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Si è parlato
nei nostri ultimi incontri di una primavera scoppiettante, con il ritorno delle piogge e soprattutto dei temporali: dopo un aprile movimentato dal punto di vista meteorologico, anche maggio non da meno è iniziato all'insegna della dinamicità! Questa settimana però il "cielo in movimento" si è preso qualche giorno di riposo, dando spazio ad una breve partentesi di tempo stabile, dai tratti più tipici di un inizio estate! Non è difficile riconoscere il protagonista di quest'ultima settimana; anzi, proprio a questo dedichiamo l'immagine del nostro editoriale: si tratta dell'
alta pressione mediterranea, sostenuta da un'impronta subtropicale in quota. In alcune annate una mappa di questo tipo è stata il tormentone dell'estate, protraendosi per lunghe settimane: una sorta di vero e proprio "spauracchio" per chi teme la calura estiva! Altre volte la sua comparsa a maggio, non proprio infrequente, si è limitata a regalare solo qualche primo assaggio estivo... magari calato nel contesto di una stagione fresca e piovosa.
Nel nostro caso, la parentesi calda che abbiamo vissuto negli scorsi giorni è sembrata proprio "incastonata" tra gli svariati episodi di instabilità, che hanno interessato a tempi diversi buona parte della nostra regione. L'inizio di quest'ultima settimana è stata ad esempio caratterizzata da una moderata attività convettiva pomeridiana e serale, concentrata soprattutto sui rilievi prealpini. Tra lunedì 7 e martedì 8 maggio un regime di correnti in quota occidentale - ancora debolmente ciclonico - ha favorito lo sviluppo di rovesci e temporali sparsi tra le prealpi varesotte, comasche, lecchesi e le Orobie. La tipologia dei fenomeni è sembrata per certi aspetti simile a quella dei temporali di calore estivi, con accumuli irregolari e sparsi "a macchi di leopardo": qualche picco isolato di una trentina di millimetri è stato registrato sui contrafforti montuosi che si affacciano sulla pianura, come ad esempio il Monte Cornizzolo nel Triangolo Lariano. Le temperature, inizialmente nella media (con la tipica larga forchetta primaverile tra i 6/9°C di minima ed i 22/24°C di massima), si sono poi gradualmente ed inesorabilmente innalzate nel corso della settimana.
A partire da mercoledì 9 maggio, infatti, la pressione ha iniziato ad aumentare soprattutto in quota, e questo ha determinato una graduale stabilizzazione del tempo: il tipico affondo perturbato in pieno Atlantico (al largo del Portogallo) ha determinato una risposta anticiclonica di matrice subtropicale, con avvezione di aria calda ed asciutta. L'onda altopressoria ha conquistato tutta la nostra penisola, con temperature gradualmente più elevate. Giovedì scorso 10 maggio si è respirata la prima sensazione di leggera
afa dal sapore estivo, grazie alla presenza di umidità crescente nei bassi strati:
il punto di rugiada, preciso indicatore dell'umidità specifica di una massa d'aria, ha raggiunto per la prima volta valori di 16/18°C. Clima particolarmente mite e più asciutto sulle Alpi, con il "ventello" a circa 1500 metri di altitudine nelle nostre stazioni della Valtellina e Valchiavenna: questo per la presenza di moti discendenti al di sotto della cupola di alta pressione che comprimono e riscaldano la massa d'aria, talvolta contrassegnata dal passaggio in quota di nubi alte e sottili destinate presto a dissolversi.
L'onda subtropicale ha raggiunto il suo massimo fulgore venerdì scorso 11 maggio, quando la nostra regione si è trovata sotto l'apice della cupola subtropicale; a parte i cieli ovunque sereni, le temperature si sono innalzate ulteriormente ed è stata superata diffusamente - per la prima volta quest'anno - la soglia dei trenta gradi. Più fresche le aree lacustri dove non è stato raggiunto il "trentello", ben più calda come sempre la Bassa Pianura sudorientale con oltre 32°C di massima nel Mantovano.
L'ondata di calore ha toccato il culmine su buona parte della nostra Regione, ieri sabato 12 maggio: la stazione più calda della nostra Rete è risultata Sermide (MN) con una massima di ben 33.4°C, mentre nel Pavese è stata l'afa a creare le prime condizioni di disagio, in particolare in Lomellina e nelle aree limitrofe del Piemonte dove il punto di rugiada ha toccato i 20/21°C! Altrove le temperature pomeridiane sono risultate più contenute, grazie ad una nuvolosità piuttosto irregolare che ha preceduto l'ingresso di una perturbazione atlantica, attesa già da diversi giorni dai nostri principali modelli di previsione. In realtà, data la traiettoria nord-occidentale del fronte freddo, i fenomeni ieri sera sono risultati piuttosto scarsi sulla Lombardia: anzi l'alta pianura e la pedemontana occidentale sono state interessate localmente da un po' di Föhn, mentre i primi temporali hanno più che altro interessato il Triveneto.
Nel corso di questa notte la massa d'aria fredda accumulatasi a nord delle Alpi è riuscita ad aggirare la catena montuosa da Est, per entrare in Pianura Padana sottoforma di venti orientali piuttosto sostenuti. Lo scontro dell'aria più umida proveniente dall'Adriatico con i venti di caduta più asciutti ha dato luogo ad una linea di convergenza, associata a fenomeni di instabilità anche intensi.
Alle luci dell'alba i temporali si sono fatti strada sulla medio-alta pianura Bresciana e Bergamasca, accompagnati da forti colpi di vento e da grandine. Il rientro da Est ha poi conquistato tutta la Lombardia, spingendosi fin sulle provincie occidentali. Una volta vinto il contrasto termo-igrometrico, sono comparse le tipiche nubi basse piovigginose tipiche degli afflussi orientali. Sensibile poi il calo delle temperature, con le massime odierne registrate la scorsa notte e le minime attese prima della mezzanotte con un crollo termico da record in pianura (fino a 16/18°C di scarto in pianura).
Un nuovo passaggio frontale da nord-ovest, seguito da un rientro da Est, è atteso poi tra martedì e mercoledì; a seguire tempo in linea di massima un tipo di tempo tra il bello ed il variabile, non più troppo caldo. Maggiori dettagli li troverete, come sempre, consultando ogni giorni i nostri
Bollettini di Previsione, nonchè la
rubrica delle Temperature previste.
Concludiamo invece il nostro editoriale con una riflessione per gli "addetti ai lavori": esiste davvero l'anticiclone africano in estate? Il suolo dell'entroterra africano surriscaldato dà origine a minimi relativi di pressione (depressioni termiche), con i massimi al contrario sul mare, essendo quest'ultimo più freddo. E' semmai quindi più corretto parlare di anticiclone mediterraneo al suolo, sostenuto da un'onda di matrice subtropicale (se vogliamo di origine africana) in quota... questo in vista di future discussioni per l'estate, a volte un po' inquinate da informazioni di massa non sempre del tutto esatte.
A tutti voi un augurio di una buona settimana!