Ci siamo lasciati alle spalle il primo affondo invernale della stagione. Ora ci troviamo sotto la protezione dell’anticiclone delle Azzorre, disteso dall’atlantico fin sopra il mediterraneo; garantendo generalmente tempo stabile sulla nostra regione, ma anche sull’intera penisola (solo l’estremo sud, risentirà di debole instabilità). Le temperature si manterranno sopra media; complice l’azione combinata, per la terza volta in gennaio (anche se in questo caso in tono minore…), di avvezione di aria calda dal mediterraneo e un leggero effetto favonio. Nei prossimi giorni le temperature dovrebbero diminuire grazie allo spostamento delle Azzorre che porterà i suoi massimi pressori verso l’Inghilterra. Intorno al 03 febbraio la sua posizione distesa lungo i paralleli favorirà in pianura padana l’entrata di aria più fredda da est/nordest( figura 1 ). Fino a 126h la prevedibilità è abbastanza buona. Evito di postarvi il pannello ENS con tutti i membri. Nel caso vi interessi, potrete consultare il modello a questo link. Il 03 febbraio non dovremmo ritrovarci con una situazione molto differente da quella descritta. Cerchiamo di spingerci più in là, tenendo ben presente che stiamo cercando di intuire, una possibile linea evolutiva, delle configurazioni bariche. In questo senso sembra confermata l’intuizione avuta nel precedente articolo. I segnali dalla stratosfera non lasciano scampo a dubbi: il vortice polare è in fase di collasso. Per maggiori dettagli sulle dinamiche della stratosfera vi rimando sempre all’ottima rubrica di Andrea Colombo (anche perchè ritengo inutile scrivere le stesse cose, in due articoli…). Nella figura 2, modificata da me, ho cercato di rappresentare la situazione. Si tratta di una carta GFS emisfero nord - run 12z, per il 05 febbraio. N.b. nella figura c’è un piccolo errore che non ho potuto correggere. Il simbolo Hg, doveva essere Hp; cioè, alta polare. Figura 3 – per dare un quadro completo, posto anche una carta nord emisfero del modello europeo ECMWF – run12z, sempre per il 05 febbraio. Seppur con qualche differenza, conferma lo split del VP. A cosa potrebbe portare lo split del vortice polare? Ad oggi non è ancora chiaro quali possono essere le conseguenze di tale configurazione. Certo si possono fare delle ipotesi che andranno poi confermate, corrette o addirittura smentite nei prossimi giorni. La prima ipotesi potrebbe avere due varianti: la prima vede l’unione HP Azzorre – HP Polare, con asse sudovest/nordest meno inclinato e leggermente più ad ovest ( figura 4 – asse A1). La seconda variante prevede una maggiore inclinazione verso est dell’asse del blocco atlantico (figura 4 – asse A2). Nella prima variante è chiaro un legame più forte tra l’anticiclone delle Azzorre e l’anticiclone Polare. In questo caso è plausibile la discesa di un minimo depressionario ( nato dal lobo principale del VP splittato, situato sulla Siberia orientale ) da nordest, con obbiettivo l’Europa centrorientale e successivamente il mediterraneo. Nella seconda variante l’obbiettivo del minimo rimarrebbe l’Italia, ma il lato più esposto sarebbe in questo caso l’adriatico e il centrosud in generale. La seconda ipotesi è quella più suggestiva e, secondo me, la meno probabile. E’ riproposto il taglio alla radice del blocco atlantico, con “tunneling” basso. Le conseguenze sarebbero di forte maltempo un po’ su tutta la penisola; da nord (prima) a sud (dopo) e un periodo abbastanza freddo. Entrambe le ipotesi, lo ripeto, trattandosi di possibili tendenze necessitano di ulteriori conferme. Tuttavia non sono solo dovute a mie personali interpretazioni. Il run 12z di ENS con tutti i membri mostra entrambe le strade. La prima è quella con maggiori probabilità di riuscita, indipendentemente dalle due varianti. Inoltre è data anche una terza possibilità di blocco atlantico subito destrutturato. In questo caso è proposta l’immediata rimonta da ovest dell’anticlone delle Azzorre. Vale la pena di tenere in considerazione anche questa configurazione. Riassumendo: potenzialmente la situazione potrebbe rivelarsi rigidamente invernale. Le premesse di rivalsa di una stagione ancora anonima ci sono tutte. Il dare per certo che certe dinamiche atmosferiche si realizzeranno è un’altra storia. E’ strettamente necessario fermarsi all’evoluzione determinata fino al 3-4 febbraio che ha una buona percentuale di prevedibilità. Per il resto, come già detto, ha bisogno di ulteriori conferme. Infine una mappa che a tutti gli amanti del freddo e della neve sarà famigliare. Non è blasfemo secondo mio modesto parere parlare di “analogie” con la situazione che potrebbe crearsi. Infatti, le somiglianze si notato immediatamente. Detto ciò, non è detto che il tutto vada a realizzarsi come successe 22 anni fa. Il nostro viaggio ci ha portato avanti nel tempo, fin quasi la fine della prima decade di febbraio; sperando che non ci sia la necessità di cambiare locomotrice. Per oggi termina qui. A presto per nuovi aggiornamenti… |