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L'intensa fase di maltempo del 28 ottobre - 5 novembre 2008   Inserito il› 07/11/2008 19.44.15

 

 
 
Nel periodo compreso tra il 28 Ottobre ed il 5 Novembre 2008 l'Italia è stata interessata da una significativa fase perturbata, caratterizzata da piogge abbondanti, temporali e forti venti di libeccio e di scirocco. Un quadro del tutto autunnale che tuttavia nelle ultime annate è si è fatto sempre più raro, e che quest'anno ci ha colto un po' di sorpresa, nel mezzo di una stagione che ancora una volta sembrava assumere connotati siccitosi. L'evento ha permesso, per lo meno in Lombardia, non solo di risanare lo scarto negativo dalla media pluviometrica di Ottobre, ma anche di raggiungere con largo anticipo i valori cumulativi previsti per fine Novembre in chisura del bilancio dell'autunno meteorologico. Questo in accordo con la tendenza degli ultimi anni ad una piovosità distribuita male, ovvero di fenomeni rari ed intensi intervallati da lunghi periodi tranquilli.
 
E' possibile che questo evento piovoso dell'autunno 2008 venga tra poche settimane riconosciuto come il più incisivo se non addirittura l'unico della stagione. Si è trattato di un peggioramento in "vecchio stile" caratterizzato da una discesa di aria artica nel Mediterraneo Occidentale con un'intensa risposta umida ed instabile verso l'Italia. Un canale depressionario che quindi è rimasto aperto per molti giorni, dando spazio allo sviluppo di numerose depressioni Mediterranee mobili che in diverse fasi hanno interessato la nostra Penisola. Il maltempo ha comunque concesso talvolta diverse ore di tregua che si sono rivelate in molti casi preziose per l'assestamento idrogeologico. La "ferita" nel cuore del Mediterraneo si è rimarginata lentamente, isolando un vortice chiuso molto energico che ha dato il meglio di sè come nella fase conclusiva dei primi giorni di Novembre. Tralasciando i dettagli della sinottica del peggioramento, che descriverò ampiamente in un articolo di prossima pubblicazione, voglio invece presentare i quantitativi più significativi caduti giorno per giorno sulle dodici provincie lombarde.

Martedì 28 Ottobre: con l'intensificarsi del richiamo marittimo sono comparse le prime piogge su tutta la Regione, più scarse su Cremonese e Mantovano. Accumuli importanti sulle pianure occidentali, concentrati tra il tardo pomeriggio e la sera. Precipitazioni per lo più convettive sull'asse NordOvest Milanese-Varesotto-Comasco dovute ad un canale rigenerante con punte di oltre 50 mm in poche ore sulla fascia dei Laghi.

Mercoledì 29 Ottobre: le piogge diffuse ed abbondanti si sono estese su tutti i settori della Regione, questa volta fino alle Pianure Orientali. Fenomeni dovuti al passaggio di un fronte caldo annesso ad una depressione mediterranea in risalita dalle Baleari. Il maltempo, grazie allo sbarramento ed alla convezione forzata "ha privilegiato" le zone montuose. Accumuli in genere oltre i 50 mm a partire dalle Prealpi in graduale aumento verso le vallate alpine. Particolarmente colpite le Orobie Bergamasche, la Val Camonica e la Val Sabbia. Fenomeni certamente esaltati dall'incanalamento dell'aria umida dal fondo valle ed innalzamento forzato lungo le pendici dei monti circostanti: ne è da esempio il notevole accumulo sull'Arera di 186 mm nell'arco delle sole ventiquattro ore, tra l'altro record assoluto dell'intera fase di maltempo. In tarda serata l'ingresso del fronte freddo è stato accompagnato da qualche colpo di tuono tra il Bergamasco ed il Lecchese, per essere seguito da forti venti di libeccio che in nottata hanno raggiunto la fascia prealpina con raffiche oltre  80 km/h. Un fatto questo del tutto raro, se non eccezionale.

 
 
Giovedì 30 Ottobre: la prima parte della giornata è stata caratterizzata da una spiccata instabilità e da una sostenuta ventilazione associata ad un brusco calo della temperatura. Nel pomeriggio l'ingresso di un nuovo corpo nuvoloso sospinto da correnti sudoccidentali ha ripoartato le piogge, ancora una volta più persistenti nelle zone montuose, in particolare tra le provincie di Bergamo e Brescia. Le basse temperature hanno consentito in serata alla neve di cadere alla quota media di 1200 metri. Accumuli pluviometrici ovunque inferiori ai 50 mm e comunque particolarmente scarsi a ridosso dell'Appennino Ligure, riparato dalle correnti di Libeccio. Unica eccezione nell'Oltrepo, costante tra l'altro in questa fase di maltempo, la stazione pavese di Brallo di Pregola posizionata nelle vicinanze dello spartiacque appenninico e quindi meno soggetta tra tutte all'ombra pluviometrica.

Venerdì 31 Ottobre: la rotazione delle correnti da Ostro ha riportato nel corso della giornata un nuovo graduale innalzamento termico con risalita di quota delle nevicate, dopo gli accumuli al suolo della nottata. Le precipitazioni si sono ancora una volta concentrate tra le vallate bergamasche e bresciane con il valore più significativo a Roncobello, pari ad 84 mm nelle vetiquattro ore.

Lunedì 3 Novembre: il maltempo è puntualmente tornato, dopo la tregua del weekend di Ognissanti caratterizzato da alternanze di schiarite ed annuvolamenti. Nella serata di Domenica il vento si è orientato da Scirocco e nella nottata sono giunti i primi rovesci sparsi sulla nostra Regione. Nel tardo pomeriggio, a causa di una linea di convergenza nei bassi strati, si è rigenerato per più ore un sistema convettivo esteso lungo la diagonale Brescia-Bergamo-Lecco. E' quindi iniziato il turno del forte maltempo sulle pianure e questa volta nelle provincie orientali della Lombardia. Certamente la presenza dell'ostacolo orografico avrebbe ancora una volta esaltato i fenomeni, come accaduto per l'appunto all'imbocco delle valli bergamasche che sbarravano la traiettoria del canale temporalesco.

Martedì 4 novembre: nel primo pomeriggio la Regione è stata investita da un intenso fronte caldo, anneso ad una depressione in rapida risalita dall'entroterra algerino. Le piogge sono divenute persistenti, abbondanti e diffuse su tutto il territorio con accumuli siginificativi in tutte le provincie. In serata è entrato uno Scirocco davvero sostenuto che ha innalzato le tempeature a valori massimi prima della mezzanotte, preannunciando l'ingresso del fronte freddo. Le precipitazioni hanno improvvisamente acquisito connotati convettivi, grazie alla rigenerazione delle prime celle temporalesche sul Mar Ligure. Grazie al contributo dei rovesci, le pianure tra il Pavese-Cremonese-Mantovano avrebbero registrato per la prima volta accumuli superiori a quelli registrati nella fascia pedemontana e prealpina.

Mercoledì 5 novembre: l'atto conclusivo della fase di maltempo si è annunciato con una spiccata instabilità perturbata e questo per la presenza del minimo depressionario in fase di occlusione tra la Costa Azzurra e le Alpi Occidentali. L'ingresso dal mar Ligure di un canale ad elevata instabilita potenziale, unito alla vorticità in quota, ha innescato una vera e propria linea di instabilità. Una serie di temporali ha infatti coinvolto a tempi alterni molte località della pianura centro-occidentale. In serata sono stati segnalati forti temporali - accompagnati talvolta dalla grandine - tra il Milanese ed il Comasco. Il sistema temporalesco si è spinto fino all'Alto Lario, costituendo in poche ore gli accumuli di pioggia più abbondanti.

 
 
CONCLUSIONI: Dal riesame degli accumuli pluviometrici giornalieri caduti sulla Lombardia possiamo a tutti gli effetti confermare il passaggio di una fase perturbata significativa, sia nell'estensione che nella durata. Tutto questo in accordo con la distribuzione dei valori medi pluviometrici che vedono un incremento abbastanza pronunciato nel risalire dalla pianura verso le Prealpi. Questo ovviamente per la valida azione di sbarramento offerta dai primi rilievi che racchiudono a Nord il catino padano in situazioni di vento orientato dai quadranti meridionali. Le giornate caratterizzate da abbondanti accumuli sulle Prealpi sono stati più frequenti, almeno nelle ultime giornate di Ottobre, rispetto alla bassa pianura. Una situazione che però si è invertita con il passaggio alla fase instabile e temporalesca dei primi giorni di novembre. La presenza dei rilievi avrebbe ad ogni modo amplificato l'intensità di un corpo nuvoloso sviluppatosi sul mare o sulle zone pianeggianti.  Questo è avvenuto ad esempio lungo i bacini dei laghi o nelle vallate che si affacciano sulla pianura, grazie alla morfologia del territorio che invita il flusso d'aria calda ad incanalarsi e ad intensificarsi, prima di essere sollevato lungo le pendici delle montagne. E' stato il caso ad esempio delle piogge che si sono abbattute in modo tanto insistente tra le valli Bergmasche e Bresciane, nonchè sull'Alto Lario.
 
 

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