Nella tradizione climatica italiana definiamo con il termine "Ottobrata" un periodo più o meno lungo di tempo stabile e mite che caratterizza per l'apppunto il mese di Ottobre. Ogni anno la stagione autunnale ripropone un susseguirsi di giornate ottobrine caratterizzate da temperature al di sopra della media: quasi uno scampolo estivo, un saluto alla bella stagione che ci abbandona consentendoci ancora qualche sprazzo di bel tempo che ci invoglia a dedicarci ancora a qualche attività all'aperto... poi spesso improvvisamente il tempo cambia, facendoci letteralmente piombare nell'inverno.
Tutto questo è accaduto ad esempio nel corso del 2012, quando abbiamo vissuto una vera e propria "Ottobrata" da manuale: una delle più celebri e miti dell'ultimo decennio.
L'alta pressione di matrice sub-tropicale è stata la protagonista della prima metà dell'autunno, riproponendosi più volte con vere e proprie ondate di calore.
Un caldo stemperato dalla brevità delle giornate e dal manifestarsi di escursioni termiche importanti, che a differenza dell'estate vera e propria consentono cali termici notturni importanti ed una relativa frescura notturna soprattutto nelle conche pianeggianti meno esposte alle brezze. Di notte, infatti, l'aria fredda tende a sedimentare nelle conche; qui si umidifica e compaiono i primi banchi di nebbia destinati a dissolversi con l'arrivo del sole.
In montagna il clima è particolarmente mite e l'aria è decisamente più secca, tanto da permettere alle temperature di raggiungere valori pomeridiani poco lontani da quelli registrabili a bassa quota.
Il 22 Ottobre ha visto il culmine dell'Ottobrata del 2012, con estremi massimi in pianura diffusamente compresi tra i 21 ed i 23°C e valori minimi quasi ovunque dell'ordine di 10-12°C, con qualche eccezione ad una cifra nelle zone tradizionalmente più fredde.
E' altrettanto importante osservare poi, come gli estremi massimi in montagna siano elevati e con uno scarto tanto maggiore, da discostarsi di poco ai valori della pianura. Molto mite nelle rinomate località alpine: fino a 18-20°C a Livigno, Santa Caterina e Bormio; ben 15.9 °C di massima al Lago della Vacca, nelle Prealpi Bresciane a 2360 metri di quota. Inutile dire che si tratti di valori del tutto significativi, se non eccezionali per il periodo. Altrettanto caldo anche in libera atmosfera: nei cieli di Linate ad esempio si registravano 16.2°C a 1536 metri di quota, con uno zero termico a circa 3800 metri.
Come spiegare questo anomalo comportamento delle temperature?
L'azione dell'alta pressione consiste nello schiacciare la colonna d'aria verso il basso, comprimendola e riscaldandola a partire dalle quote elevate. Gli strati di aria calda e secca tendono a sprofondare verso il basso (subsidenza) per fermarsi a poche centinai di metri dal suolo, dove ristagna un lago di aria più fresca ed umida. In tal modo si consolida l'inversione termica nei bassi strati, con lo sviluppo di nebbie al suolo e/o nuvolosità irregolare bassa che contiene in parte le temperature massime, pur su valori relativamente elevati. In montagna (ed anche in libera atmosfera) invece nulla si oppone alla risalita delle temperature fino a valori quasi sovrapponibili a quelli della pianura.