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Direttamente dal futuro - 2a puntata   Inserito il› 20/01/2007 1.44.47
Aggiornato il› 20/01/2007 13.03.46

Siamo giunti alla seconda succulenta edizione di “direttamente dal futuro” sul sito del CML. Le prospettive future sono finalmente interessanti e volte ad un tentativo di riscatto di un inverno rimasto fino ad ora anonimo.
 
 
Prima di dare uno sguardo al futuro, ho intenzione di dare qualche spiegazione sull’evoluzione descritta nel mio precedente articolo del 01/01/2007.
 
Immagine n°1: configurazione da me ipotizzata per il 15/01. Una tesi basata sulla diminuzione dell’influenza del vortice polare (da ora in avanti VP).

Quali sono i motivi che non hanno permesso il concretizzarsi di tale mia osservazione?
La risposta è molto semplice: l’iper attività del vortice polare e l’anticiclone sub-tropicale sempre più alto e invasivo sul mediterraneo (una costante degli ultimi inverni… si vedano alcune discussioni su internet sull’anomalia della cella di Hadley).

In parole povere: se come pensavo il VP avesse rallentato il suo moto, forse (purtroppo non si può verificare) saremmo giunti a questa configurazione; ma visto che così non è stato, non c’è stata chance di cambiare la circolazione.
 
 
 
Dopo la dovuta spiegazione, passiamo a guardare al futuro, partendo da quello più prossimo a noi.

Nel momento in cui scrivo la situazione è ormai abbastanza delineata, mancano solo dei dettagli. E’ in arrivo finalmente un cambio di circolazione… la tanta sospirata svolta per un inverno che cercherà finalmente di recitare una parte da protagonista.
 

Immagine n° 2: (run 00z del modello GFS, per il 22/01).

 
Nella figura vediamo una ben strutturata figura anticiclonica in pieno atlantico. In realtà è l’unione di due anticicloni (anticiclone delle Azzorre e anticiclone groenlandese) che va a formare un vero e proprio blocco al normale flusso mite atlantico. La spinta verso nord di tale struttura ha come effetto la discesa di una massa d’aria polare marittima sul suo bordo orientale. Tutto l’ingranaggio dovrebbe portare ad una saccatura nel mediterraneo, con rapido peggioramento e pioggia al nord il 22/23 gennaio.
 


 
 
Immagini n° 3,4,5 (run 00z del modello GFS, per il 22-23/01)

 
Nelle carte sopra riportate osserviamo le fasi iniziali del peggioramento, con nascita del minimo barico in seno alla saccatura. La bassa pressione, nel suo avvicinarsi all’Italia, si approfondirà portando piogge.
 
 
La previsione del peggioramento per il 22/23, può ritenersi attendibile con una percentuale pari al 95%. Questa ENS 500hpa con tutti i membri del run, lo dimostra abbastanza implicitamente.
 
 
Ora spingiamoci oltre, dove le ENS ci dicono che la prevedibilità diventa più incerta. (ENS sta per "ENSemble": i pannelli sopra evidenziati possono essere consultati sul sito di Wetterzentrale.)
 

Osservando i vari modelli globali disponibili in rete (GFS, ECMWF e DWD), ho tracciato tre possibili strade; la prima delle tre è rappresentata da questa GFS modificata per il 25 gennaio.
 
 
Le modifiche che ho apportato alla mappa originale sono dovute ad alcune convinzioni/osservazioni personali. Una soluzione come questa sarebbe possibile solo, ed esclusivamente, se la spinta verso nord del blocco atlantico, fosse indisturbata. In tal caso il blocco non tenderebbe subito a ruotare il suo asse. Sarebbe così garantito lo scivolare, sul suo bordo orientale, di altri minimi di pressione. Questi ultimi, avrebbero un obiettivo molto semplice da localizzare: il mediterraneo. Nel frattempo, su molte zone del centronord, avremo già assistito ad un buon calo delle temperature. L’arrivo dei tiepidi venti sciroccali sulle zone sopra citate, significherebbe avere le prime precipitazioni nevose in pianura.

Facciamo un passo indietro. Abbiamo detto che una soluzione come questa sarebbe possibile solo, ed esclusivamente, se la spinta verso nord del blocco atlantico fosse indisturbata. Ebbene la variabile "X", che potrebbe impedire tale soluzione, sarebbe l’attività del VP sottoforma di minimi in approfondimento sulla regione groenlandese (atti ad erodere l’HP presente) e a produrre una spinta verso est del blocco. In questo caso anche tutta la colata fredda sarebbe inevitabilmente spostata verso est. Il risultato? Una fase discretamente fredda, con temperature sotto media; ma generalmente secco (comunque non escluderei instabilità veloce… per aria in entrata a 500hpa fredda…). GFS00z e 06z propendevano per questa ipotesi.

Come conseguenza della seconda ipotesi potrebbe avere una chance la possibilità di taglio del blocco anche nella sua radice e il conseguente “tunnelling” di sistemi perturbati sotto la “pancia” del blocco dell’HP; ipotesi questa non vista dai modelli o almeno… non in maniera convinta. I risvolti previsionali di tale soluzione potrebbero comunque essere piacevoli, anche se i tempi per eventuali peggioramenti (si parla per date a partire dal 25 gennaio… lo ricordo…) si allungherebbero di qualche giorno. Nella figura sotto riportata è descritta la situazione che si potrebbe creare. H1 indica lo stato iniziale del blocco (linea continua); H2 indica la rotazione dell’asse dell’HP (linea tratteggiata).
 
 
Tirando le somme, avremo un guasto del tempo per quasi l’intero territorio italiano. Il primo peggioramento fungerà da apripista, portando delle precipitazioni con successivo calo delle temperature (22-23/01). Dal 25 gennaio è molto probabile il rientro graduale delle temperature nella stagione invernale, per poi scendere lentamente sottomedia.
 
Dal punto di vista delle precipitazioni è consigliabile attendere una maggiore stabilità dei minimi in gioco, per capire cosa potrebbe accadere.

Bene… la corsa del treno diretto verso il futuro, questa volta si ferma a solo 6gg di evoluzione.

Il non spingersi oltre è dettato da una logica cautela, che credo anche normale. Il peggioramento e il suo sviluppo possono comportare profonde modifiche anche al futuro anteriore. Quindi è bene valutare con attenzione la strada finale che sarà intrapresa da questo primo cambio stagionale, per poter poi tracciare un percorso verso il mese di febbraio.
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