Ancora neve, ma poi arrivò il triennio del buio
Dopo l’eccezionale stagione invernale 1984/1985, l’Inverno 1985-1986 vide ancora una notevole presenza della neve, con molte nevicate tra Gennaio e Febbraio: tra il 29 ed il 30 Gennaio 1986 caddero 35cm di neve fresca, seguita da altri 3 episodi a Febbraio, il principale dei quali il giorno 17, con 12cm. Il 1° Marzo si festeggiò l’ingresso nella Primavera meteorologica, con una nuova nevicata da 28cm!
La stagione 1986-1987 tirò notevolmente il freno a mano, con un’unica fase nevosa tra il 10 ed il 13 Gennaio, quando caddero circa 35cm di neve fresca: a nemmeno 1 anno e mezzo dalla mia nascita, mi ritrovai a costringere mio fratello ad un’uscita sulla neve con il bob:
Poi arrivò quello che un appassionato di neve non vorrebbe mai vivere, e cioè “il triennio del buio”.
Durante le intere stagioni invernali 1987-1988, 1988-1989, 1989-1990, la nostra città non riuscì ad apprezzare l’armonia di una nevicata invernale: il clima risultò piuttosto mite, ed al posto del classico biancore della neve prese il sopravvento l’autunnale grigiore della nebbia.
In effetti, dando solo un’occhiata alla situazione barica di queste 3 stagioni, si evince una classica situazione di AO+++, con un Vortice Polare ben compatto alle alte latitudini ed un altrettanto Anticiclone delle Azzorre pienamente disteso sull’Europa centro-meridionale. D'altronde si sa, quando il Vortice Polare si approfondisce, richiama le aree anticicloniche alle nostre latitudini, le quali tendono a stazionare, anche per intere stagioni, sul Mediterraneo.
Così, all'età di 2 anni, dovetti salire in alta montagna pur di ritornare in un'atmosfera nevosa..
Dopo una serie di Inverni molto nevosi e dinamici nella prima metà degli anni ’80, seguì dunque un periodo decisamente avaro di nevicate, le quali non si fecero vedere a Pavia per ben 3 anni consecutivi! Si iniziò allora a parlare di cambiamenti climatici, di GW (Global Warming) e di AGW (Antropic Global Warming): dov’era finita la magica poesia della dama bianca?
Gli Inverni dal 1990 al 1996: poca neve
Nell’Inverno 1990-1991 la neve tornò a baciare la nostra città, con i suoi appassionati che poterono finalmente tirare un gran sospiro di sollievo: la nevicata più prolifica in termini di accumulo fu quella dell’8 Dicembre, quando caddero una ventina di cm in città. Poi alcune brevi apparizioni a Febbraio, per concludere con quella storica di Aprile.
Già: dopo una nevicata in Aprile nel 1911, esattamente 80 anni dopo la situazione si ripetè: il giorno 17, un’imponente irruzione fredda continentale fece precipitare la temperatura, dai 16°C del mattino fino agli 0°C della sera: la pioggia si trasformò ben presto in neve, e durante la serata caddero quasi 4cm sulle piante e sulla vegetazione già risvegliata.
I seguenti 4 Inverni trascorsero con poca neve, ma presente, seppur in modo assai modesto e locale, in tutte le stagioni: l’Inverno1995-1996, vide invece una netta ripresa dei fenomeni, con l’ottima nevicata di Capodanno, del 5 e del 6 Gennaio. Tuttavia, il vero evento sopraggiunse durante la successiva stagione invernale..
Il Burian del Capodanno 1997
L’Inverno 1996-1997 si sintetizzò in un’unica, grande e spettacolare nevicata, innescata grazie all’afflusso dello straordinario vento di Burian.
Occorre prima però chiarire che cos’è il Burian (o Buran o Burano): esso è un vento davvero gelido che spira da NE sulle steppe ed i bassopiani della Siberia, e talvolta può spingersi tra Mongolia e Kazakistan: con grande difficoltà, tale vento può raggiungere il Mediterraneo orientale, e pertanto non può essere considerato un vento appartenente alla nostra climatologia.
L’unica configurazione barica in grado di poter convogliare aria siberiana con queste caratteristiche in direzione dell’Italia, è un Anticiclone termico piuttosto ben strutturato, che dalla Bielorussia tenda ad estendersi fin verso le pianure asiatiche: solo in questo modo, lungo il bordo orientale e poi meridionale dell’alta pressione potrebbero scorrere quegli impulsi d’aria gelida, prevalentemente d’estrazione polare-continentale, capaci di far rabbrividire gran parte del nostro bel paese.
Tutto ciò accadde nella terza decade del Dicembre 1996: poco dopo il S.Natale, la formazione di questo ponte anticiclonico alle alte latitudini promosse l’afflusso di gelide correnti polari-continentali, le quali scivolarono lungo il bordo meridionale dell’alta pressione, i cui massimi barici stazionarono tra le isole Britanniche e la Scandinavia meridionale.
Il giorno 28, nonostante un buon soleggiamento, la colonnina di mercurio a Pavia non riuscì a salire sopra lo zero.
Nel frattempo, la discesa gelida sul Mediterraneo aveva promosso una certa ciclogenesi, la quale stava per inviare umide correnti meridionali in direzione della pianura Padana.
La mattina del 30 Dicembre, Pavia si svegliò con un cielo nuvoloso: verso le 14 iniziò una moderata nevicata, la quale insistette fino a mezzogiorno del 31 Dicembre: al suolo si poterono già contare 17cm.
Mentre il sole parve prendere il sopravvento attorno alle 15, alle 17 un nuovo ispessimento della coltre nuvolosa regalò dal cielo altri fiocchi bianchi, i quali si mischiarono ai festeggiamenti del nuovo anno, tingendo di bianco il primo giorno del 1997. In meno di 12 ore caddero altri 20cm i quali si sommarono ai 17 precedenti.
Nella sera del 1° Gennaio 1997 l’arrivo di una cirraglia piuttosto estesa presagì l’avanguardia di un altro sistema frontale: ed infatti, dopo una mattinata fredda e nuvolosa, alle 13 del 2 Gennaio una nuova nevicata interessò Pavia, accumulando fino alle 23 di sera altri 17cm. Il totale risultante fu di 54cm complessivi, racimolati in 3 “impulsi nevosi” distinti.
Ecco una tabella contenente gli articoli di maggior spicco de "La Provincia Pavese" dell'epoca: come per il 1985, vale la stessa regola: passando sopra una foto più piccola con il mouse, essa vi comparirà nella finestra più grande. Da qui, potrete comodamente cliccarvici sopra, e leggere la notizia con un formato decisamente più leggibile.
Gli ultimi inverni del XX secolo
Gli ultimi 3 Inverni del vecchio millennio non destarono grande attenzione, se non il 1999-2000, anno nel quale ci fu solo un breve episodio di pioggia mista a neve per tutta la giornata del 22 Novembre, con un accumulo finale di 0.0cm.
Il 1999, tra l'altro, presentò diverse situazioni meteorologiche problematiche: tra Natale e Capodanno quel che rimaneva di un ciclone tropicale colpì le isole Britanniche e la Francia, con raffiche di vento che superarono i 180km/h a Parigi, ed addirittura i 200km/h a Saint Denis! Generalmente, un Inverno tempestoso per le alte latitudini implica un Vortice Polare ben compatto, con conseguente carenza di emozioni alle nostre latitudini.
Il nuovo millennio
Dal 2000, la nascita del nostro Osservatorio di Pavia C.na Pelizza poté iniziare a raccogliere dati nivometrici, disponendo della classica “tavoletta di legno”, da ripulire ogni 24 ore in caso di precipitazione nevosa.
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Il primo Inverno del nuovo millennio presentò 5 nevicate, scandite tra Dicembre, Gennaio, Febbraio e Marzo: probabilmente molti di voi (me compreso) ricorderanno la Vigilia di Natale del 2000, quando iniziò a nevicare verso le 13, e proseguì per tutta la giornata e la notte di Natale. La mattina del 25 l’accumulo fu 12.0cm. Seguirono altre, deboli nevicate, fino ad arrivare a quella del 2-3 Marzo, quando caddero poco meno di 10cm.
I 3 Inverni seguenti furono piuttosto avari di precipitazioni nevose, ma comunque con qualche nota significativa: nella stagione 2001/2002 entrò in scena uno strepitoso ingresso d'aria polare-continentale, dagli effetti simil-burianici, che nel pomeriggio-sera di S. Lucia sconvolse la nostra città con venti superiori ai 70km/h, temperatura sottozero e neve orizzontale:
Ultimi anni: una certa ripresa?
Dalla stagione 2004-2005 il volto bianco della meteorologia mostrò una certa ripresa, specie tra Febbraio e Marzo: tra il 20 ed il 22 Febbraio caddero quasi 10cm, ma l’evento di spicco fu un poderoso ingresso di aria artica-continentale il 28, quando si scatenò, in piena notte, una piccola ma vivace bufera di neve (d’entità imparagonabilmente inferiore rispetto a quella del 13 Dicembre 2001), che sedimentò al suolo 2.0cm. Tale afflusso artico si concretizzò in una gelida mattinata il 2 Marzo, quando Pavia precipitò a -7.4°C in assenza di effetto albedo: ciò costituì la base per un’intensa nevicata il giorno 3, con 12.5cm di neve in città, tutti accumulati con una temperatura sottozero (-1.8°/-0.4°C).
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La stagione 2005-2006 ci fece piombare indietro di molti anni, presentando un Inverno strepitoso: una prima nevicata il 26 Novembre, poi una da 10cm il 29, un temporale di neve (analogo a quello del 29 Dicembre 1981) nella notte tra il 2 ed il 3 Dicembre, una nevicata maestosa il 29 Dicembre, ed infine… la grande nevicata del 26-27 Gennaio 2006, quando Pavia tornò a superare il mezzo metro di neve!
Come vedremo dalla tabella riassuntiva finale, questa nevicata entrò di prepotenza nella “top ten” delle nevicate storiche di Pavia, piazzandosi al 9°posto con i suoi 54cm!
Anche in questo caso la formazione di un ponte anticiclonico alle alte latitudini pose le basi per una retrogressione continentale, che andò ad interagire con flusso atlantico piuttosto basso, promuovendo una ciclogenesi sul Mediterraneo occidentale.
L’anno successivo.. zero fiocchi! Esattamente come accaduto tra il 1981-1982 (Inverno molto nevoso), ed il 1982-1983 (nessuna nevicata), anche il 2006-2007 non fece registrare alcuna precipitazione nevosa dopo un 2005-2006 con tantissime nevicate. Anche durante questa stagione invernale il Vortice Polare girò a palla, favorito da un netto raffreddamento stratosferico verso metà/fine Novembre, abbinato ad una QBO positiva (solo a Marzo ’07 mutò di segno), AMO positiva, PDO positiva. Il ciclo solare fu sì ad un minimo di attività, ma legato ad una QBO positiva portò ai noti effetti di compattamento del Vortice Polare.
Ci fu dunque una concomitanza di indici totalmente sfavorevole, che fu alla base di una stagione invernale da dimenticare.
Durante l’Inverno 2007-2008 ci fu spazio per una sola nevicata tra il 2 ed il 4 Gennaio: la sera del 2 iniziò a nevischiare debolmente, mentre giovedì 3 iniziò a nevicare in maniera moderata, con una temperatura di pochi decimi inferiore allo zero. Il 4 riuscì a nevicare fino al primo mattino, ma poi il rialzo termico indotto dalla spinta sciroccale trasformò la neve in pioggia: in totale la nostra città potè godere di 22.5cm al suolo, rapidamente fusi nei giorni successivi da un clima piuttosto mite.
Nella stagione 2008-2009, invece, la neve tornò assoluta protagonista, con una stagione che per molti versi assomigliò a quella del 2005-2006: 2 nevicate a Novembre, 2 a Dicembre, e soprattutto la grande nevicata del 5-8 Gennaio 2009, ripresa dalle foto di molti voi lettori, con ben 49.0cm all’attivo per Pavia. Eccone una di Alberto Zornetta:
Anche il 2009-2010 mostrò un volto “antico”, con una lunga serie di nevicate tra il 17 ed il 22 Dicembre, seguite da una veemente presa di posizione di correnti di Libeccio, che ruppero un cuscinetto freddo davvero tosto, formatosi in seguito ad una delle più efficaci irruzioni d’aria artica-continentale.
Ecco una foto storica scattata da Alberto Zornetta, riprendente Piazza della Vittoria sotto la neve il 18 Dicembre 2009…
..ed un’altra inquadrante il nostro Ponte Vecchio, nella sera del 19 Dicembre 2009, sempre a cura del nostro Alberto Zornetta:
Durante Gennaio ci fu occasione per varie fioccate, mentre Febbraio dimostrò la resa dell’Atlantico, il quale riuscì ad arrecare precipitazioni nevose fino a quote di pianura con una moderata perturbazione: infine, l’evento clou di quella stagione, la nevicata da oltre33cm del 9-11 Marzo 2010.
L’Inverno 2010-2011 tirò i remi in barca, con 5 nevicate tra Novembre e Gennaio, ma nessuna di queste superiore ai 5cm: solo brevi spruzzate, dunque, in un contesto lievemente sopra media termica.
Arriviamo all’ultima stagione invernale, la 2011-2012: per molti versi, essa è sintetizzabile in una grande monotonia tra Novembre e Dicembre, ed in un vivace dinamismo tra Gennaio e Febbraio. I primissimi fiocchi stagionali comparirono la sera del 2, quando una certa omotermia indotta dalle precipitazioni continuative indusse un calo termico, con i fiocchi che scesero fino in città. Poi arrivò la “neve da nebbia” il giorno 18, ed infine l’evento più importante, in termini nevosi, a fine mese. Tra il 31 Gennaio ed il 2 Febbraio, Pavia fu ammantata da 16cm di neve freschissima, accumulati tutti quanti con una temperatura costantemente sottozero.
Ciò costituì la base per la storica ondata di gelo, che trovò l’apice la mattinata del 6, quando Pavia crollò a -14.4°C. Seguì un altro spunto nevoso il giorno 10, con 4.0cm, e la faccenda nevosa pavese si chiuse così. Globalmente, caddero poco meno di 22cm.
Ecco due begli scatti di Valentina Albinanti:
E dunque, come sarà la stagione invernale 2012-2013? E quelle successive?
Innanzitutto, non si dovrebbe mai dare nulla per scontato in una scienza come questa. Nei primi anni del 2000 fu forte la convinzione che andando avanti con gli anni sarebbe nevicato sempre di meno sia in intensità che in frequenza sulle aree di pianura. La neve in montagna si sarebbe ridotta e confinata solo alle quote medio-alte.
Ciò trovò conferma per poco tempo, poiché a partire dal 2005 abbiamo assistito ad un notevole incremento delle precipitazioni nevose, con grandi nevicate nel 2006 (54cm) e nel 2009 (49cm). E’ tornato a farsi vedere il vero gelo siberiano (2012) a suon di minime negative in doppia cifra, ed interi paesi della pianura emiliana e romagnola sono stati sommersi da una quantità di neve localmente superiore al metro!
All’interno delle classiche oscillazioni climatiche, dunque, si potranno stagliare inverni dinamicamente nevosi seguiti da altri con poche emozioni: al momento, l’unico mezzo possibile per effettuare una previsione climatica stagionale, ben diversa da quella meteorologica a breve termine, è fare affidamento all’assetto generale dei più importanti indici teleconnettivi a nostra disposizione, quali l’ENSO, che valuta i cicli El Nino/El Nina, l’attività solare in termini di SunSpot Numbers, la QBO, la Brewer Dobson Circulation e la NAM.
Immagino che voi sarete curiosi di sapere come si stanno mettendo le cose per la prossima stagione invernale, ma adesso è davvero troppo presto per effettuare qualsiasi elaborazione e rischieremmo di studioapertizzarci non poco.
In ogni caso, nel corso dei prossimi anni, potremmo tornare ad aggiornare questa lunga storia d’unione d’intenti tra la neve e la nostra città.
Per concludere l’articolo, vi lascio con il grafico che riassume le più grandi nevicate che si ricordino a memoria d’uomo: come avrete potuto capire dall’ampia analisi, l’evento del 13-17 Gennaio 1985 è stato quello più intenso e spettacolare, con un tempo di ritorno di chissà quanti anni. Molto vicino il 2-3 Gennaio 1911. Terza piazza per gli oltre 60cm del 15-18 Gennaio 1933. All’interno di questa classifica storica, si staglia anche un anno appartenente al nuovo millennio: davvero apprezzabile, è il 26-27 Gennaio 2006, quando caddero la bellezza di 54.2cm, prontamente sciolti, nei giorni successivi, da piogge sparse e temperature miti.
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Ed eccoci arrivati davvero alla fine di questa rassegna nevosa riguardante la nostra città: spero che racconti, foto, tabelle, immagini, articoli possano aver destato la vostra curiosità e possano avervi fatto trascorrere un po' di tempo in allegria e leggerezza.
Per concludere, mi è d'obbligo ringraziare tutti coloro che mi hanno concesso un po' di materiale, e cioè:
- "La Provincia Pavese", nella figura del Direttore Pierangela Fiorani
- La Biblioteca Universitaria di Strada Nuova
- Foto Trentani per la concessione delle foto storiche
- Alberto Zornetta e Valentina Albinanti per la concessione delle foto più recenti
- Roberto Valdata, autore del libro “Fioca, 100 anni di neve a Pavia” per le testimonianze dirette delle nevicate del 1985 e del 1997.
- Come sempre, tutti voi lettori, che siete entrati a dare un occhio a questo lavoro.