L'aggiornamento di oggi del modello NCEP/GFS conferma la strada intrapresa già da 7 giorni e conferma quanto avevamo annunciato qualche giorno fa: il VPS sta per collassare completamente in zona polare, con conseguente azione di bilobazione e, probabilmente, di split a tutte le quote stratosferiche. Ecco qualche mappa per capire meglio:
Quota di 100hPa:
Oggi:
A 168 ore:
La solidità del VPS viene messa a dura prova da due fattori: il continuo flusso di calore in spostamento verticale dalla troposfera alla stratosfera e la genesi di un forcing tra Alaska e Isole Aleutine in veloce fase di intensificazione.
Per quanto riguarda il primo abbiamo a disposizione questa mappa:
Mappa che mostra il continuo apporto di EP-Flux in ambiente stratosferico da quote troposferiche. In questa settimana probabilmente questo flusso si attenuerà, per poi reintensificarsi fra 5/6 giorni.
La seguente mappa comprende anche la troposfera ed evidenzia ancora meglio lo "sfondamento" della tropopausa di questo apporto termico.
Il secondo fattore di cui accennavo poco fa è riscontrabile attraverso le mappe di geopotenziale relative sia alla stratosfera che alla troposfera sottostante:
70hPa, forecast a 168 ore:
500 hPa: forcast a 168 ore (scala emisferica)
Si nota chiaramente il completo collassamento del Vortice Polare Troposferico in area polare, con l'isolamento di due nuclei: uno sul Canada e un secondo sull'artico siberiano.
La conseguenza di tutto ciò è la discesa dell'indice AO, tangibile dal grafico seguente:
Cosa potrebbe comportare tutto ciò? Ad oggi possiamo solo pronosticare la tendenza ad un aumento di pressione in area atlantica e polare con la possibilità della genesi di un anticiclone di blocco disteso sui meridiani. Ma la situazione non è ancora chiara trattandosi di prognosi oltre i 5 giorni, e quindi ritengo sia meglio non lanciarsi in previsioni troppo dettagliate che avrebbero un margine di errore molto elevato.
N.B. I legami che intercorrono tra troposfera e stratosfera sono complessi e talvolta di difficile interpretazione. Per questo motivo è bene ricordare che, talvolta, un evento stratosferico caratterizzato da una determinata portata e da ben precise caratteristiche non implica per forza di cose una ripercussione in ambiente troposferico con le stesse modalità.Detto questo, concludo questa breve analisi postando una mappa relativa alla quota di 50 hPa che mostra, a circa 200 ore di distanza un'evoluzione che si presenta molto raramente nel corso degli anni:
Si nota il completo split (divisione) del VPS, incentivato anche da un nuovo episodio di riscaldamento stratosferico alle quote di 5 hPa, 10hPa e 30hPa. Tenendo ben presente quanto scritto nel " N.B " poco sopra, è bene ricordare che
se fosse confermata, questa evoluzione rientrerebbe nella categoria di eventi eccezionali, in quanto negli ultimi 30 anni si è presentata soltanto nei seguenti 3 casi, con le rispettive conseguenze in ambiente troposferico:
1) 1991 --> ondata di freddo sull'Europa
2) 1985 --> ondata di freddo sull'Europa
3) 1977 --> ondata di freddo in America settentrionale.
Al prossimo aggiornamento.