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La lunga e complessa fase perturbata dell'autunno 2008 - 3a parte   Inserito il› 23/11/2008 21.00.06

 

PIOGGE ABBONDANTI, NEVE E TEMPORALI IN LOMBADIA

Ho potuto quantificare l'intensità e la distribuzione delle precipitazioni che hanno interessato la Lombardia durante l'intera fase perturbata, grazie alle mappe delle isoiete rielaborate da B. Grillini sulla base esclusiva dei dati raccolti ogni giorno dalla nostra Rete di stazioni.
 
Iniziamo con il ripercorrere la panoramica degli accumuli complessivi sulla nostra Regione: l'arco di tempo si estende a dodici giorni, tenendo conto sia della "pausa di Ognissanti" che delle residue ed inconsistenti precipitazioni cadute venerdì 7 Novembre. Tutta la Regione è stata coinvolta dal maltempo, con un accumulo pluviometrico medio sulla Fascia Pedemontana intorno ai 250 mm che corrispondeno complessivamente all'ammontare bimestre Ottobre-Novembre. La distribuzione delle piogge ha evidenziato un deciso incremento nel risalire dalla Bassa Pianura Padana alle Prealpi, un fatto direi del tutto coerente con la distribuzione media pluviometrica regionale. Questa fase di maltempo è stata infatti caratterizzata da un continuo flusso umido ed instabile proveniente dai quadranti meridionale e quindi soggetta ad un significativo sbarramento (Stau) a ridosso delle Prealpi. E' quindi intuibile l'importante accumulo tra l'Alto Varesotto ed il Canton Ticino, nel Medio Bacino del Lario e sporattutto lungo le Orobie del Bergamasco e del Bresciano. Il primato della piovosità spetta proprio alle stazioni bergamasche dell'Arera e di Capovalle, con un accumulo totale rispettivamente di 576 e 520 mm. Le Prealpi, ed in particolare le Orobie, avrebbero a loro volta schermato, specialmente in condizioni di scirocco, le vallate alpine più interne. Questo è ad esempio evidente nel diminuito accumulo in Alta Valtellina ed Alta Valle Camonica. L'effetto di "riparo orografico" è risultato ancora più considerevole ai piedi dell'Appennino, dove le correnti meridionali avrebbero scavalcato i rilievi accompagnate  talvolta da venti di caduta relativamente secchi.
 
 
 
27 Ottobre - 7 Novembre 2008 - Accumuli pluviometrici complessivi in Lombardia 
 Elaborazione di Bruno Grillini sulla base dei dati della rete stazioni CML
 
 
Il seguente grafico, che ho tracciato in base ad alcuni dati estrapolati dai radiosondaggi di Milano Linate, rappresenta l'andamento termico in libera atmosfera nel centro della Pianura Padana durante l'ondata di maltempo. Ho scelto di monitorare, accanto allo Zero Termico, anche la quota del Wet Bulb a 0°C: il significato del parametro è definito nella figura. La linea spezzata rossa indica la quota minima di conservazione del fiocco di neve in condizioni tali da creare accumuli al suolo, potendo esso scendere (nei rovesci più intensi) fino a 100-200 metri più in basso prima di fondersi completamente. Possiamo quindi notare una quota neve generalmente attorno ai 2000-2200 metri durante tutto l'evento, fatta eccezione ai giorni 30-31 ottobre quando la quota neve è calata al di sotto dei 1200 metri.
 
 
27 Ottobre - 5 Novembre 2008 - Andamento della quota dello Zero Termico e della Quota Neve - Elaborazione di Matteo Dei Cas
  FONTE: dati estrapolati da www.weather.uwyo.edu e Sounding for Central Europe di Bernhard Oker
 
 
Ripercorriamo quindi le tappe più significative della piovosità in Lombardia, meditando su qualche spunto tratto durante il Nowcasting che potrebbe aiutarci a comprendere l'intensità dei fenomeni a scala locale.
 
Martedì 28 Ottobre: la "giornata di apertura" della lunga fase perturbata è stata caratterizzata in Lombardia da una concentrazione delle precipitazioni sul settore occidentale. Le piogge hanno insistito particolarmente tra l'Alta Pianura e le Prealpi, lungo i bacini dei Laghi di Lugano e di Como, dove sono stati raggiunti accumuli giornalieri che in alcuni casi, come ad esempio nella stazione lariana di Ossuccio, hanno sfiorato i 70 mm. Nella mappa delle isoiete possiamo infatti notare  un importante corridoio piovoso che ha preso corpo dai settori  dell'Ovest Pavese-Milanese per intensificarsi procendendo verso Nord in direzione dell'area insubrica e lariana. La distribuzione delle piogge ha di fatto seguito lo sviluppo di un sistema convettivo rigenerante innescatosi in serata tra il Mar Ligure e l'Appennino.
 
 
 
28 Ottobre 2008 - Accumuli pluviometrici in Lombardia - Elaborazione di Bruno Grillini sulla base dei dati della rete stazioni CML
 
 
Avendo definito la distribuzione delle piogge sul nostro Territorio, possiamo adesso rianalizzare la tempistica dell'evento osservando il tracciato degli accumuli orari delle precipitazioni. Ho ritenuto rappresentativa la scelta della stazione di Casnate, una località del basso comasco che non risente ancora di quell'effetto di sbarramento orografico tipico delle località pedemontane. E' quanto mai evidente una concentrazione degli istogrammi a partire dal tardo pomeriggio, quando in poche ore è caduta la quasi totalità dei 48 mm giornalieri, un fatto che certamente testimonia la presenza di un canale convettivo autorigenerante sviluppatosi anche sulle zone meno vicine ai monti.
 
 
28 Ottobre 2008 - Accumuli pluviometrici orari - Casnate (CO) - rete CML
Stazione meteo di Simone Rossetto - Elaborazione di Matteo Negri 
 
 
La scansione animata del radar conferma proprio quanto dedotto "dall'osservazione a terra"  condotta della nostra Rete di stazioni. Possiamo identificare l'insorgere di un canale convettivo sul Mar Ligure trascinato verso Nord dalle intense correnti-guida meridionali presenti in media troposfera.
 
 
 
 28 Ottobre 2008, ore 20.10 - 21.00 locali -  Scansione Radar LANDI
FONTE - www.landi.ch
 
 

L'evoluzione del nucleo piovoso era stata bene delineata dalla proiezione pomeridiana di MOLOCH, che aveva combinato l'azione di sbarramento appenninica con un innesco dinamico sui territori pianeggianti sottovento. Il punto cruciale è identificabile in quel piccolo centro di convergenza posizionato sull'Alessandrino, dove il richiamo di aria umida è stato costretto ad invorticarsi dando innesco allo sviluppo delle correnti ascensionali.

 
 
  28 Ottobre 2008, ore 21Z - MOLOCH: Previsione vento ed Umidità Relativa ad 850 hPa - FONTE: www.meteoliguria.it
 
 
Mercoledì 29 Ottobre: il maltempo ha coinvolto tutta la Lombardia, distribuendo il maggiore carico di pioggia sui settori settentrionali. Le precipitazioni si sono estese a tutta la fascia prealpina e sono risultate particolarmente pesanti nel settore orobico, dove è stato sfiorato l'accumulo giornaliero di 200mm. Questo valore davvero notevole (quasi la metà del totale) fortunatamente non verrà più raggiunto nei giorni successivi. Le precipitazioni sono risultate particolarmente intense ai ridosso delle località racchiuse dalla testata delle valli. Tutto ciò è accaduto per la risalita - forzata dallo sbarramento - di una corrente umida ed instabile che si era intensificata incanalandosi lungo le vallate. Un fatto, questo, che non si verifica tanto raramente su alcune zone delle Prealpi e che desta seri motivi di preoccupazione per il rischio di frane ed allagamenti.
 
 
29 Ottobre 2008 - Accumuli pluviometrici in Lombardia - Elaborazione di Bruno Grillini sulla base dei dati della rete stazioni CML 
 
 
Nelle Orobie la pioggia è caduta ininterrottamente per tutta la giornata, mettendo a dura prova la stabilità dei terreni a forte declivio. Osserviamo a titolo di esempio il profilo pluviometrico di Zambla (BG) che ha rappresentato pienamente uno stato di preallarme, proprio per il sussguirsi continuo dei "rovesci monsonici" con accumulo di 162 mm di pioggia nell'arco delle 24 ore.
 
 
 29 Ottobre 2008 - Accumuli pluviometrici orari e Rain Rate - Zambla (BG) - rete CML
Stazione meteo di Maurizio Andreozzi - Elaborazione di Matteo Negri 
 
 
Il protagonista di questa giornata di maltempo è stato quindi lo sbarramento (Stau) diffuso su tutti i rilievi che racchiudono a Nord il catino padano. L'aria umida ed instabile proveniente dal Mediterraneo è stata infatti trascinata in un letto di intense correnti meridionali fino ad ammassarsi a ridosso dei monti. Da qui è nata l'azione di innesco orografica e lo sviluppo dei sistemi convettivi che hanno insistito sulle stesse località per molte ore.
 
 
 29 Ottobre 2008, ore 15Z - MOLOCH: Previsione vento ed Umidità Relativa ad 850 hPa - FONTE: www.meteoliguria.it
 
 
 
Giovedì 30-Venerdì 31 Ottobre: in montagna l'ingresso di aria più fredda ha consentito alle precipitazioni di assumere temporaneamente la forma nevosa, anche se quasi sempre mista alla pioggia. In linea generale l'accumulo nevoso ha seguito le regole dell'altimetria, risultando apprezzabile sopra i 1100 metri di quota. Non sono mancate comunque le eccezioni correlate all'esposizione geografica che ho evidenziato nella seguente tabella, dove di proposito ho elencato le  stazioni della nostra rete in ordine di quota decrescente. Leggendo le prime righe si può infatti notare che la stazione bergamasca di Arera, quella posizionata ad altitudine più alta, non è stata la più nevosa essendo prevalsa la pioggia nell'arco delle 48 ore. Questo a dispetto di alcune località di media montagna incastonate tra le Alpi, come ad esempio nelle valli ticinesi del Sopraceneri, dove la neve ha raggiunto addirittura la quota minima di 800 metri. Questo comportamento della nevosità è spiegabile quando l'orografia offre un discreto riparo al flusso meridionale umido e mite: una condizione che dovrebbe attenuare l'intensità delle precipitazioni, conservando nello stesso tempo le condizioni termiche favorevoli alle nevicate a quote più basse. I rilevi prealpini, in particolare nei settori orientali, sono quelli più esposti al richiamo meridionale e pertanto riscontrano più facilmente un innalzamento della quota limite di conservazione della neve.
 
 
 
 30-31 Ottobre - Accumuli di neve complessivi e prevalenza sulla piovosità totale in alcune località di montagna
 Elaborazione di Matteo Dei Cas sulla base dei dati della rete stazioni CML
 
 
  
Martedì 4 Novembre: la risalita di un intenso fronte caldo proveniente dal Nord Africa ha distribuito importanti piogge, diffuse per la prima volta in modo piuttosto omogeno su tutta la Lombardia. In questa fase le pianure, comprese quelle dell'Oltrepo, hanno registrato in ventiquattro ore un accumulo medio di circa 40 mm, un valore che non si è discostato molto dalla distribuzione sulla fascia prealpina. Nella mappa si riscontrano solo un paio di zone circoscritte ad elevata piovosità, mentre si osserva al contrario una diminuzione nelle aree alpine (Alta Valtellina e Sopraceneri) che sono rimaste "parzialmente riparate" dalle correnti di scirocco. Si può inoltre osservare una crescita degli accumuli progredendo verso ovest, specialmente nell'area limitrofa con il Piemonte.
 
 
 4 Novembre 2008 - Accumuli pluviometrici in Lombardia - Elaborazione di Bruno Grillini sulla base dei dati della rete stazioni CML 
 
 
L'animazione radar delle ore 18 evidenzia a tutti gli effetti la risalita di un'area piovosa estesa ed omogenea che tende ad invorticarsi, mantenendo una direttrice di spostamento da SudEst. Le precipitazioni hanno invaso tutto il Piemonte, intensificandosi per azione di sbarramento nel Canavese, seguendo l'andamento tipico di una forte condizione di scirocco. Nella sequenza possiamo inoltre osservare un "buco precipitativo" sulla pianura orientale, un risultato anomalo e piuttosto incoerente con la sinottica a mesoscala. E' però verosimile la presenza di un artefatto dovuto all'ombra di una porzione rilevata dal radar che è posizionato sul M.te Lema, nel Canton Ticino.
 
 
 
 4 Novembre 2008, ore 20.10 - 21.00 locali -  Scansione Radar LANDI
FONTE - www.landi.ch
 
 
 
Lo scirocco ha dominato lo scenario spingendo nel settore caldo della depressione una massa d'aria ad elevata instabilità potenziale che ha invaso tutta la Pianura Padana, risparmiando solamente una piccola parte del cuneese. La corrente da SudEst è stata scalzata poco prima della mezzanotte dall'ingresso del fronte freddo che si è preannunciato a partire dalla Liguria con la rotazione delle correnti a libeccio. La nuova massa d'aria, essendo relativamente più fresca, ha instabilizzato notevolmente la colonna d'aria ed ha fornito i presupposti allo sviluppo della linea temporalesca che ha caratterizzato la giornata successiva.
 
 
 
 4-5 Novembre 2008, ore 15Z - 00Z  - MOLOCH: Previsione vento e THETA ad 850 hPa - FONTE: www.meteoliguria.it
 
 
Mercoledì 5 Novembre: la giornata è stata caratterizzata da episodi temporaleschi diffusi, particolarmente frequenti tra il pomeriggio e la tarda serata. La sovrapposizione delle isoiete con le fulminazioni rilevate dalla rete CESI ha evidenziato tre importanti linee temporalesche. Il sistema convettivo più occidentale si è autorigenerato per diverse ore sul Mar Ligure per spostarsi verso Nord lungo l'asse Ovest Pavese-Ovest Milanese-Varesotto. I due canali più orientali si sono invece innescati sulla Pianura Padana tra le provincie di Lodi e Cremona; la direttrice da Sud-Sudest avrebbe spinto i temporali sulla Pedemontana Lecchese e Bergamasca. Gli accumuli pluviometrici più importanti, prevalentemente sottoforma di rovesci, si sono localizzati ancora una volta a ridosso dei rilievi. Questo evidenzia il comportamento delle correnti convettive che, pur avendo trovato un innesco dinamico sulle zone pianeggianti, si sono amplificate nell'incontrare i primi ostacoli orografici.
 
 
5 Novembre 2008 - Mappa fuliminazioni combinata ad accumuli pluviometrici in Lombardia
Elaborazione di Bruno Grillini sulla base dei dati della rete CESI-SIRF e CML
 
 
La seguente animazione BOLAM raffigura la risalita di nuclei a vorticità positiva dall'Alto Tirreno verso le Prealpi Lombarde centro-occidentali, in corrispondenza di fatto delle Level-Guide seguite dai sistemi temporaleschi. I moti vorticosi, annessi al settore posteriore della depressione in colmamento che insisteva ad Ovest dell'Arco Alpino, avrebbero innescato come una miccia il carburante presente nei bassi strati costituito da aria mite ed umida (canali ad eleveto THETA)  in risalita dal Tirreno.
 
 
 5-6 Novembre 2008, ore 18Z - 00Z - BOLAM: Previsione vento e Vorticità Assoluta a 500 hPa - FONTE: www.meteoliguria.it
 
 
La vorticità agisce coma una pompa ad avvitamento antiorario utilizzata per aspirare acqua da un pozzo. Nel nostro caso il moto vorticoso avrebbe risucchiato dall'alto una grande quantità di vapore acqueo, traendone quindi tutta l'energia resa disponibile dal calore latente di condensazione. Questo meccanismo spiega lo sviluppo dei "temporali notturni tropicali" sulla Pianura Padana, un fatto comunque particolare ad inizio Novembre.
 
 

FORTI VENTI DI LIBECCIO E SCIROCCO ANCHE IN LOMBARDIA

 
Un aspetto altrettanto interessante di questa ondata di maltempo si è presentato nei due episodi di libeccio e scirocco che non hanno riparmiato la nostra Regione, per spingersi addirittura oltre la fascia prealpina. Ho potuto valutare a posteriori l'intensità del vento grazie ai tracciati rielaborati da M. Negri, sulla base dei dati registrati dalle stazioni della nostra Rete che ho ritenuto meglio rappresentative.
 
Nella prime ore della nottata di giovedì 30 ottobre il forte vento di libeccio è entrato in Pianura Padana, acquisendo localmente caratteristiche favoniche lungo la discesa dall'Appennino Ligure-Emiliano. Le località della pedemontana appenninica sono state interessate da un vento orientato da SudOvest per qusi tutta la giornata. La stazione piacentina di Castelnuovo Fogliani, essendo posizionata in una zona molto esposta, rappresenta al meglio la costanza del vento che ha soffiato fino a tarda sera con una velocità media attorno ai 30 km/h.
 
 
 
 30 Ottobre 2008 - Direzione ed intensità del vento - Castelnuovo Fogliani (PC) - rete CML
Stazione meteo di E.A. Lodigiani - Elaborazione di Matteo Negri
 

Se il libeccio non è infrequente ai piedi dell'Appennino Piacentino, sulle fascia prealpina costituisce invece un evento alquanto raro. Eppure questa volta il vento sinottico sudoccidentale è riuscito a raggiungere le sponde settentrionali del Lario. La stazione di Dervio (LC) non poteva rappresentare al meglio la particolarità dell'evento sia nel valore anemometrico medio, che nella punta massima superiore ad 80 km/h. Certamente l'orografia che circonda il bacino lacustre ha costretto obbligatoriamente il vento a risalire da SudSudEst, imprimendo una maggiore velocità (Effetto Venturi) proprio per la ristrettezza del passaggio. Il vento ha soffiato per oltre dodici ore, prima di calare a regime di brezza nel suo usuale orientamento notturno da Nord. La sostenuta velocità media del vento su un lungo tratto di lago aperto per diversi chilometri a Sud (Fetch) avrebbe generato onde piuttosto ripide e pericolose. Il moto ondoso sarebbe poi stato amplificato armonicamente nell'urtare contro le sponde del bacino (onde di Sessa), proprio come avviene spostando un catino colmo d'acqua.

 

 30 Ottobre 2008 - Direzione ed intensità del vento - Dervio (LC) - rete CML
Stazione meteo di meteolecco.it - Elaborazione di Matteo Negri
 
 
Un evento ancora più spettacolare si è presentato nella notte cavallo tra martedì 4 e mercoledì 5 novembre, quando la nostra Regione è stata "spazzata" da un vento di scirocco dai connotati tanto intensi come non si vedevano da diversi anni.  Il vento caldo da SudEst ha rinforzato in serata per continuare a soffiare sostenuto fino alle luci dell'alba. Le pendici dei rilievi montuosi che delimitano l'Alta Brianza sono stati letteralmente investiti dalla sciroccata. La stazione lecchese posizionata sul M.te Cornizzolo, essendo affacciata su una sella esposta al vento, ha registrato valori davvero impressionanti! Possiamo infatti osservare il tracciato del vento medio all'intensità di 60-70 km/h e diverse punte massime superiori ai 100 km/h, valori questi che vengono raggiunti sulle Prealpi solo in condizioni di vento da Nord.
 
 
4-5 Novembre 2008 - Direzione ed intensità del vento - M.te Cornizzolo (LC) - rete CML
Stazione meteo di meteolecco.it - Elaborazione di Matteo Negri
 
 
A bassa quota, dove l'intensità del vento non ha fatto parlare di sè, è stata la rapida impennata della temperatura a caratterizzare la "sfuriata nordafricana". Il picco termico è stato raggiunto in pochi minuti con andamento quasi parallelo al punto di rugiada, un valore che è rimasto elevato proprio per la natura umida e potenzialmente instabile della massa d'aria. Tra le stazioni della nostra Rete, Lecco spiccava con il suo valore massimo di 18°C raggiunto prima di mezzanotte e mantenutosi fino all'alba. La peculiarità del tracciato non l'ho comunque ritrovata nel picco termico notturno, essendo questo non di certo inusuale in condizioni favoniche. E' invece interessante il profilo dell'umidità che, in questo caso si è ben conservata, ed ha costituito un valido serbatoio di energia allo sviluppo degli intensi sistemi temporaleschi notturni.
 
 
 4-5 Novembre 2008 - Temperatura e Punto di rugiada - Lecco - rete CML
Stazione meteo di meteolecco.it - Elaborazione di Matteo Negri
 
 
La "burrasca da Sud" sulla fascia prealpina e sull'alta pianura è stato un evento affascinante ed insolito. Le persone che vivono alle sponde del Lario sono abituate a sentire fischiare il vento quando soffia attraverso le Alpi,  magari in una notte tiepida e limpida. Quella sera di scirocco invece le nubi correvano basse e pesanti, e nel cielo che si apriva e si richiudeva  si scorgevano in lontananza continui ed accecanti bagliori.
 

 

CONCLUSIONI

I dati complessivi raccolti dalla nostra Rete di stazioni hanno dimostrato ancora una volta una netta prevalenza delle precipitazioni sulle Prealpi Lombarde ed in particolare nelle Orobie Bergamasche.  A ridosso dei monti è infatti prevalsa l'azione di sbarramento alle correnti umide meridionali. Questa variabile ha pesantemente contribuito al raggiungimento della media pluviometrica complessiva del bimestre Ottobre-Novembre in pochi giorni: un fatto che ci ha permesso di definire questo evento perturbato come "quello rappresentativo dell'autunno 2008". E' anche doveroso precisare che questa ondata di maltempo non ha provocato i temuti straripamenti dei bacini e dei corsi idrografici, eventi relativamente ricorrenti nella storia climatologica lombarda del tardo autunno.  Infatti, a prescindere dai casi più estremi vissuti nelle valli bergamasche bresciane, le piogge "hanno spalmato" l'accumulo medio di 250 mm nell'arco di dieci giorni e questo non costituisce in sè un evento eccezionale. La fase perturbata, lunga e complessa, ha concesso diversi momenti di tregua relativamente brevi e comunque provvidenziali al mantenimento dell'equilibrio idrogeologico. L'evoluzione sinottica ha infatti descritto "due fasi acute di maltempo" molto dinamiche e caratterizzate dal rapido passaggio di alcune depressioni mediterranee abbastanza intense. Pertanto, ad eccezione dei fenomeni localmente legati allo Stau, l'incalzare rapido delle correnti meridionali ha indotto intensi episodi di instabilità, impedendo tuttavia al maltempo di insistere sulle stesse zone per periodi troppo lunghi.
 
 
 

FONTI CONSULTATE

 
 

RINGRAZIAMENTI

L'Autore desidera ringraziare tutti gli Appassionati che hanno collaborato con gli interventi "più costruttivi" sul Forum CML facilitando ed impreziosendo il Nowcasting durante l'intera fase di maltempo. Un ringraziamento in particolare è rivolto a Bruno Grillini e Matteo Negri che hanno corredato l'articolo con le loro indispensabili elaborazioni grafiche.
 
 
 
Prec.
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