Prima un clima mite e nebbioso, una sorta di Estate di San Martino anticipata. Poi il ritorno del maltempo, accompagnato questa volta da aria più fredda e da neve in montagna a quote relativamente basse. Un autunno quindi che non finisce certo con l'annoriarci: peccato che il maltempo abbia preso l'abitudine di concentrarsi soprattutto nei week-end! Ma riviviamo questa prima decade di Novembre nell'esaustivo editoriale del nostro Giuseppe Aceti.
Martedì 9 Novembre 2010 - ore 22:40
Proviamo a rivivere il tempo degli ultimi 8 giorni attraverso alcune immagini. Nella prima fotografia, giovedì 4 novembre in media e alta montagna, ai Piani Bobbio (LC), Zucco di Pesciola (2096 mt.) una bella sintesi della seconda metà di settimana scorsa: il bel tempo ed il sole sopra … un mare di nebbia (Foto del forumista Valbrembana). Nella seconda fotografia, lunedì 8 novembre, veri e propri temporali si formano, con l’ingresso del freddo in quota, su parte della Lombardia centro-occidentale, come quello fotografato a Torno (CO) (Foto del forumista Maribor70). Nella terza immagine, sempre di lunedì 8 novembre, il freddo in quota, oltre ai temporali, porta un importante calo della quota-neve in montagna; imbiancate così le alture al di sopra dei 1100-1200 mt. In particolare vediamo imbiancata Campodolcino, Località Fraciscio (SO, 1319 mt) (Fonte: http://fraciscio.dyndns.org/record/current.jpg) |
Buona serata a tutti dallo staff CML e ben ritrovati per una nuova edizione della "Prima Pagina"!
Piuttosto scontato in questo editoriale, per descrivere la settimana iniziale del mese di Novembre e i primi giorni di quella in corso, il titolo dell’editoriale, che sottolinea un passaggio piuttosto radicale tra 2 tipi di tempo “opposti”. Siamo infatti passati da un
clima mite, tipico di una
estate di San Martino (che, in meteorologia, è il nome con cui viene indicato un periodo autunnale durante il quale, dopo le prime gelate ed i primi freddi, si verificano condizioni climatiche di bel tempo e relativo tepore che interrompe la discesa verso l'Inverno) ad un clima decisamente più freddo, di
stampo invernale, al quale siamo andati incontro nei primi giorni di questa settimana (oggi compreso).
Ma vediamo subito cosa è accaduto sulla nostra Regione negli ultimi giorni a livello meteorologico.
Martedì 2 Novembre andava a chiudersi la lunga e importante fase di maltempo, già ben raccontata nel
precedente editoriale Prima Pagina; maltempo che, ricordiamo doverosamente, ha causato 5 morti e 2 dispersi tra Toscana, Veneto e Calabria, ed ha letteralmente messo in ginocchio il vicino Veneto, che ha ottenuto (assieme a Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana e Calabria) lo Stato di Emergenza; basti ricordare che in Veneto, che sta ancora facendo i conti col maltempo, sono state interessate dall’alluvione oltre mezzo milione di persone, più di 120 comuni, vi sono stato oltre 10.000 sfollati e numerosi altri danni!
Da mercoledì 3 a Sabato 6 Novembre poi, la pressione è tornata rapidamente ad aumentare su tutta l'Europa centro-meridionale e così sulla nostra Regione, con conseguente tempo stabile grazie alla robusta fascia di Alta pressione, accompagnata tra l’altro da aria molto mite di origine subtropicale. A livello termico quindi, le temperature sono risultate miti per tutta la settimana scorsa; le temperature minime hanno oscillato tra 7 e 10 gradi mentre le massime tra 16 e 19 °C, con alcune stazioni che hanno superato i 20 °C (a Mantova Pompilio si sono toccati i 21,0 °C!). Ecco quindi che, la più classica delle “estati di San Martino” è giunta, seppur leggermente in anticipo rispetto all’11 novembre, anche quest’anno.
Tale robusta fascia anticiclonica ha accentuato l’inversione termica così che si è assistito alla formazione di nebbia, per lo più “alta”. Così, mentre in pianura il tempo si presentava per lo più grigio e uggioso, la nebbia ha raggiunto più diffusamente le zone collinari e di bassa montagna. E’ quindi confermata anche quest’anno una certa tendenza all’aumento del fenomeno nebbia sulle zone collinari, a dispetto delle zone pianeggianti, anche se va detto che questo aspetto è piuttosto tipico del clima novembrino quando l’inversione termica non è ancora così accentuata (anche a causa del ridotto raffreddamento rispetto ai mesi invernali) da “spingere” la coltre nuvolosa verso il suolo arrecando nebbie in pianura.
Sul finire della settimana poi, già da venerdì l'anticiclone sull'Europa si spostava verso est e la pressione sulla nostra Regione cominciava a calare; il tutto a causa di un afflusso di aria polare marittima dalla Groenlandia verso il Mediterraneo Occidentale. Tale afflusso ha così cominciato ad approfondire una depressione che ha interessato per più giorni (e sta ancora interessando) un po’ tutta l'Europa.
Già, nella giornata di domenica 7 novembre, una prima zona di bassa pressione a Nord delle Alpi ha attivato correnti sudoccidentali che hanno fatto affluire aria umida verso il pendio sudalpino, portando piogge diffuse e abbondanti prevalentemente sulla fascia settentrionale della Regione, questo sia per effetto stau che per canali convettivi rigeneranti. In termini di accumuli, mentre sulle basse e medie pianure si sono registrati pochi millimetri, salendo verso nord gli accumuli si facevano via via più importanti. Così, su alte pianure, zone pedemontane e, soprattutto, su Alpi e Prealpi gli accumuli andavano a crescere facendo registrare dai 20-40 mm di pioggia fino ai 60-70 mm sulle zone montuose maggiormente interessate dai fenomeni (ad esempio sulle Orobie si sono misurati 71 mm a Roncobello loc. Capovalle e 66 mm a Schilpario).
Tale impulso perturbato è stato solo il primo ad interessarci in quanto la profonda depressione nord-atlantica che era venuta a formarsi andava a scivolare lentamente lungo il bordo orientale dell'Anticiclone delle Azzorre; anche la nostra Regione ne è stata interessata visto che tale depressione ha convogliato una serie di impulsi perturbati, più o meno attivi, sul nostro territorio. Tra l’altro, tale depressione ha portato ad un vero “crollo” barico anche sul nostro territorio, così che la pressione è calata, in soli 4 giorni (da giovedì 4 a lunedì 8 novembre) di circa 50 hpa, portandosi dai 1030 a 980 hpa!
Così nella notte su lunedì, col passaggio dell’asse di saccatura sul nostro territorio, si sono registrati rovesci diffusi e
diversi temporali, localmente anche intensi, su medio-alta pianura e sui rilievi; tali temporali sono tra l’altro stati spesso accompagnati
frostgraupel (confusa con grandine piccola); quindi, veri e propri temporali “di stampo estivo” (grazie alla presenza di vorticità, all’ingresso freddo in quota e all’aria umida nei bassi strati), con tanto di danni annessi per i fulmini (come un
campanile danneggiato da un fulmine a Maslianico, nel comasco). Tale passaggio perturbato ha maggiormente interessato le alte pianure ed i rilievi, in particolare l’Alto Varesotto, l’Ovest Comasco e, in generale, le zone montuose centro-occidentali, con accumuli medi di 20-40 mm fino a 70 mm (come quelli caduti a Como Sagnino). Fenomeni significativi, anche se più contenuti, si sono registrati sulle alte pianure e sulla fascia pedemontana oltre che sulla media pianura occidentale. Nulli o scarsi invece, anche per questo passaggio frontale, gli accumuli sulla bassa pianura in generale e sulla media pianura centro-orientale.
Dopo un breve intervallo con qualche apertura, gia dalla tarda serata di lunedì, e fino ad oggi, è giunto da SudOvest il fronte caldo annesso ad un nuovo impulso perturbato. Oggi quindi, precipitazioni più diffuse con accumuli comunque contenuti entro i 10 mm, con qualche mm in più sulla fascia orientale dove si sono accumulati fino a 15 mm.
A livello termico poi, la depressione ha portato ad un repentino calo delle temperature da lunedì così che le temperature sono calate in pochi giorni di circa 10 C°, portandosi oggi nei valori massimi tra 7 e 10 gradi un po’ su tutta la Regione. Di conseguenza, il limite delle nevicate è sceso progressivamente e ieri e oggi tale limite si è portato attorno ai 1100-1200 mt di quota, con episodi nei quali la neve si è spinta anche più in basso.
E cosa ci riserva il
futuro? Beh, innanzitutto, la vasta e profonda depressione centrata sulla Manica convoglierà fino a domani aria umida e fresca di origine polare verso la regione alpina, pur se le precipitazioni dovrebbero progressivamente diminuire per poi cessare. Per il prosieguo della settimana poi è atteso un leggero miglioramento del tempo, pur in un quadro di variabilità. E per il week-end? Avremo la quinta domenica consecutiva di maltempo? Beh, per saperlo consigliamo come sempre di seguire i vari commenti ed aggiornamenti sul
Meteoforum (che oggi compie 10 anni. Auguri!), oltre che di consultare quotidianamente gli aggiornamenti del nostro
Bollettino di Previsione.
In conclusione, visto che il tepore della settimana scorsa è già un lontano ricordo, è lecito domandarsi:
avremo nelle prossime settimane altre “estati di San Martino” o siamo ormai proiettati verso l’Inverno? Beh non lo possiamo sapere, vogliamo però ricordare che, oltre che nella tradizione, anche la climatologia scientifica non lo esclude. Ricordiamo infatti come nella tradizione, che risale a tempi antichissimi, San Martino era un Santo che divise in due il suo mantello per coprire un povero mendicante nudo e freddoloso; il Signore lo "ricompensò" inviando un clima mite e temperato per qualche giorno, quando oramai esso volgeva al freddo dell'Inverno. Ebbene, questo “luogo comune meteorologico”, a differenza di altri, sembrerebbe avere un
fondo di verità di tipo scientifico, che emerge piuttosto chiaramente dalla media delle mappe bariche dell'ultimo trentennio (nelle seconda decade di Novembre le carte mostrano una moderata espansione dell'Anticiclone delle Azzorre dalla Spagna verso tutto il Mediterraneo, inglobando parte dell'Europa occidentale e centrale). Anche in questo caso comunque, come già fatto per altri luoghi comuni, vigileremo e … ci terremo aggiornati
Ringraziandovi come sempre per l'attenzione, vi auguriamo un buon prosieguo di settimana.
Giuseppe Aceti - Staff CML