Editoriale di Giuseppe Aceti che ricorda il freddo e la neve sul centro-est regione che hanno caratterizzato i "giorni della merla" 2010, ovvero gli ultimi giorni di Gennaio.
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Venerdì 29 Gennaio 2010: Bergamo, Città Alta. Battistero e Cappella Colleoni sotto la nevicata che venerdì, grazie ad una perturbazione atlantica, ha imbiancato buona parte della nostra regione. AUTORE DELLA FOTO: Gabriele Asnaghi |
Domenica 31 Gennaio 2010 - ore 15:00
Buon pomeriggio a tutti dallo staff CML e ben ritrovati per una nuova edizione della "Prima Pagina"!
Secondo la
leggenda molti anni fa
una merla, con uno splendido e candido piumaggio, veniva regolarmente vessata da Gennaio, mese freddo e ombroso, che aspettava che lei uscisse dal nido in cerca di cibo per far piombare sulla terra freddo, gelo e vento. Stanca delle continue persecuzioni un inverno la merla, dopo aver fatto provviste di cibo, si rinchiuse nella sua tana con i suoi pulcini per tutto il mese di Gennaio, che ai tempi aveva solo 28 giorni. L'ultimo giorno del mese la merla, pensando di aver scongiurate le cattiverie di Gennaio, uscì dalla tana con i suoi pulcini e si mise ad irriderlo. Gennaio si risentì molto così che chiese in prestito tre giorni a Febbraio e scatenò sulla terra bufere di neve, vento e gelo. La merla con i pulcini si rifugiò velocemente in un comignolo e lì restò al riparo per tre giorni. Uscì il quarto giorno salva, ma il suo bel piumaggio si era ormai annerito a causa del fumo, e da allora i merli rimasero per sempre con le piume nere.
Nella settimana appena conclusa, l’ultima di gennaio, il tempo sulla nostra regione ha voluto rispettare la leggenda dei “giorni della merla”: pur senza eventi “eccezionali”, nella settimana appena trascorsa si è avuto freddo (per tutta la settimana, fatta eccezione per giovedì e la prima parte di venerdì, lo zero termico non è salito oltre il 300-400 mt. di quota), vento ed alcune nevicate.
Ma vediamo di analizzare in modo più approfondito la settimana appena trascorsa dal punto di vista meteorologico.
Domenica 24 gennaio l'Anticiclone delle Azzorre è andato ad unirsi a quello Russo, creando un lungo ponte anticiclonico. Sulla Lombardia è così stata una giornata fredda, con diversi casi di temperature massime negative sull’alta pianura e sulla fascia pedemontana della Lombardia centrale ed, in maniera più diffusa, su quella occidentale.
Lungo il bordo orientale dell’esteso corridoio anticiclonico sono poi giunti, lunedì 25 e martedì 26, nuclei d’aria artica continentale, che hanno mantenuto condizioni di freddo invernale e che hanno portato deboli precipitazioni (andando poi ad interessare maggiormente l’Italia Nord-Orientale e quella Centrale). In particolare, lunedì si sono avute deboli nevicate, con accumulo nullo o entro il centimetro, sulla parte occidentale della regione, (solo parte del pavese ha misurato da 2 a 4 cm di neve). Da segnalare l’ennesima giornata di ghiaccio su parte del varesotto, della pedemontana comasca e della Valtellina ed il fenomeno, piuttosto raro per le zone, di “pioggia congelantesi” segnatamente su alcune aree del comasco e del varesotto. Martedì nuovamente qualche fiocco di neve è comparso un po’ su tutta la regione, a tratti mista a pioggia, ma senza accumuli significativi (fatta eccezione per pochi centimetri questa volta sul mantovano orientale).
Da metà settimana un affondo del Vortice Polare sulla Scandinavia ha gradualmente messo fine al corridoio Anticiclonico ed ha posto le basi per l’instaurarsi di un periodo caratterizzato da correnti da Nord. Questi impulsi freddi e umidi si sono mossi a più riprese (e dovrebbero continuare anche nei prossimi giorni) dall'Europa settentrionale verso le Alpi. Un primo debole impulso è giunto giovedì, senza però portare precipitazioni e apportando solo deboli e locali effetti favonici (limitati, localmente, all’alto varesotto, alto Lario ed alla Valtellina).
Un secondo impulso freddo ha raggiunto la nostra regione venerdì sera e nella successiva nottata, con annesso transito di una perturbazione atlantica (ingresso di aria artico-marittima dalla porta del Rodano) con direttrice Ovest – Est; il richiamo sudoccidentale mite ed umido prefrontale ha apportato un peggioramento del tempo con nevicate un po’ su tutta la regione, più incisivo sui settori centro-orientali della Lombardia (l’ovest regione ha risentito di una certa protezione orografica dell'arco alpino occidentale). L’accumulo nevoso è andato progressivamente a crescere da Ovest verso Est; così, se nell’estremo Ovest regione si sono osservati solo fiocchi svolazzanti, spostandosi ad Est gli accumuli sono progressivamente aumentati, fino ai 6-7 cm del bresciano (con i maggiori accumuli, in pianura, misurati a Barco di Cazzago San Martino, con 8,5 cm, a Ghedi ed a Gussago con 7 cm).
Sabato poi, dal tardo pomeriggio, l’aumento di pressione a Nord delle Alpi e la rotazione delle correnti in quota da Nord-Ovest, ha favorito l'ingresso del Föhn sulla nostra Regione, segnatamente sulla medio/alta Pianura centro-occidentale.
In nottata e poi stamattina il Föhn, al suolo, ha creato una zona di bassa pressione, richiamando venti orientali; lo scontro tra il vento da nord e quello da est ha così creato una linea di instabilità che ha portato alcuni rovesci nevosi segnatamente sulla parte orientale e meridionale della regione (con accumuli fino a 10 cm su bresciano, mantovano, cremonese, lodigiano e pavese orientale), con fenomeni ancor più importanti sulla confinante Emilia. Oggi il Föhn è lentamente calato di intensità anche se fino ad ora ha continuato, irregolarmente, ad interessare l’alta Pianura occidentale e tutta la regione ha visto un’alta giornata invernale, fredda.
E cosa ci riserva il
futuro? Dalle ultime emissioni modellistiche sembra che l’Aria fredda in discesa dal Nord Atlantico possa continuare ad interessare gran parte dell'Europa e del bacino del Mediterraneo almeno per l’inizio della prossima settimana, portando ancora vento da nord e tempo per lo più stabile sulla nostra regione con condizioni climatiche invernali. Consigliamo comunque di seguire l’evoluzione del tempo della prossima settimana consultando gli aggiornamenti quotidiani del nostro
Bollettino di Previsione.
Vogliamo concludere guadando un po’ avanti a livello meteorologico, e lo facciamo scomodando nuovamente la leggenda. La primavera prossima andrà secondo quanto vuole la tradizione dei “Giorni della Merla”? L’antica leggenda afferma, in ultima battuta, che se gli ultimi giorni di Gennaio sono freddi, la Primavera seguente sarà bella, mite e senza eccessi di pioggia mentre se i giorni della Merla sono caldi, la Primavera seguente arriverà in ritardo e si presenterà piuttosto uggiosa. Beh, senza correre troppo in avanti, vediamo come prosegue l’ultimo mese invernale; per la primavera … c’è tempo!
Vi ringraziamo come sempre per l'attenzione, vi auguriamo un buon fine settimana.
Giuseppe Aceti - Staff CML