La settimana appena trascorsa è stata l’ennesima di una stagione invernale pressochè non pervenuta, caratterizzata da assenza di precipitazioni e temperature sopra la media su buona parte dello stivale italico. In media sono invece la calabria ionica, la sicilia orientale e il salento che è leggermente sotto rispetto alla media per il periodo. Figura 1: anomalie termiche e delle precipitazioni in Europa – fonte NCEP. Quello che ci aspetta questa settimana è un flusso di correnti atlantiche, con peggioramenti intervallati da brevi miglioramenti. Una configurazione quasi old-style, anche se in maniera più debole, ma in grado in ogni caso di far entrare nel mediterraneo dei minimi depressionari. Potrebbe piovere sul nord dell’Italia, con successiva estensione dei fenomeni anche al centrosud; nella giornata di domani, giovedì e (forse) nella giornata di sabato. Neve in montagna dai 1300mt circa. Le temperature dovrebbero mantenersi leggermente sopra la media del periodo. Allego nell’articolo un’immagine (figura 2) a scopo didattico. Una situazione molto simile a quella che andra a crearsi. Figura 2: esempio di “famiglia” di cicloni extra tropicali, in seno alle correnti atlantiche. In precedenza, parlando del peggioramento, ho usato il condizionale non a caso. Dall’analisi dei modelli odierni si nota una certa instabilità previsionale delle consigurazioni bariche nel medio lungo periodo. Le osservazioni sul breve e medio periodo, siano interpretate come linee generali della tendenza, in quanto non è intento di questa rubrica fare delle previsioni. In tal senso, v’invito sempre a leggere il bollettino meteorologico regionale del sito CML che è aggiornato quotidianamente. Abbiamo accennato all’instabilità del modelli matematici. Nella settimana appena trascorsa, i principali GM, hanno registrato diversi cambiamenti nella tendenza evolutiva rispetto alle loro stesse emissioni giornaliere. Possiamo imputare questa fisiologica difficoltà ad un evento che si è consumato nel nostro emisfero nord: lo split del vortice polare. La difficoltà dei modelli più che altro sta nell’inquadrare bene la situazione e, di conseguenza, che cambiamenti può comportare sulla configurazione barica generale. Non solo… lo split è avvenuto in maniera completa, sia in stratosfera, sia in seguito in troposfera; quest’ultima, in questi casi, è fortemente condizionata dalla stratosfera. Nel precedente articolo, nella mia analisi, avevo proposto una logica sequenza evolutiva dettata dalle carte fino a quel momento a disposizione. Alla fine si è realizzata la prima soluzione (seconda possibilità). Rispetto a quanto osservato nell’articolo, ci sono stati dei cambiamenti sensibili delle forze disposte sullo scacchiere. Figure 3 e 4: modello GFS emisfero nord. La prima carta mostra la previsione per oggi del run 12z del 29/01/2007; la seconda è l’analisi odierna della configurazione del run 00z. Come si può vedere le variazioni sono state notevoli. Nell’analisi del run 00z d’oggi, si nota immediamente la diversa disposizione dell’asse del lobo principale splittato, rispetto alla previsione del 29/01/2007. Inoltre la posizione del VP più orientale, ha disturbato l’azione della rimonta dell’HP Azzorre, inducendolo a fermarsi nella sua sede naturale. Il blocking derivato ha lasciato la sua parte di GPT (geopotenziali) più debole sull’Atlantico centrale. Altra nota importante: il 29/02/2007 il lobo canadese del VP era visto come secondario a quello situato sulla Siberia orientale. Al contrario oggi osserviamo che è l’esatto contrario. Il minimo in discesa da nordest non ha avuto la spinta necessaria per proseguire il suo percorso verso il mediterraneo (con annessa aria fredda artico-continentale). La seconda alternativa (atlantico basso) sarà quindi privata dell’apporto d’aria fredda che avrebbe in ogni caso dato i connotati invernali ai peggioramenti di questa settimana. In definitiva, ancora una volta l’inverno ha deciso di far marciare le sue truppe in altri territori e si tiene bene a distanza dal mediterraneo. Dando uno sguardo all'evoluzione della tendenza nel lungo periodo, i modelli matematici della stratosfera e i global model troposferici, fanno intuire l’isolamento di una cellula anticiclonica sulla penisola scandinava. Quest’ultima si ritroverebbe a fronteggiare il ricompattato vortice polare. Vista l’incertezza previsionale di questi giorni è bene mettere subito in chiaro che questa soluzione andrà continuamente verificata e nel caso confermata. Una volta accertata la possibilità che tale evoluzione si realizzi, si potrà analizzare l’influenza che avrà sull’Italia. Anche per oggi è tutto... a presto con nuovi aggiornamenti. |