Buona giornata a tutti dallo Staff CML e ben ritrovati per il consueto appuntamento con la
"Primapagina", che assume oggi la prima
veste "Invernale" della stagione.
Sì, perché la regione, dopo un lungo autunno piovoso, e caratterizzato da un mese di Novembre con temperature generalmente sopramedia, è
piombata all'improvviso in un clima pienamente invernale, con
freddo notevole per il periodo e soprattutto con il perentorio
ritorno della neve fino in pianura!
Archiviata quindi la fase piovosa e mite (che, ricordiamo, aveva raggiunto l'apice con il forte peggioramento di domenica scorsa, foriero di accumuli diffusi sino a 70 mm in varie province, e di abbondanti nevicate su Alpi e Prealpi), dalla seconda metà della settimana uscente le cose sono iniziate a cambiare. Da sottolineare e ricordare, di questo Novembre, sicuramente i
quantitativi pluviometrici elevati, che in diverse zone prealpine e pedemontane hanno raggiunto punte sino a 300 mm, ed addirittura in qualche caso superato i
400 mm!
Un primo "assaggio" di clima decisamente più rigido in realtà era stato vissuto da vaste zone della
medio - bassa pianura Padana durante la giornata di
Martedì 23, con la comparsa di
nebbie anche estese e persistenti durante le ore centrali, che avevano prodotto valori massimi non superiori ai 6/8 gradi, mentre i colli pedemontani ed i fondovalle, "baciati" da una delle prime giornate di sole dopo tanta pioggia (e dopo una serie-record di week-end perturbati consecutivi), superavano nettamente i 10 gradi, con punte anche vicine ai 15.
Nebbia durata poco, in quanto successivamente le correnti ruotavano a nord, preannunciando il graduale ingresso di aria più fredda proveniente dal nord Europa, con netto calo delle temperature proprio a partire dai rilievi e ritorno a tempo soleggiato ovunque (specie Giovedì).
Il tutto in attesa di un
peggioramento, che si è materializzato nella giornata di
ieri, e che ha come detto riportato la
neve sino in pianura, per un precoce inizio d'inverno che ha ricordato molto quello di due anni fa e del non lontano 2005. Le condizioni termiche preesistenti infatti hanno fatto si che
i fiocchi bianchi siano potuti scendere diffusamente non solo a quote collinari come inizialmente previsto dai modelli, ma
anche su moltissime zone della regione Padana, grazie anche alla maggiore intensità delle precipitazioni sui settori pedemontani, centrali ed orientali rispetto a quelli Alpini (un classico a dire il vero degli episodi nevosi degli ultimi anni, con configurazioni che sempre più spesso hanno premiato anche l'intera Valpadana).
La
neve è iniziata a scendere infatti nella
notte, dopo una iniziale fase di pioviggini o deboli piogge, accompagnata da un vero e proprio
crollo termico anche superiore ai 4 gradi, grazie al "riversamento" dell'aria fredda al suolo, avvenuto, come ampliamente previsto, in contemporanea con la graduale intensificazione delle precipitazioni.
Alle basse quote, inizialmente le zone maggiormente coinvolte sono risultate quelle
pedemontane sino all'alba, specie tra
Varesotto orientale e Comasco occidentale e sui alcuni colli dell'
alta Brianza, aree favorite da maggiori precipitazioni, dove sono caduti
sino a più di 10 cm oltre i 400 metri di quota. Dal primo mattino le nevicate, complice la traslazione del minimo depressionario, hanno raggiunto anche la
pianura, ed in particolare il
Milanese, specie quello centro/orientale (capoluogo compreso, dove si è vista la prima spruzzata stagionale), la Bergamasca ed il Bresciano; nelle ore centrali del giorno invece hanno interessato più direttamente la
bassa pianura, in particolare il
Pavese, il Lodigiano, ed il Cremonese.
In generale, al piano sono caduti ovunque
tra 2 e 5 centimetri di manto bianco, con solo qualche rara eccezione in positivo. La Valtellina (specie la bassa valle), la Valchiavenna, la Brianza, parte del Lecchese, il Mantovano ed i fondovalle Orobici sono stati parzialmente risparmiate dai fenomeni più importanti, causa minori precipitazioni. Abbondanti nevicate, ancora una volta, sulle Prealpi, meno intense procedendo verso nord (idem nel vicino Canton Ticino). Solo pioggia sui grandi laghi, con temperature ancora troppo alte per poter permettere la caduta della neve fin sulle coste. Sono state registrate ovunque
enormi differenze tra gli accumuli anche nel giro di pochissimi km, sia nelle zone collinari e montuose per componente altimetrica, sia al piano a seconda dell'intensità delle precipitazioni.
La giornata ha visto poi una nuova
rotazione delle correnti dai quadranti settentrionali sui settori occidentali dal tardo mattino, con ingresso del favonio, accompagnato però da temperature molto basse e da sensazione di freddo notevole per il periodo. Altrove il graduale miglioramento non è stato accompagnato dal vento, ma da un
rapido ed incisivo crollo termico, con la
neve che -laddove presente- è rapidamente
gelata al suolo (moltissime zone regionali sono al momento innevate, pur con quantitativi modesti).
Stamane
la regione si è risvegliata in balia del gelo, con cieli sereni e
valori abbondantemente sotto lo zero praticamente ovunque, con punte
anche inferiori ai -5°C nelle zone più fredde. Un clima davvero
pienamente invernale, in linea con le ultime buone stagioni fredde vissute dal nord Italia, dopo anni nei quali freddo e neve si facevano spesso desiderare. Vedremo se questa tendenza al riavvicinamento, almeno parziale, del clima di "una volta" alle nostre latitudini verrà confermato anche nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
Nel frattempo sembra che
le occasioni per rivedere la neve a basse quote non mancheranno, ad iniziare da domani (soprattutto sui settori meridionali) e probabilmente anche a più riprese nella prossima settimana: d'obbligo seguire tutti gli aggiornamenti con il nostro
bollettino meteo, sempre aggiornato.
A presto e
buon Inverno a tutti.