Estate di San Martino che arriva rispettando le tradizioni, ma con qualche giorno di anticipo. Una parentesi di bel tempo "incastonata" tra due importanti peggioramenti che hanno apportato significativi quantitativi di pioggia su tutta la Lombardia: riviviamo questo periodo nell'editoriale del nostro Matteo Dei Cas.
Domenica 11 Novembre 2012 - ore 17:00
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Lunedì 5 Novembre 2012 - Inveruno, loc. Furato (MI): le tinte della sera celebrano con qualche giorno di anticipo l'Estate di S. Martino. Protagonista un intervallo anticiclonico che ha caratterizzato buona parte di questa settimana, con tempo bello e mite. FOTO del forumista Alzo 80. |
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La seconda decade di Novembre è spesso caratterizzata da qualche giornata di tempo bello e mite, la tradizionale Estate di San Martino resa celebre dalla
Leggenda del Santo che divise in due un mantello per coprire un povero menicante nudo e freddoloso. Ed anche quest'anno non è mancata una breve parentesi dai toni estivo-atunnali, sebbene in anticipo di circa una settimana: fase di bel tempo breve, incastonata tra due peggioramenti che guarda a caso sembrano proprio volersi accanire nel corso dei week-end. Se il bel tempo interessa buona parte della settimana, sembra che piova quasi sempre di Domenica: questo è accaduto anche in altre stagioni autunnali recenti come ad esempio due anni fa, tanto da stimolarci a
qualche riflessione in merito.
Un andamento armonico e ciclico della circolazione a larga scala sembrerebbe infatti essersi impossessato del nostro Continente e del Bacino del Mediterraneo, perchè evidentemente alla natura questa soluzione risulta conveniente in termini di risparmio energetico: come in un'onda ecco arrivare il cavo proprio in corrispondenza dei fine settimana (con l'arrivo di nubi e piogge bene organizzate), per dare spazio alla cresta associata a qualche giorno di bel tempo.
Una situazione, questa caratterizzata da una certa "pigrizia" almeno fin tanto che non interviene un grosso elemento perturbante a stravolgere lo scacchiere europeo...facendoci per davvero voltare pagina. Un ribaltone certamente atteso dai meteo-appassionati, auspicabile almeno con l'inizio dell'inverno meteorologico.
Ma torniamo invece a ripercorrere questa prima decade di novembre, un mese che sembra proprio promettente in termini di precipitazioni e che si annuncia nel complesso mite, con temperature perlopiù leggermente al di sopra della media stagionale. Nella scorsa edizione ci siamo lasciati dopo avere accennato al peggioramento domenicale, che a conti fatti ha coinvolto democraticamente tutta la Regione, pur con accumuli concentrati sulle zone montuose: dai 60 mm delle Orobie, ai 30/50 mm dell'asse Pedemontano e della Brianza; discreta la quantità di pioggia caduta nel Capoluogo e nel suo hinterland (circa 20-30 mm), più modesti gli accumuli (10-20 mm) spalmati su tutta la pianura, ad eccezione del mantovano con dati ad una sola cifra. La neve è caduta a quote sempre elevate, inizialmente al di sopra dei 2500 metri nel settore caldo della saccatura, per poi abbassarsi nella notte successiva fin verso i 1800 metri con l'ingresso del fronte freddo.
Lunedì 5 novembre rappresenta quindi la giornata di risoluzione dell'episodio di maltempo, con la perturbazione che si allontana, l'ingresso di aria più fredda in quota e le ultime piogge che si trasferiscono verso i settori orientali (10-20 mm in Valtellina; 20-30 mm sulle Orobie). I cieli si rasserenano rapidamente sotto l'incedere di correnti nord-occidentali più asciutte, e qualche isolato effetto favonico contribuisce a far risalire le temperature a valori dell'ordine di 17/19°C in pianura, con punte addirittura di 20°C. Ha quindi ufficialmente inizio l'Estate di San Martino un po' su tutta Italia: valori tardo-estivi (oltre i 25°) naturalmente all'estremo Sud, ma anche sui versanti adriatici a causa del libeccio in caduta dall'Appennino, del tutto simile al nostro föhn.
Le correnti da nord-ovest hanno caratterizzato il tempo anche della giornata successiva, martedì 6 novembre, apportando un ulteriore lieve apporto freddo in quota. Cielo asciutto e terso su tutta la Regione, föhn più sostenuto nell'area pedemontana e sui laghi; qualche annuvolamento cumuliforme sulle Orobie, associato a brevi piovaschi, in concomitanza con il rapido passaggio di un fronte freddo da Nord-Ovest che tra l'altro si è meglio organizzato nella forma di una linea temporalesca sulla Pianura Emiliana.
Le giornate di mercoledì 7 e giovedì 8 novembre sono state caratterizzate da una temporanea espansione dell'alta pressione delle Azzorre, sostenuta da una componente in quota di stampo subtropicale. Il tempo si è del tutto stabilizzato: si è esaurito definitivamente l'effetto favonico, consentendo un calo termico notturno esteso anche alle zone pedemontane (fino a 4/6°C di minima); importante soprattutto il consolidarsi dell'inversione termiche nelle brughiere occidentali del Comasco, lungo la Vallata del Ticino ed in Lomellina: qui si sono registrate le prime brinate di stagione, con temperature prossime allo zero o localmente addirittura al di sotto, come è accaduto ad esempio a Vizzola Ticino. Decisa ovviamente la risalita dei termometri, quando il sole è penetrato tra i banchi di nebbia dissolvendo l'inversione termica: valori medi in pianura fino a 13-15°C, del tutto allineati ad una tradizionale estate di San Martino.
L'alta pressione è ceduta rapidamente a partire da venerdì scorso 9 novembre, vigilia del peggioramento prettamente autunnale che "ha puntualmente rovinato" anche quest'ultimo weekend. Tutto per il sopraggiungere di un nuovo cavo d'onda, con l'ingresso di aria fredda polare oceanica annessa alla profonda depressione di Islanda. La risposta all'impulso atlantico nel mediterraneo centro-occidentale ha dato luogo ad un canale depressionario, caratterizzato da un intenso flusso meridionale diretto verso le nostre regioni. Le prime pioggerelle e pioviggini hanno guadagnato terreno a partire dai settori occidentali, risultando da subito più concentrate a ridosso delle Prealpi.
Tempo decisamente perturbato ieri: come nelle attese le precipitazioni sono risultate abbondanti ed insistenti nelle zone più esposte alle umide correnti da sud, in particolare a ridosso dell'Appennino. Situazione preoccupante in Liguria con accumuli che rapidamente hanno raggiunto le tre cifre: qui il mare ancora caldo in autunno fornisce grandi quantità di energia termica, ed il fatto di avere una chiostra di rilievi alle spalle non può fare altro che peggiorare la situazione.
Le piogge, a tratti sottoforma di rovescio, si sono abbattute sulle pianure occidentali seguendo canali ben definiti tra il Pavese/Milanese/Varesotto (30-50 mm), così come tra il Lodigiano/Bergamasco/Lecchese (20-40 mm); importanti ovviamente gli accumuli lungo la fascia Pedemontana e sulle Prealpi (con punte sopra i 50 mm) sempre per azione di sbarramento orografico. A tarda sera poi, intensi nuclei precipitativi si sono fatti strada verso Est, interessando anche la pianura bresciana e mantovana (10-30 mm).
Un discorso particolare merita la quota neve sulle Alpi: le vallate meno esposte ai venti di ostro e scirocco (come nel Sopraceneri) hanno goduto di un innevamento fino ad altitudini di 1100-1200 metri; neve anche in Valchiavenna fino a Madesimo e Campodolcino, pioggia battente invece su tutta l'Alta Valtellina fino a circa 2000-2200 metri di altitudine.
Il maltempo è proseguito su tutta la Lombardia senza dare un attimo di respiro anche oggi, Domenica 11 novembre: nel corso della notte le piogge ed i rovesci hanno ancora interessato i settori occidentali (in media 20-30 mm), poi un canale rigenerante molto intenso si è sviluppato nelle prime ore del mattino sull'Alta Toscana (
allagamenti e danni soprattutto in Versilia) per interessare in modo consistente l'area centro-orientale con fenomeni anche temporaleschi (fino a 40-50 mm su Orobie, Prealpi Lecchesi e Valtellina; 30-40 mm sulle Pianure con punte fino a 50-60 mm sul Mantovano). Con il trascorrere delle ore il maltempo si è trasferito - come nelle attese - verso Est abbattendosi in particolare su tutto il Triveneto, tra l'altro già molto penalizzato dalla perturbazione dello scorso weekend. I venti di Ostro e Scirocco sono calati di intensità consentendo alla neve di cadere sulle Alpi Orientali a quote più basse, tornando ad esempio a Livigno dove ieri ha invece piovuto tutto il giorno.
Il maltempo è comunque destinato ad attenuarsi già nelle prossime ore, con l'allontanamento del vortice di bassa pressione che secondo i modelli di previsione dovrebbe sprofondare verso il Nord-Africa dopo avere interessato buona parte del Sud-Italia e delle Isole. L'umidità presente nei bassi ed i rasserenamenti favoriranno probabilmente la comparsa delle nebbie in pianura, mentre non è escluso nemmeno un rientro di nubi irregolari associato a qualche residua pioggia... ma per tutti questi dettagli vi rimandiamo, come sempre, al nostro
Bollettino di Previsione.
Grazie per l'attenzione e buon proseguimento!
Matteo Dei Cas - Staff CML