Esempio di "sfondamento", lo scorso lunedì 10 dicembre, nei pressi delle Prealpi Luganesi, con la nuvolosità associata al muro del föhn che varca il crinale del Monte Generoso. Si distinguono chiaramente le virghe nevose sulle cime. Foto di Pietro Bossi.
La settimana che segnato l’ingresso della seconda decade di dicembre ha visto un generale cambio circolatorio sul comparto europeo ed italico. Dopo un esordio d’invernale in veste tardo autunno, con una prima decade di dicembre contrassegnata da temperature miti seppur in un contesto nebbioso in pianura, l’inverno ha fatto il suo esordio sul Vecchio Continente con un’irruzione di aria fredda di matrice artico-marittima. Nella giornata di lunedì la saccatura di aria fredda nel suo movimento dalla Scandinavia verso i Balcani ha sfiorato l’Italia. L’impatto dell’aria fredda contro la Catena Alpine ha generato un’iniziale fase caratterizzata da correnti favoniche, attive soprattutto sul comparto Alpino e Prealpino e localmente sulla Pianura Lombarda Occidentale. Il notevole getto in quota che ha accompagnato l’affondo freddo ha dato luogo ad un notevole episodio di “sfondamento” alpino, con il muro del föhn che è riuscito a varcare i crinali montuosi con fenomenologia, a carattere nevoso, che ha interessato diffusamente tutti i settori alpini confinali (20cm di neve a Livigno). Nelle aeree pedemontane e pianeggianti, specie sul comparto occidentale, come ovvia conseguenza termodinamica, si è registrato un aumento termico ed una sostanziale diminuzione dell’umidità relativa. Cessata la fase favonica il freddo ha iniziato a sedimentare nei bassi strati, accompagnando un graduale calo delle temperature che si sono riportate gradualmente su valori tipicamente invernali e lievemente al di sotto delle medie stagionali. Nel frattempo, la situazione sinottica sul comparto euro-atlantico è andata a modificarsi. Il promontorio anticiclonico sub-tropicale, la cui azione meridiana ha sostenuto il movimento verso sud del blocco di aria fredda, è andato ad isolare una cellula alto pressoria sulla Scandinavia, allo stesso tempo il Ciclone d’Islanda ha ripreso un certo vigore sul Nord-Atlantico, attivando nuovamente verso l’Europa un flusso zonale. Le correnti atlantiche nel loro naturale incedere verso Levante, trovandosi la strada sbarrata dall’anticiclone scandinavo sono state costrette a piegare verso Sud in direzione della Penisola Iberica indi verso il Mar Mediterraneo. Due ondulazioni pronunciate hanno portato alla formazione di minimi barici in movimento dal Mar delle Baleari verso il centro-Sud Italia, basse pressioni troppo basse di latitudine per poter provocare un guasto del tempo anche sulla nostra regione, dove, a parte il passaggio di nuvolosità compatta tra mercoledì e giovedì, si è potuto godere di tempo buono e prevalentemente soleggiato. Muovendosi verso Levante le basse pressioni hanno risucchiato dalla Croazia un’ulteriore dose di aria fredda la quale entrando dalla Porta della Bora, ha consolidato ulteriormente lo strato freddo nella medio-bassa troposfera, dando continuità ed enfatizzando la fase fredda invernale in atto, con le temperature che si sono portate decisamente sotto le medie stagionali, con minime abbondantemente sotto lo 0°C su tutta la regione. Nel corso della giornata di domenica un moderata perturbazione atlantica ha fatto il suo ingresso nel Mediterraneo Occidentale accompagnata da un cavo d'onda ciclonico in quota. Si è generata quindi un'area di bassa pressione tra Corsica e Arcipelago Toscano. Il flusso umido e mite associato, seppur con molta fatica, è riuscito a spingersi verso nord e scorrendo sopra lo strato freddo preesistente ha dato luogo, nella serata a deboli precipitazioni che<