Le mappe stratosferiche odierne mostrano un VPS ormai riconsolidato dopo la bilobazione di inizio mese. Nonostante questo, il fisiologico calo della sua attività (fenomeno tipico con l'avanzare del mese corrente) sta ponendo le premesse verso un nuovo riassetto. Vediamo brevemente come, concentrandoci soprattutto sulle basse quote isobariche della stratosfera, grossomodo dai 50hPa ai 100hPa.
Quota di 100hPa, oggi:
Notiamo un VPS abbastanza solido con il lobo principale localizzato nei pressi della Groenlandia. La diretta conseguenza in ambiente troposferico di questa situazione è il persistere di correnti predominanti occidentali in Oceano Atlantico con annessi fronti, che però difficilmente riescono ad interessare in modo deciso l'Europa.
Passiamo ora alla previsione a 96 ore, sempre a 100hPa:
L'evoluzione cambia decisamente, con la tendenza ad una nuova bilobazione del VPS e successivo spostamento del lobo principale sull'area artico-siberiana. Il tutto dovrebbe ripercuotersi anche in sede troposferica, con un progressivo indebolimento del Vortice Polare in area Canadese e con un aumento di pressione in area artica.
Forecast a 144 ore, sempre a 100hPa:
Il disturbo in area atlantica del VPS si mantiene immutato, con la graduale tendenza, da parte del lobo canadese, ad un affondo in area atlantica. Il tutto dovrebbe incentivare la persistenza di un'area di alta pressione in sede artica in progressivo spostamento verso Sud.
L'evoluzione si intravede anche alla quota di 70hPa:
Quali potranno essere i risvolti nei prossimi giorni? Ad oggi risulta molto probabile un nuovo indebolimento del VPS con la tendenza ad una nuova bilobazione, questa volta però con una struttura leggermente differente rispetto all'evento di fine Gennaio, che pone le basi per una robusta irruzione fredda sull'Europa centro-orientale. Altri dettagli al momento ritengo sia meglio evitarli, data la consueta incertezza che caratterizza le proiezioni oltre le 120/144 ore, accentuata anche dalla nascita di una struttura di alta pressione termica la quale spesso e volentieri rappresenta un ulteriore "dilemma" per i modelli di previsione.
Come però avevo fatto notare, in prossimità dell'evento di inizio mese, che i cambiamenti più incisivi sarebbero andati ad interessare il comparto Nord-Americano, questa volta è giusto precisare che le modifiche più sostanziali andranno ad interessare l'Europa. Gli effetti li capiremo meglio nei prossimi giorni.