Il mese di luglio 2010, almeno nelle prime due decadi, ha visto la presenza pressoché costante di un
Alta Pressione Subtropicale con conseguente tempo stabile, caldo e molto afoso: le temperature registrate fino a quel punto sulla nostra Regione si mostravano addirittura superiori al famigerato Luglio del 2006, il mese più caldo sulla nostra Regione degli ultimi anni!
A livello sinottico, già da mercoledì 21 Luglio il tempo sulla nostra Regione ha visto il lento avvicinamento di una
perturbazione atlantica; le correnti sudoccidentali che l’hanno preceduta hanno così cominciato ad investire la nostra Regione, convogliano una massa d'aria relativamente umida e progressivamente più instabile, portando un ulteriore aumento del caldo e dell’afa. Mercoledì e giovedì quindi, oltre al caldo e all’afa, primi locali fenomeni di pioggia e temporali grazie alle umide correnti sud-occidentali (con accumuli generalmente contenuti), segnatamente sulla parte occidentale della Regione ed in special modo sui rilievi.
A questo punto però,
il “catino padano” era pronto a esplodere avendo accumulato energia, caldo e umidità a livelli assolutamente significativi.
Ed infatti, nella giornata di venerdì 23 luglio, l’ingresso della saccatura di origine atlantica sulla nostra Regione, anche grazie al buon impulso della corrente a getto, ha portato instabilità e temporali diffusi ed un successivo rapido calo della temperatura; intensità ed estensione dei fenomeni ben
previsti il giorno prima dal nostro Andrea Colombo.
In mattinata si sono così formati i primi
temporali prefrontali da SW ad innesco orografico che, come tipico con queste configurazioni, sono andati a colpire principalmente il corridoio Alto Varesotto, Sopra e Sottoceneri, Alto Lario, Valchiavenna, Valtellina. Nel pomeriggio, formazione di altri temporali sempre sulle zone montuose (Orobie, Valcamonica, Garda) ed innesco di una cella temporalesca sulla Brianza, seguito da inneschi più importanti sul Piemonte. L'innesco dinamico (grazie all’impulso incisivo della corrente a getto ed alla convergenza nei bassi strati) ha così favorito il formarsi di temporali prefrontali in risalita dalla bassa pianura verso le Prealpi, con moto SW->NE. Si sono così avuti forti temporali su Ovest Milanese e poi su Bergamasco; le celle sono risultate generalmente grandinigene sulla media pianura. Infine, una vera linea temporalesca ha attraversato in serata la Regione associata al passaggio del
fronte freddo: maggiori fenomeni, come sempre in questi casi, sulle Province Orientali (e sul Nord-Est) mentre ad ovest il passaggio del Fronte ha posto fine ai fenomeni temporaleschi ed è stato associato all’ingresso del vento da Nord, dove l’afflusso di aria più fresca e secca è avvenuto sottoforma di corrente favonica.
Tale passata temporalesca ha portato diffusamente forti temporali con presenza di downburst (forti colpi di vento) ed importanti grandinate, ed ha provocato sulla nostra Regione prima e sul Nord-Est poi numerosi danni e problemi: strade allagate, alberi sradicati, allagamenti a cortili e scantinati, disagi alla circolazione automobilistica e ferroviaria, evacuazione di case a causa di tetti scoperchiati e purtroppo il decesso accidentale di alcune persone (per approfondimenti vedi editoriale
Prima Pagina del 26 luglio 2010).
Gli accumuli, sempre piuttosto disomogenei anche a pochi Km di distanza trattandosi di fenomeni temporaleschi, hanno colpito prevalentemente la fascia montuosa, la Valtellina e la Medio-Alta pianura Centro-Occidentale con i fenomeni Prefrontali e la Medio-Alta pianura e la fascia pedemontana orientale con il passaggio successivo del fronte freddo.