L'Italia esce dalla storica fase di grande gelo...ed anche la neve caduta in Lombardia, per la verità poca, sta lentamente abbandonando la Pianura Padana ed ancora resiste stoicamente sul Piemonte. Le temperature sono tornate nella normalità o addirittura sopra, e con esso anche il tipo di tempo di un inverno piuttosto anonimo! Il sogno dei "freddofili" si è concluso, ma la stagione avanza ed anche la primavera porterà nuove emozioni...ma l'inverno non è ancora finito qui. Editoriale di Giuseppe Aceti.
Sabato 18 Febbraio 2012 - ore 22:30
Didascalia immagini. Dopo l’irruzione fredda di inizio mese, ecco la trasformazione del paesaggio del Nord-Italia a seguito del disgelo, visto dallo spazio dal sensore MODIS a bordo del satellite Aqua. L’immagine di sinistra si riferisce a venerdì 3 febbraio, dove si vede come buona parte del settentrione centro-occidentale sia completamente innevato. L’immagine di destra si riferisce invece a venerdì 17 febbraio, e possiamo notare come la neve abbia ormai abbandonato quasi definitivamente il suolo delle aree pianeggianti della Lombardia (e non solo). Fonte: MODIS |
Buona serata a tutti dallo staff CML e ben ritrovati per una nuova edizione della "Prima Pagina"!
Il freddo continentale "pellicolare" legato alla retrogressione di nuclei di aria gelida legati all’Orso Russo-Siberiano, che ci ha invaso e ci ha tenuto compagnia per circa 15 giorni, è risultato su buona parte dell’Europa particolarmente significativo, per molti versi “eccezionale”. Sul nostro territorio “l’eccezionalità” dell’evento non ha riguardato l’abbondanza della neve caduta (che sul nostro territorio ha oscillato per lo più tra 10 e 20 cm ) quanto piuttosto per i valori termici rilevati, sia per quelli estremi (vedi ad esempio i dati del nostro territorio della giornata più rigida, lunedì 6 Febbraio, nella pagina archivio), che ancor di più per la durata del freddo, data la stazionarietà della situazione sinottica, che è rimasta più o meno invariata per 15 giorni consecutivi. Tra l’altro, il freddo sul nostro territorio per questo periodo è stato acuito proprio dalla neve caduta che, ben conservata al suolo per circa 15 giorni in pianura su quasi tutta la regione, ha favorito l’effetto albedo di giorno e il forte irraggiamento notturno. Freddo quindi sulla nostra regione “eccezionale” sia come intensità che come durata; tale irruzione fredda può essere paragonata a quelle storiche del 1929, del 1956 e del 1985.
Per quanto concerne invece gli effetti dell’irruzione fredda su altre zone d’Italia, vogliamo doverosamente citare le abbondanti nevicate che hanno interessato le regioni centrali; in particolare riportiamo alcuni dati ufficiali della regione Marche dove la quantità di neve caduta è da record storici record (anche rispetto ai precedenti 1929, 1956 e 1985); infatti, tra le province di Pesaro ed Ancora, sui rilievi il manto nevoso ha raggiunto i 2-3 m d’altezza a 500 m di quota, i 2,5-4 m d’altezza attorno ai 1000 m di quota fino a superare localmente i 5 m di spessore oltre i 1500 m di quota! (fonte: 3b meteo). Più in basso, rimarranno probabilmente nella storia gli oltre 3 m. caduti ai 476 m di Urbino, così come gli oltre 2 m caduti attorno ai 400 m a San Marino!
Ma vediamo ora più in dettaglio quanto accaduto nell’ultima settimana sul nostro territorio. A livello sinottico l’ondata di freddo “siberiano” iniziata martedì 31 gennaio è poi proseguita sostanzialmente indisturbata durante la prima decade di febbraio; anzi, proprio sul finire della prima decade è stata rinvigorita dall’arrivo di un nuovo nocciolo di aria gelida polare-continentale da Est, accompagnato da un vortice ciclonico in quota. Come già ben descritto nel precedente editoriale Prima Pagina infatti, tale vortice ciclonico è stato responsabile delle nevicate particolarmente abbondanti su Emilia Romagna, Marche e Abruzzo mentre da noi i principali effetti sono stati il costante permanere delle temperature su valori molto rigidi, sia di notte che di giorno.
Così, ancora nello scorso weekend, e per i primi giorni della settimana appena trascorsa, siamo stati interessati dal vasto anticiclone esteso dalle aree interne della Russia congiunto con l'alta pressione delle Azzorre nel medio-atlantico, che ha così continuato ad abbracciare buona parte dell’Europa (compreso il nostro territorio). Il clima è quindi rimasto estremamente rigido fino a martedì 14 febbraio compreso. Prendendo ad esempio i dati osservati nella giornata di lunedì 13 febbraio osserviamo come sulla nostra regione i valori delle temperature minime sono oscillati, al piano, tra i -11 ed i -7 °C, con diverse località che sono scese quindi al di sotto dei -10 °C per l’ennesima volta durante tale irruzione fredda. I valori massimo sono invece oscillati, al piano, tra 0 e 3 °C con diverse località di pianura che hanno fatto registrare, anche in questo caso per l’ennesima volta, una giornata di ghiaccio.
Nel corso di mercoledì 15 febbraio invece le gelide correnti siberiane andavano ad esaurirsi, sostituite da correnti più asciutte settentrionali, d'estrazione artico-marittima. Infatti, l’Anticiclone delle Azzorre è tornato ad intensificarsi sul vicino Atlantico e a disporsi lungo i meridiani così che, lungo il suo bordo orientale, hanno iniziato a scivolare correnti artico-marittime che hanno raggiunto la nostra regione tra mercoledì e giovedì. Tali correnti, valicando le Alpi da NW, hanno dato luogo ad una corrente favonica piuttosto estesa sul nostro territorio, localmente caratterizzata da raffiche importanti segnatamente in quota e sulla fascia pedemontana (si sono ad esempio superati i 180 Km/h ai 2360 m di quota del Lago della Vacca BS mentre sulla fascia pedemontana, e non solo, si sono registrate diffusamente raffiche a 60-70 km/h).
Le correnti più miti ed asciutte hanno così favorito, nelle giornate di mercoledì e poi di giovedì, l’aumento significativo delle temperature ovunque tanto che i valori massimi, al piano, sono risaliti fino a 8-11 °C, per riportarsi comunque in norma per il periodo. In questo contesto di tempo stabile, mite e soleggiato con cieli limpidi si è così assistito alla rapida fusione della neve sulle aree di pianura. Anche l’immagine scelta per il presente editoriale vuol mostrare visivamente, dal satellite, come si sia modificata l’immagine del nord Italia e del nostro territorio, dove è ben visibile il “disgelo” ed il ritorno a condizioni senza più neve al suolo sulla maggior pare delle aree di pianura.
E come proseguirà il tempo nella seconda metà di Febbraio (ultimo mese invernale), dopo i record di freddo della prima metà del mese? Dalle ultime emissioni modellistiche pare confermato come una saccatura in discesa sull'Europa centrale possa raggiungere tra domani e lunedì il Mediterraneo occidentale, favorendo la formazione di una depressione sul Ligure; potrebbero così tornare le precipitazione tra domenica e lunedì su buona parte del territorio, e non è da escludere il ritorno della neve a quote basse. Dopo tale parenesi comunque il tempo dovrebbe presto ristabilirsi, con l’anticiclone delle Azzorre che dovrebbe garantirci l’ennesimo periodo mite e asciutto di questo inverno. Per tenervi aggiornati, vi consigliamo come sempre di seguire gli aggiornamenti del nostro Bollettino di Previsione ed i vari commenti degli esperti e dei vari appassionati sul nostro Forum. E per capire meglio l’entità e l’eccezionalità dell’ondata di freddo del Febbraio 2012, vi consigliamo gli approfondimenti del caso sul nostro Atlante dei climi e microclimi della Lombardia.
Avendola nominata ad inizio editoriale e visto che non è escluso che, a quote basse, la si possa rivedere entro lunedì, volevamo concludere l’editoriale tornando sulla cara neve, riportando una piccola curiosità in proposito. Perché la neve è di colore bianco mentre l’acqua (che la compone) è trasparente? Il colore bianco della neve non è una proprietà della neve stessa, ma piuttosto della sua struttura; i piccolissimi cristalli di ghiaccio che formano la neve non assorbono alcun colore, pertanto la luce solare visibile viene quasi completamente riflessa dalla neve stessa e al nostro occhio appare bianca, in quanto sommatoria di tutti i colori. Chissà mai che almeno qualcuno di voi possa rivedere la dama bianca nel prossimo peggioramento, e comunque entro la fine della stagione invernale, così da meglio apprezzare i cristalli di neve ed il bianco candore a noi tutti caro!
Ringraziandovi come sempre per l'attenzione, vi auguriamo una buona domenica e … buon Carnevale.
Giuseppe Aceti - Staff CML