L'autunno meteorologico del 2012 termina con una fase di forte maltempo che interessa tutto il nostro Paese. Gli effetti della vasta depressione si sono protratti per quasi tutta la settimana, mentre la neve sulle Alpi ha fatto la sua perentoria comparsa a quote medie. Il tutto in attesa di nuovi episodi di dinamicità, che potranno caratterizzare l'inizio dell'inverno. Editoriale dettagliato a cura del nostro Matteo Dei Cas.
Domenica 2 Dicembre 2012 - ore 19:00
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Mercoledì 28 Novembre 2012 - L'ampia e profonda depressione mediterranea che è stata assoluta protagonista di questa ultima settimana di autunno. La ferita di maltempo, lenta a guarire completamente, ha lasciato strascichi di nubi e piogge per diversi giorni.FONTE: www.sat24.com |
Buona serata a tutti dallo staff CML e ben ritrovati per una nuova edizione della "Prima Pagina"!
Un episodio di forte maltempo ha interessato tutta l'Italia nella prima parte di questa settimana. Una fase perturbata che chiude l'autunno del 2012, per cedere il passo all'inverno meteorologico iniziato appena ieri, 1° Dicembre.
Particolarmente ricco di precipitazioni questo mese di novembre, ed allo stesso tempo piuttosto mite: diversi gli episodi perturbati, intervallati da situazioni di stallo dominate dalle alte pressioni sub-tropicali. Ancora latitante fino ad ora il freddo non solo sul nostro Paese, ma anche su buona parte dell'Europa.
La fase peturbata che ha caratterizzato questa settimana è del tutto paragonabile per intensità a quella dello
scorso 10-11 novembre, sia in Lombardia che in diverse regioni italiane. In autunno in particolare, desta preoccupazione lo sviluppo delle
depressioni mediterrane - vere e proprie
"bombe di maltempo" - che puntualmente ogni anno finiscono per interessare i versanti tirrenici e le nostre Isole Maggiori. In queste situazioni grossi quantitativi di pioggia si riversano in poche ore lungo le coste e nel vicino entroterra, provocando danni idrogeologici anche ingenti. Il mare, che ancora non si è raffreddato del tutto con il termine dell'estate, rilascia
enormi quantità di energia, potenzialmente pronta ad esplodere non appena trovi una fonte di innesco. L'occasione sopraggiunge quando un impulso più fresco dall'Altlantico penetra nei nostri mari, dando origine ad una situazione depressionaria in grado di generare moti ascensionali. Se poi l'azione perturbata si sofferma localmente nelle stesse zone per diverse ore, la situazione si complica e diventa molto pericolosa.
I modelli di previsione per fortuna sono in grado di inquadrare con anticipo i gradi peggioramenti autunnali, tra l'altro ormai noti ai climatologi italiani; ciò nonostante queste situazioni di allerta, purtroppo non sempre vengono affrontate in modo adeguato perché a suo tempo non si è tenuto bene in considerazione dei danni che la forza incontrollata dell'acqua può provocare sulle abitazioni e sulle vite umane... ma torniamo al tema del nostro editoriale, volto a riassumere i fatti di quest'ultima settimana.
Possiamo tranquillamente parlare di una fase perturbata prettamente atunnale e tipicamente "da manuale": un impulso di aria fresca nord-atlantica è entrato del Mediterraneo attraverso la porta Ebro-Pirenaica nella giornata di Lunedì 26 Novembre, evocando un'intenso richiamo meridionale che ha interessato dapprima le regioni italiane di Nord-Ovest. Le precipitazioni si sono naturalmente concentrate sull'Alta Pianura ed a ridosso dei contrafforti prealpini, risultando più abbondati (in media 20 mm) sui settori occidentali. Il maltempo ha poi conquistato gradualmente le pianure lombarde, con precipitazioni deboli ma diffuse in estensione verso Est. Decisamente elevata sulle Alpi la quota neve iniziale, dato l'afflusso di masse d'aria decisamente miti.
Martedì 27 Novembre si è ulteriormente intensificato il richiamo meridionale umido ed instabile, per cui le precipitazioni hanno iniziato ad assumere carattere di rovescio a volte persistente: i nuclei più intensi si sono generati sul mar Ligure per raggiungere la nostra Regione sospinti dalle correnti portanti verso le Alpi. Le precipitazioni hanno seguito canali ben definiti e semi-stazionari, con il contributo a Nord dell'azione di sbarramento orografico (stau) offerto dalle Prealpi. Gli accumuli più consistenti (in media 60-70 mm) si sono registrati nell'Alto Varesotto, nel Sottoceneri, sull'Alto Lario ed in Valchiavenna: qui nelle zone soggette a stau sono state ampiamente superate le tre cifre (117 mm a Maccagno, 112 nmm a Cucliate Fabiasco). Sempre nelle stesse zone la neve è caduta fin verso i 1400-1500 metri, favorita dall'intensità delle precipitazioni soprattutto nelle vallate meno raggiungibili dal richiamo mite nei bassi strati.
La pluviometria in questa prima fase è risultata via via decrescente spostandosi verso est, per cui anche nelle zone di pianura si è passati dai 20-30 mm dei settori occidentali ai 5-10 mm dell'estremo lembo sud-orientale.
La giornata di Mercoledì 28 Novembre è risultata quella più perturbata della settimana su tutto il nostro paese, causa
l'approfondimento di un minimo di pressione (circa 985 hPa) al largo della Costa Azzurra: una vera e propria ruota che ha coinvolto nelle spire del maltempo diverse regioni. Osservate per l'appunto l'immagine satellitare a corredo di questo articolo con gli ammassi convettivi che prendono vita sul Tirreno ed attraversano l'estremo peninsulare, mentre le nubi più compatte si addossano all'arco alpino....e gli effetti della perturbazione, destinati a tornare sulle pagine dei quotidiani e che anche qui vogliamo menzionare:
dal tornado che si è abbattuto a Taranto sulla tormentata industria ILVA, alla
paura che è tornata a regnare in una Versilia già provata dalle esondazioni della scorsa e maligna Estate di San Martino.
Tanta pioggia, ma minore apprensione in Lombardia: precipitazioni distribuite in modo demoratico su tutta la Regione, abbondanti in questa seconda fase anche sulle pianure orientali (20-30 mm nel Cremonese e Mantovano) ed in media attorno ai 40-50 mm su tutto il Territorio, con punte localmente più elevate nel Varesotto e nel Bresciano: qui, ancora una volta, l'azione combinata di stau su un canale rigenerante di precipitazioni sospinto dal Mar Ligure sotto l'incalzare delle correnti meridionali.
Tra il pomeriggio di mercoledì e la mattinata di giovedì 29 Novembre, la depressione ha iniziato il
processo di colmamento con la ritornante da SudEst del fronte occluso che si è appoggiato a ridosso dell'Arco Alpino per esaurire sul posto la propria energia fino all'ultima goccia. Le precipitazioni si sono distribuite un po' su tutto il nostro territorio, risultando più abbondanti - in media 10-20 mm - sui settori nordoccidentali. L'ingresso di aria fredda in quota ha determinato un progressivo calo della quota neve, reso più evidente a ridosso delle Prealpi, laddove le precipitazioni si sono protratte più a lungo e sono risultate più intense: tra il Comasco ed il Lecchese la quota neve si è spinta per la prima volta fin verso i
1000-1200 metri, addirittura qualche centinaio di metri più in basso rispetto ad alcune località alpine come quelle dell'Alta Valtellina. Il tempo è poi gradualmente migliorato per dare spazio a qualche schiarita, sotto l'incalzare dei venti di caduta provenienti dai quadranti settentrionali.
La giornata di venerdì 30 novembre è stata caratterizzata da una gradule attenuazione dei fenomeni, ma non da un vero e proprio miglioramento delle condizioni del tempo.La nostra regione si è trovata infatti spartita da un Föhn "sporco e rabbioso" nella notte sulla pedemontana centro-occidentale, mentre sulle pianure i cieli sono rimasti prevalentemente molto nuvolosi a causa di un residuo rientro da Est del fronte occluso. Non sono mancate ancora una volta le precipitazioni, sebbene a carattere sparso più che altro sulla bassa pianura, e con accumuli ad una cifra.
Anche ieri, sabato 1° Dicembre, il tempo sulla Lombardia è stato influenzato dallo stesso vortice depressionario responsabile dell'ondata di maltempo che ci ha interessato per tutta la settimana. Cieli grigi ovunque, dalla bassa pianura alle Alpi con l'attivarsi di un afflusso umido da Sud-Est mei bassi strati. e precipitazioni, a carattere debole e sparso, hanno interessato tutte le nostre pianure concentrandosi soprattutto sulla bassa centro-orientale, ma con accumuli attorno ai 5 mm.
Con oggi si è finalmente voltato pagina: nella tarda nottata il cielo si è rasserenato sulle Alpi, in pianura sono tornate le nebbie, in alcuni casi (Varesotto) per la prima volta con temperature sotto lo zero. Nel corso della giornata poi, un nuovo impulso freddo ed instabile di origine nord-atlantica ha raggiunto l'arco Alpino dando luogo a qualche nevicata sulle cime di confine dei settori centro-occidentale. In pianura si sono fatti strada invece i venti di Föhn, che hanno ripulito l'aria con raffiche sotenute.
Nuovi impulsi di aria fredda nord-atlantica raggiungeranno la nostra regione nel corso dei prossimi giorni, in un
contesto di correnti nordoccidentali. A tempi alterni l'arco alpino sarà lambito dalla coda di qualche fronte freddo e questo determinerà finalmente nuove nevicate in montagna fino a quote relativamente basse, con alternanza di giornate soleggiate e più miti. Nelle zone di pianura, specialmente sulle Pedemontane occidentali, farà spesso capolino il Föhn. In questo modo inizia di fatto l'inverno meteorologico sulle nostre montagne, con la promessa della neve nelle località sciistiche più rinomate in vista del prossimo ponte dell'immacolata: questa la linea di tendenza,
da confermare nell'attenta analisi dei nostri previsori.
Non ci resta che salutarvi, ed augurarvi un buon inizio di inverno!
Matteo Dei Cas - Staff CML