piazze del capoluogo. L'intensa ondata temporalesca si sarebbe sviluppata nel letto delle intense correnti sudoccidentali umide ed instabili che precedevano l'asse di una saccatura in avvicinamento dall'Atlantico. Una condizione questa quasi sempre foriera di forte maltempo sui settori compresi tra l'Alta Pianura e le Prealpi e che in estate rifornisce la troposfera di un grande quantitativo di energia potenziale disponibile allo sviluppo dei temporali. Il quadro è stato ulteriormente complicato dalla presenza di un'accelerazione del vento in alta troposfera, elemento questo che avrebbe innalzato il rischio della formazione di supercelle. In tali condizioni anche il passaggio di un debole centro di convergenza nei bassi strati è stato sufficiente ad innescare una potente convezione anche sulle zone pianeggianti.
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