Grandine, forti nubifragi ed allagamenti hanno caratterizzato fin dal primo mattino un "Venerdì 17" che verrà ricordato a lungo nel Lecchese, nel Comasco e nel Sottoceneri. Un'alba tranquilla ed afosa è il preludio di una prima passata temporalesca che, tra le 7 e le 9 del mattino, si abbatte tra il Luganese ed il Triangolo Lariano, creando subito ingenti danni a coltivazioni, auto ed abitazioni della Valassina e dell'Erbese. Poi il sole torna a splendere sulle Prealpi, ma l'aria rimane umida e pesante anche nelle zone interessate in precendenza dai temporali più intensi. E' il primo pomeriggio quando nei cieli dell'Alta Pianura fioriscono i primi cumulonembi, quelli "cattivi" ed isolati dai connotati supercellulari che in pochi minuti si fondono insieme per colpire ancora una volta la Fascia Prealpina. La grandine torna ad essere la protagonista di questa rovinosa giornata: grossi chicchi di chiaccio fitti e pesanti cadono sulla periferia Est di Milano, poi raggiungono la Pedemontana Bergamasca. Il temporale sembra dividersi in "due tronconi" procedendo verso nord, per cui un'intenso sistema convettivo raggiunge rapidamente Como: sono le ore 16 quando un fracasso assordante preannuncia l'imminente caduta di chicchi grossi come noci sui tetti della Convalle. Nel frattempo la situazione sull'altra sponda del Lario è alquanto critica, se non peggiore. A partire dalle ore 15 un sistema convettivo rigenerante si abbatte su Lecco e nei dintorni scaricando in meno di due ore oltre 100 mm di pioggia. Valori record a ridosso dei monti che delimitano a Nord la Brianza Lecchese: oltre 245 mm caduti in ventiquattro ore al M.te Cornizzolo, concentrati soprattutto nel pomeriggio! La situazione si fa subito allarmante: i torrenti che scendono dalle ripide chine montuose si gonfiano rapidamente riversando a valle fango e detriti che invadono strade, capannoni ed abitazioni. Le strade che conducono a Lecco sono interrotte: il traffico è in tilt. Ma non è finita qui...il fronte freddo è atteso nelle prime ore della notte. E' tarda sera quando lo vediamo sul Meteosat che abborda le Alpi: si prospetta una notte burrascosa per l'elevato contrasto termico e con l'isoterma di -20°C sulla "carta in quota" che entrerà prepotentemente per sollevare l'aria calda ed umida che ancora ristagna sul Catino Padano. Verso le due del mattino la linea temporalesca raggiunge da Ovest la Lombardia: ma questa volta il protagonista non è tanto la grandine, ma il vento burrascoso. Raffiche di 70-80 ed additirttura 100 km/h abbattono numerosi alberi nelle zone già massacrate dai temporali del giorno prima. In mattinata la "tempesta" finalmente si placa, lasciando la sorpresa delle cime alpine innevate, mentre in pianura viene sfiorato un nuovo record per il mese di Luglio: quello delle temperature minime!
Cosa è accaduto sulla Lombardia, ancora una volta divisa in due dal maltempo?
Ebbene la presenza, nei giorni precedenti, di un'onda altopressoria di matrice nordafricana aveva creato un substrato di aria calda ed umida al suolo, e questo perchè la nostra Regione si era trovata a lungo sotto il braccio ascendente della struttura anticiclonica. Il clima è stato caratterizzato quindi da un'ondata di calore moderato, ma da un tasso crescente di umidità ed elevati valori di THETA: quella importante grandezza che esprime il calore latente di condensazione e quindi il carburante necessario per lo sviluppo dei temporali.
Nel corso della notte di Venerdì 17 Luglio, le correnti in quota sudoccidentali hanno assunto una componente ciclonica, ovvero una curvatura "concava" che ha richiamato aria calda ed umida dai bassi strati. In questo modo è iniziata la convezione, soprattutto in quelle zone dove le montagne hanno fornito il trampolino di lancio all'afflusso umido proveniente dalla Pianura Padana. La prima passata temporalesca del mattino, puramente orografica, è stata seguita nel pomeriggio da una seconda più potente - grazie al contributo del soleggiamento - che si è innescata a Nord di Milano, forse in una linea di convergenza tra l'aria più secca proveniente dall'Oltrepo e quella più umida che affluiva dall'Adriatico. Questo perchè l'Appennino ha protetto ancora una volta la pianura adiacente, dove le temperature hanno sfiorato i 35°C con umidità in rapido calo, grazie al vento di caduta.
La fase dei temporali "prefrontali" ha prevalso pesantemente - come era nelle attese - lungo la Pedemontana e le Prealpi, dove la grandine è stata la protagonista, sostenuta dalle intense correnti ascensionali (updrafts) che bruciavano un carburante (CAPE) di oltre 1500 Joule/Kg.
Nella notte il Fronte Freddo ha invece distribuito i temporali sulla medio-bassa pianura, fermandosi però nei settori occidentali: per circostanze difficili da comprendere la linea temporalesca non è infatti riuscita ad attraversare la linea dell'Adda. Al contrario, come era invece auspicabile, con la rotazione delle correnti da NordOvest il tempo è migliorato sulle Prealpi...anche se le prime raffiche post-frontali sono risultate davvero intense e questo anche in merito al rapido aumento di pressione concomitante all'ingresso energico dell'aria fredda, più stabile e più densa.
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