Ecco dunque la fase più interessante di questo poco emozionante inverno 2014/15...un peggioramento certamente rilevante nel contesto di questi ultimi anni, ma non di importanza storica Editoriale di Matteo Dei Cas.
Domenica 8 Febbraio 2015- ore 21:00
A sinistra: Domenica 1 Febbraio 2015 - Una saccatura colma di aria molto fredda in quota interessa gran parte del centro Europa. Il colore blue intenso non deve trarre in inganno perchè non indica l'arrivo di un'intensa ondata di gelo, quanto invece è atteso un tempo spiccatamente instabile: il freddo semmai si propagherà in basso con i rovesci. Si tratta di una tipica irruzione di aria artica marittima. FONTE: www.wetterzentrale.com A destra: Giovedì 5 Febbraio 2015 - Una vasta ed intensa depressione mediterranea interessa gran parte della nostra penisola, ed in particolare i versanti tirrenici. Notare "l'occhio del ciclone" ad Ovest della Sardegna. La foto è della tarda serata, nella fase della massima intensità della nevicata in Lombardia. FONTE: www.sat24.com |
Buona Domenica a tutti e ben ritrovati ad un nuovo appuntamento con la Prima Pagina!
Dopo
la prima neve lombarda caduta in questo bizzarro inverno nel corso degli ultimi giorni di gennaio, eccoci di nuovo a parlare della "Dama Bianca" che questa volta è comparsa in modo più organizzato ed esteso sul nostro territorio.
Una nevicata che volendo ha ben poco di invernale, e che invece assomiglia più agli eventi di novembre e marzo: nessuna irruzione fredda nei bassi strati - e pertanto niente "cuscino gelido" nel catino padano - ha infatti preceduto l'arrivo della neve, come tipicamente dovrebbe accadere tra dicembre e febbraio.
Una neve quindi dovuta all'ingresso di aria particolarmente fredda in quota, dalle caratteristiche prettamente altimetriche, che si è fatta strada verso la pianura grazie all'azione stessa delle precipitazioni che nel cadere abbondanti hanno efficacemente propagato il freddo al suolo.
I fiocchi bianchi, grandi e bagnati hanno gradualmente preso il sopravvento alla pioggia, grazie all'azione stessa dei rovesci che hanno favorito strani accumuli "a macchia di leopardo" soprattutto in zone ristrette della Bassa. Il tutto grazie proprio alla natura stessa della
massa d'aria artica marittima che essendo molto spessa e piuttosto umida, crea condizioni di spiccata instabilità.
Ma veniamo con ordine a riassumere quanto accaduto nel corso di questa prima settimana di febbraio, iniziata per l'appunto con una bella giornata di sole, grazie alla presenza di correnti ancora relativamente asciutte e stabili. Freddo al mattino nelle conche e nelle brughiere con punte fino a -5/-6°C e valori diffusamente sottozero in pianura.
Il tempo è andato gradualmente guastandosi a partire da martedì 3 febbraio, con la rotazione delle correnti dai quadranti meridionali che precedevano l'ingresso di una profonda saccatura colma di aria molto fredda in quota.
Le nubi hanno invaso i nostri cieli, pur senza apportare fenomeni di rilievo se non qualche fiocco sparso di neve sulla pianura pavese e zone limitrofe.
Il persistere delle correnti umide e relativamente più miti anche nella giornata di mercoledì ha in parte deteriorato le condizioni termo-igrometriche nei bassi strati, con innalzamento blando della temperatura ed una più marcata umidificazione che avrebbe fatto presagire l'arrivo della neve solo a quote collinari. La sorpresa è giunta, come vedremo proprio grazie all'intensità delle precipitazioni che sono cadute più copiosamente del previsto.
Giovedì un nucleo di aria fredda proveniente dalla Groenlandia ha quindi approfondito un
minimo di pressione tra la Sardegna e le Baleari, dando luogo ad una spira perturbata che ha avvolto gran parte dell'Italia: dalla Liguria alle coste del Medio e Alto Tirreno,
colpita da una bufera di neve l'Emilia,
oltre 70 cm di neve nel Cuneese; coinvolte invece in misura molto minore le Alpi e versanti adriatici.
In Lombardia le precipitazioni più copiose si sono concentrate tra Brescia, Cremona e Mantova con accumuli localmente superiori ai 40/50 mm in ventiquattro ore. Da segnalare la neve poi, che grazie hai rovesci più intensi e persistenti, ha accumulato ben
oltre 40 cm in alcune aree ristrette della pianura cremonese: un
manto nevoso considerevolmente disomogeneo anche a distanza di poche decine di chilometri, difficilmente delineabile anche dai più raffinati modelli di previsione a scala locale!
La neve ha comunque risparmiato ben poche provincie, con una media complessiva attorno ai 10/12 cm in pianura ed una notevole influenza dell'altimetria: oltre i 500/600 metri, come ad esempio sulle nostre Prealpi, il manto nevoso ha superato i venti centimetri. Diverso lo scenario sulle Alpi, lambite solamente da questo episodio proprio per la lontananza dal centro motore della perturbazione.
Un graduale rialzo termico in quota nella notte di venerdì ha compromesso definitivamente la colonna d'aria, tanto che nel corso della mattinata la pioggia ha preso di nuovo il sopravvento quasi ovunque in pianura. Le precipitazioni si sono gradualmente esaurite nella giornata di ieri, sebbene le nubi abbiano continuato ad insistere su gran parte della regione con qualche timida schiarita solamente a partire dal tardo pomeriggio.
Oggi giornata pressocchè serena su gran parte della Lombardia, grazie all'ingresso di correnti settentrionali più asciutte che hanno letteralmente ripulito i cieli dalle nubi basse e dalle nebbie che stamane ristagnavano sulla Pianura Padana centro-occidentale. Prorompenti i venti di Föhn sulle Prealpi e sui nostri laghi con raffiche che in alcuni casi hanno raggiunto o superato i 90/100 Km/h...a tale proposito segnaliamo i valori record a Gera Lario con raffica massima di 153 Km/h, ed Oliveto Lario con ben 129 Km/h! Piuttosto circoscritto il fenomeno nonostante la sua intensità che avrebbe fatto credere un'ampia diffusione sul nostro territorio, quando invece il vento di caduta non è riuscito in alcun modo a spingersi ad Est dell'Adda.
In queste ore una nuova colata di aria artica marittima si sta facendo strada sul nostro continente, per deviare verso i Balcani (lambendo i versanti adriatici italiani) sotto l'incalzare da Ovest di un'onda di alta pressione che determinerà il tempo di gran parte dei prossimi giorni.
Atteso quindi un ritorno a condizioni di tempo stabile con temperature in aumento sia in montagna che in pianura, tanto da cancellare il freddo di questa prima decade di febbraio e traghettarci verso la fine dell'inverno. Ci saranno altre sorprese? Lo scoprirete seguendo gli aggiornamenti dei nostri
Bollettini di Previsione, il
Forum dei nostri esperti, o la nostra pagina di
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Non ci resta per ora che salutarvi ed augurarvi per l'appunto un sereno proseguimento!
Matteo Dei Cas - Staff CML