La prima decade di Gennaio è stata senza ombra di dubbio la più fredda dell'intera annata invernale 2008/2009, una stagione che ricorderemo a lungo soprattutto per l'elevata piovosità e le frequenti nevicate che hanno interessato la nostra Regione.
La fase più significativa di questo inverno "Old Style" è iniziata con l'irruzione orientale di S.Stefano che, oltre riportare la neve su alcuni settori della Lombardia, ha letteralmente aperto la strada ad una circolazione retrograda caratterizzata dall'ingresso di alcuni impulsi d'aria fredda ed instabile proveniente dall'Europa dell'Est. Gli eventi nevosi in pianura sono caduti proprio in concomitanza delle Festività di Capodanno e dell'Epifania, per essere intervallati da giornate più stabili e comunque decisamente fredde.
Questo tipo di tempo si è protratto fino alla metà del mese di Gennaio quando, grazie ad una temporanea ripresa del vortice polare, in Europa è tornata una "circolazione di tipo semi-zonale" con caratteristiche più miti. In questo modo è terminata la "fase continentale" di questo inverno, ma nel frattempo, nonostante il clima relativamente più mite, la neve è tornata in grande stile ad imbiancare le nostre montagne. Una nevosità quindi abbondante in montagna, ma frequente anche in Pianura come non accadeva da anni grazie all'assenza di una figura stabile di alta pressione.
L'anticiclone delle Azzorre, fedele compagno dell'inverno "New Age" degli ultimi anni, quest'inverno ha presenziato molto poco sul nostro Paese ed ha permesso in questo modo la discesa di numerose colate fredde meridiane o retrograde, intervallate dal passaggio di organizzati sistemi depressionari.
In diverse occasioni la Pianura Padana - in particolare nei territori dell'Oltrepo e della Lomellina - è stata la vera protagonista dell'inverno sia per il clima rigido che per l'abbondante nevosità. E' pertanto doveroso ricordare questa prima decade di Gennaio, descrivendo nei particolari due eventi significativi tra loro connessi: la nevicata dell'Epifania e la fase immediatamente successiva di gelo, particolarmente intensa sulla Bassa Pianura.
Per meglio comprendere gli affascinanti eventi che hanno caratterizzato questo periodo dell'inverno è necessario conoscere la disposizione delle figure di alta e di bassa pressione sull'Europa, a partire dalle alte latitudini.
Il 2008 si è concluso all'insegna di un Vortice Polare (VP) decisamente disturbato, grazie all'instaurarsi di figure anticicloniche di natura dinamica nell'area artica che in diverse occasioni hanno tentato - con esito positivo - di scalzare un lobo del profondo vortice permanente alle alte latitudini. Questa azione instabilizzante del VP si è protratta per buona parte dell'inverno, ma i suoi effetti sulla Pianura Padana si sono manifestati, seppure in modo marginale, proprio nei primi giorni del 2009.
La prima mappa, relativa al 3 gennaio, evidenzia una frattura parziale del VP ad opera di una spinta altopressoria "a cuore caldo" sulla Groenlandia. Lo slancio anticiclonico ha letteralmente schiacciato un lobo del VP sull'Europa orientale, così come si può osservare dai geopotenziali molto bassi sulla Russia. La discesa di aria artica - vera fonte da cui viene pescato il freddo - è stata inevitabile, pur manifestandosi in modo più cospicuo in quota piuttosto che al suolo almeno negli ultimi giorni di Dicembre.
La massa d'aria artica di natura marittima ha potuto comunque sedimentare nei bassi strati anche sull'Europa centrale, grazie all'espansione della cella di alta pressione Britannica che ha bloccato il flusso atlantico stabilizzando in questo modo le condizioni del tempo. L'aria fredda con il trascorrere dei giorni ha potuto stazionare sulla terra ferma, assumendo gradualmente caratteri continentali, ed essendo piuttosto pesante ha determinato un aumento di pressione al suolo. Possiamo infatti notare che il settore orientale dell'alta pressione europea non è sostenuto da aria calda in quota e pertanto in parte ha acquisito una natura termica. Questa figura anticiclonica nel complesso "ibrida" si è collocata proprio sull'Europa Centrale a latitudini relativamente basse: un fatto che certamente costituisce un'evenienza alquanto rara.
Il cuneo di alta pressione proteso verso i Paesi Danubiani ha spinto un primo impulso freddo continentale verso la Pianura Padana, in un contesto di tempo ancora relativamente stabile: in questo modo si è consolidato il cuscino di aria fredda che verrà sfruttato in occasione della nevicata dell'Epifania.
3 Gennaio 2009, ore 12Z: Analisi GFS isobare al suolo e geopoteziali a 500 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de
La seguente animazione permette di comprendere la dinamica a larga scala del peggioramento responsabile della nevicata del 6-7 Gennaio, la più abbondante di quest'inverno. Possiamo notare una vera e propria interferenza delle correnti fredde da Est con il richiamo più mite in risalita dal Tirreno, secondo i canoni di una nevicata da "scorrimento" umido su cuscino freddo. Una nevicata che potremmo definire "da manuale" se non fosse stato per la variante indotta da una "ciclogenesi bassa" che ha maggiormente coinvolto i settori meridionali della Pianura Padana.
Mentre i dettagli della sinottica a mesoscala verranno approfonditi nella seconda parte dell'articolo, voglio invece sottolineare la decisa retrogressione in quota della saccatura. Possiamo infatti notare l'estensione delle correnti perturbate fino al Mediterraneo Occidentale ed in particolare la traiettoria della Goccia Fredda che è riuscita a raggiungere la Penisola Iberica: il tutto a testimonianza di una retrogressione davvero spinta!
La saccatura retrograda è comunque stata "tagliata alla radice" ed isolata in breve tempo ad un vortice chiuso, grazie alla temporanea spinta Azzorriana verso l'Europa Centrale. Le cause della ripresa altopressoria sono da attribuire a loro volta al rinforzo del VP nel Comparto Canadese, un elemento questo che lascia presagire nel lungo termine al ritorno ad "una fase semi-zonale" sul Vecchio Continente.
5 Gennaio - 8 Gennaio 2009: Analisi GFS isobare al suolo e geopoteziali a 500 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de
La seguente animazione evidenzia il movimento delle masse d'aria nei bassi strati.
A partire da Capodanno una colata di aria artica maritttima (mA) di elevato spessore (si notino i geopotenziali bassi sulla Scandinavia) ha interessato per più giorni l'Europa Orientale. Questa azione fredda quasi costante, dovuta per l'appunto alla discesa di un lobo del VP, è stata a tutti gli effetti la sorgente che ha rifornito il serbatoio gelido instauratosi sull'Europa Orientale.
La massa d'aria, stazionando per alcuni giorni tra la Russia e la Polonia, ha quindi assunto caratteri continentali (cPk) grazie alla sedimentazione del freddo nei bassi strati: un fatto, questo, riscontrabile anche nell'aumento di pressione al suolo.
In seguito la lama gelida è penetrata ad Ovest aggirando il fianco sudorientale dell'alta pressione presente sulle Isole Britanniche ed è stata per l'appunto "attirata come una calamita" dalla circolazione depressionaria che si è scavata sul Mediterreano Occidentale.
E' davvero imponente la strada percorsa dalla retrogressione orientale: i nuclei più freddi hanno raggiunto la Penisola Iberica con valori fino a -10°C ad 850 hPa! Risulta altrettanto evidente il respiro mite del Mare Nostrum con il suo flusso subtropicale (mT) annesso al fronte caldo della depressione in risalita verso la nostra Penisola.
Il contrasto termico tra le masse d'aria è risultato particolarmente accentuato nell'Area Balcanica a partire dal pomeriggio del 7 Gennaio: negli ultimi due scatti dell'animazione possiamo infatti notare in queste zone quanto le isoterme siano rispettivamente ravvicinate.
5 Gennaio - 8 Gennaio 2009: Analisi GFS isoterme e geopoteziali ad 850 hPa
L'entità del raffreddamento sull'intera Europa è quantificabile dal riesame della seguente mappa sinottica, dove viene rappresentata la distribuzione termica del primo pomeriggio del 6 Gennaio.
I valori di temperatura sono diffusamente negativi anche in pieno giorno: dalla Francia fino alla Germania con punte negative già dell'ordine delle due cifre. Ovviamente il freddo ha regnato incontrastato sull'Europa Orientale (dalla Finlandia alla Turchia) con valori diurni compresi tra i -10 ed i -15°C che risultano comunque inferiori a quanto registrato all'estremo Nord dell'Europa.
Una condizione di questo tipo depone senza alcun dubbio ad un freddo pellicolare tipico di una massa d'aria polare fredda continentale.
6 Gennaio 2009, ore 13Z: Sinottica delle temperature in Europa - FONTE: www.wetterzentrale.de
La seguente mappa, relativa al 9 gennaio, è rappresentativa di quanto accaduto nei giorni successivi all'abbondante nevicata dell'Epifania. Il vortice chiuso sulla Penisola Iberica verrà ridimensionato - e non sarà completamente assorbito - dall'azione stabilizzante del ponte di Alta Pressione che si è consolidato tra le Azzorre e l'Europa Centro-Orientale. L'elemento di spicco è comunque l'aumento dei geopotenziali in media troposfera, lungo una fascia anticiclonica di natura dinamica coricata lungo i paralleli.
In questo modo è terminata l'azione di Blocking delle correnti occidentali, ristabilendo un flusso semizonale "piuttosto alto" e comunque collocabile alla normale latitudine del Fronte Polare. I treni d'onda perturbati hanno percorso per diversi giorni i binari tracciati tra l'Inghilterra e la Scandinavia, una via sostenuta dalla cintura altopressoria della Media Europa.
Grazie al generale aumento dei geopotenziali, le condizioni del tempo si sono quindi stabilizzate su buona parte del nostro Continente, così come sulla nostra Regione. Con il ritorno di una fase più stabile si è tuttavia fatto vivo - come vedremo - un tipo di clima prettamente continentale, caratterizzato quindi da marcate inversioni termiche.
9 Gennaio 2009, ore 12Z: Analisi GFS isobare al suolo e geopoteziali a 500 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de
La seguente ultima animazione ricostruisce la sinottica continentale al suolo nel periodo compreso tra il 9 ed il 13 Gennaio, ovvero nei giorni caratterizzati dalle intense gelate sulla Pianura Padana.
Il nostro interesse deve concentrarsi sul posizionamento quasi costante dell'anticiclone "Beeke": una cella di natura dinamica, visti i geopotenziali relativamente alti in quota. Ebbene l'alta pressione era ben strutturata anche al suolo con valori fino a 1035 hPa e soprattutto collocati, almeno nella "fase giovanile", a NordEst delle Alpi. In questo modo si è stabilito un gradiente positivo di pressione al suolo tra i paesi d'Oltralpe ed il comparto Tirrenico, un elemento costante in tutta la sequenza in esame.
Il blando dislivello barico è stato per diversi giorni colmato da una lieve brezza settentrionale che, come avremo modo di constatare in seguito, è stato un elemento cruciale non solo in questa fase di "gelo padano", ma anche nell'epilogo della precedente nevicata.
9-13 Gennaio 2009: Analisi sinottica al suolo - Berlin, Institut für Meteorologie- FONTE: www.met.fu-berlin.de
Concludo questa carrellata di mappe sinottiche a scala Europea affermando che quanto accaduto durante il periodo preso in esame non abbia costituito nulla di eccezionale in termini di temperature e di precipitazioni, essendo collocabile nella normale climatologia del nostro Continente. Ciò nonostante la prima decade del Gennaio 2009 si è presentata davvero dinamica ed affascinante sulla nostra Regione, in alcuni casi letteralmente divisa in due dalle basse temperature e dalla particolare distribuzione della nevosità.
Certamente tutto questo è da attribuire alla particolare conformazione del nostro Territorio: alcuni elementi causa-effetto a scala regionale sono risultati infatti reciprocamente correlati nella fenomenologia dell'intera decade, un fatto questo che il lettore stesso potrà constatare ancora prima di concludere la lettura di questo articolo.