La sinottica del giorno 2 Maggio 2007 vede l'approssimarsi verso il N/W italiano di un vortice freddo ciclonico molto stretto, il quale pone le basi per un cospicuo peggioramento del tempo durante la mattinata in seguito all'afflusso umido da esso richiamato su tutto il Nord-Italia. Nel pomeriggio, alle ore 15z, la situazione alla quota di 500hPa, vede correnti fortemente cicloniche con direttrice SS/W - N/NE, in seno ad un deciso incremento di vorticità a tutte le quote. Dal punto di vista termico, proprio nel pomeriggio si assiste all'ingresso sulle regioni di N/W di un nocciolo freddo di -24°C sempre alla quota in questione, il quale contribuisce in modo determinante all'instabilizzazione dell'aria.
Su Piemonte e Lombardia occidentale, al termine del passaggio perturbato del mattino, si registrano schiarite soleggiate le quali contribuiscono ad innalzare ulteriormente l'energia disponibile per eventuali fenomeni temporaleschi: la temperatura massima, in ogni caso, in linea generale non va a superare i +18°C, valore quindi tutt'altro che elevato.
Come era lecito attendersi, dalle 13z sul Piemonte compaiono i primi focolai temporaleschi, in movimento da Sud a Nord. Uno di questi assume già connotati decisamente superiori alle attese, con grandine grossa come palle da ping-pong nella provincia torinese. Nel frattempo, le condizioni atmosferiche permettono la genesi successiva di nuove cellule temporalesche lungo un'immaginaria linea retta che va da Torino a Vercelli. Essa va a generarsi in corrispondenza di un poderoso incremento di vorticità a tutte le quote legato al passaggio del nocciolo freddo. Il tutto è ben intuibile dalla mappa sottostante e visibile dall'immagine satellitare seguente:
Il progressivo allontanamento dal "core" di vorticità non consente una convezione convinta, infatti le piccole celle temporalesche presenti tra Pavese e basso lodigiano andranno velocemente dissipandosi. Sembra che la stessa sorte debba toccare anche alle celle in fase di formazione tra vercellese e basso novarese, ma non sarà così.
Osservando attentamente la previsione per le ore 15z e 18z alla quota di 700hPa, si nota come lungo il corso del fiume Ticino si vada a generare una modesta divergenza in corrispondenza del "salto" igrometrico tra Lombardia e Piemonte; divergenza molto probabilmente accentuata dall'ingresso del ramo ascendente della jet-stream legata alla saccatura mediterranea.
Partendo da questi presupposti, si può affermare che la possibilità di un estensione dell'attività convettiva fino al novarese e al milanese c'era, anche se non concreta e tangibile a priori. Tutto andò di molto oltre le attese, è giusto ricordarlo.
Ore 17.15: parte la convezione tra vercellese e novarese; immediatamente la cella più orientale raggiunge il fondoscala.
A questo punto, una volta osservato il radar, decido di uscire e di muovermi verso il temporale. Considerando che abito a circa 30 km a Est di Novara, in una mezz'ora sarei potuto arrivare a destinazione. Percorrendo la statale che porta alla cittadina piemontese, ho l'occasione di notare verso S/W la parete del cumulonembo in questione:
Noto inoltre la formazione molto rapida di mammatus al di sotto dell'incudine sottovento:
Proseguo fino a Trecate (NO), sotto un cielo che va via via scurendosi. Mi trovo solamente sotto l'incudine della cella, ma iniziano a cadere goccioloni isolati e alcuni chicchi di grandine secca (diametro 1 cm): questo fenomeno tradisce immediatamente la presenza di forti correnti ascensionali in seno al sistema. Mi fermo al lato della strada, osservo un attimo la situazione e decido di andare verso Sud, avvicinandomi quindi al nocciolo precipitativo della cella, che si trovava circa 10 km a Sud di Novara. Prendo la strada provinciale che porta a Sozzago; faccio in tempo a fare 2 km di strada quando all'orizzonte mi appare improvvisamente la base della cella. Capisco subito che si tratta di una struttura temporalesca importante, decido quindi di fermarmi in una traversa della strada per poter osservare con più calma il tutto.
Da qui in avanti metterò a confronto ogni fotografia con la rispettiva immagine radar rilevata negli stessi minuti, in modo da rendere più facile la comprensione dell'analisi (con un cono nero sul radar è stato indicato il punto di vista).
Ore 18.20: Dalla base della cella tende a generarsi un modesto lowering. Sulla mia destra vanno intensificandosi le bande di pioggia e grandine.
Osservando il radar si nota il rapido sviluppo di una seconda cella temporalesca, alle spalle di quella che compare nella foto.
Ore 18.24: La cella più vicina a me va intensificandosi e il lowering tende a evolvere in wall cloud. Non noto ancora rotazione, ma soltanto un continuo rinvigorimento della struttura temporalesca. Ma a questo punto l'occhio va oltre: dietro a questa cella noto in lontananza qualcosa di veramente strano. Sembra quasi di osservare una struttura temporalesca identica, con una base molto netta e un secondo e grosso lowering in formazione! E infatti dal radar compare chiaramente questa seconda cellula, ed evolve rapidamente verso il fondoscala di riflettività.
Ore 18.30: La wall cloud è ormai delineata e a occhio nudo si nota distintamente la sua rotazione. Sembra ci siano dei tentativi di funnel cloud.
Dopo pochi istanti punto la fotocamera più a sinistra e, con una zoomata di 12x (la mia mano mi ha tradito e la foto è leggermente mossa), immortalo questo:
Chiarissima la base della cella più lontana, con tanto di wall cloud, fractus e funnel cloud annesso! Insomma, ero di fronte a due supercelle con tanto di wall cloud rotante!
Dalla sovrapposizione seguente si può dedurre che il funnel cloud sopra mostrato si trovasse all'incirca nella periferia Sud di Mortara
La wall cloud si intensifica ancora e si oscura, mentre sullo sfondo grossi fractus interessano la base della seconda cella, quella che poi risulterà essere la più intensa.
Ecco una panoramica delle due celle:
Ore 18.38: La wall cloud continua a ruotare e dalla destra compaiono fractus molto bassi in chiaro movimento ascensionale.
Il vento di inflow, che spirava alle mie spalle,
era ormai teso e intenso (40 km/h) mentre dal cielo continuano a cadere isolati chicchi di grandine secca, per fortuna piccola. Le fulminazioni e i tuoni sono pressochè continui, fenomeno tipico dei temporali supercellulari. L'atmosfera è surreale.
Dal radar compaiono ancora distinte le due supercelle; quella più vicina a me più debole, quella in lontananza (ormai coperta dalle bande di pioggia e grandine) decisamente più intensa. La freccia blu indica la zona di inflow della cella più vicina a me.
Dopo pochi istanti la pioggia e la grandine si fanno più intense, decido quindi di rientrare in macchia e spostarmi. Proseguo verso il centro di Sozzago, quindi in direzione del temporale. Attraverso il paese sotto un cielo che nel raggio di 1 km si fa incredibilmente scuro e minaccioso, svolto a destra, poi a sinistra, arrivo ad uno stop e infine mi trovo di fronte ad uno spettacolo della natura.
Ore 18.44: La wall cloud è delineata, chiara ma soprattutto rotante. Dal radar si nota, però, come la supercella che stavo inquadrando io venga pian piano inglobata dalla seconda che purtroppo dalla mia posizione ero impossibilitato a scrutarla, in quanto avevo davanti le bande di pioggia e grandine che la coprivano.
La wall cloud è stupenda, con tanto di tail cloud. L'adrenalina è al massimo, in quanto l'atmosfera si fa ancora più cupa, con attività elettrica intensissima (il rombo dei tuoni era pressochè continuo) e vento di inflow ormai al top! Assicuro che essere nella zona di "aspirazione" di una supercella è qualcosa di unico!
Le foto sono scattate dall'interno della macchina, in quanto seppur radi, i chicchi di grandine secca continuavano a cadere.
Ore 18.50: La wall cloud tende ad essere meno visibile, ormai offuscata dalla pioggia e dalla grandine in avvicinamento. Dal radar, appare in modo esemplare l'Inflow Notch della cella "madre", con tanto di eco ad uncino. Durante questi minuti, molto probabilmente circa 8/10 km di fronte a me (oltre al muro di precipitazioni identificabile dal "viola" del radar) si stagliava una wall cloud rotante pazzesca!
Dalla seguente sovrapposizione si deduce come il paese Mortara si trovasse esattamente sotto il mesociclone della cellula! Si trova infatti nel centro dell'Inflow Notch, l'area a maggior rischio Tornado!
Anche le immagini satellitari ci vengono in aiuto, e ci mostrano la supercella in tutta la sua interezza. Anche al satellite si nota chiaramente la tendenza alla rotazione del sistema temporalesco, tradita da quella "lingua" di nubi che va a formare l'eco a uncino visibile negli stessi istanti al radar.
A questo punto, essendomi completamente perso nelle stradine delle campagne novaresi, prendo la prima strada che vedo che possa portarmi ancora più sotto la cella temporalesca. Ma dopo pochi minuti mi trovo completamente sotto i downdraft poderosi del temporale: percorro circa 3/4 km sotto un'autentica cascata d'acqua e grandine, per fortuna piccola. Ovviamente perdo completamente di vista la wall cloud. Arrivo quindi a Terdobbiate, paese completamente allagato: le strade erano coperte da 30 cm d'acqua.
Da lì mi dirigo verso S/SW, arrivando nei pressi di Vespolate; da qui cominciano a vedersi accumuli di grandine sulle strade, sui campi e sui tetti delle case. L'aria è particolarmente fredda, un termometro "a muro" segna ben +8°C ! Impressionante anche il vento rabbioso che soffia dalla supercella: trovandomi ora nella sua parte posteriore, ho la fortuna di poter ammirare fractus bassissimi e velocissimi che escono dalla base turbolenta in allontanamento. Da qui lentamente tento di ritornare verso casa un pò "a naso", e gradualmente mi dirigo verso N/E, passando nella periferia N/E di Mortara (Cilavegna e Gravellona), per poi dirigermi a Vigevano. Lungo tutto il tratto di strada ci sono accumuli di grandine sulle strade, con altezze fino a 5 cm. Di fronte a me ho il temporale che si allontana, ormai diventato estremamente ampio e imponente.
I danni maggiori li trovo a Vigevano (PV), anche se non potendo fermarmi non ho potuto fotografarli. Proseguendo poi verso Abbiategrasso restano ancora visibili lievi accumuli di grandine ai bordi delle strade, per poi scomparire una volta imboccata la statale che porta a Magenta.
Nella mappa sottostante è tracciato il percorso che ho effettuato nelle 2 ore e 30 minuti di caccia.
Fonte: Google Maps
Una volta superato il Ticino, il temporale mantiene intatta la sua forza e comincia una graduale modifica della sua struttura, fino a trasformarsi in un bow echo nei pressi del milanese. L'interazione supercella/bow-echo è un fatto alquanto raro qui in Italia e in questo caso ne abbiamo avuto un esempio lampante ed estremamente didattico.
Cosa avviene in particolare? Ebbene, durante la sua evoluzione (ed in genere una volta raggiunto lo stadio maturo) nel sistema supercellulare iniziano a predisporsi le condizioni per la genesi, nella sua parte posteriore, della RIJ (rear Inflow Jet); l'irruenza della RIJ comporta un rapido cambiamento della struttura del temporale, che tende ad arcuarsi in modo netto nella sua direzione di avanzamento, estendendosi sia a Nord che a Sud ipotizzando un suo movimento Ovest --> Est.
Lo schema sottostante mostra quanto detto:
L'inflow Notch tipico dello stadio di "Supercella" va quindi ad esaurirsi e a scomparire e si ha la simultanea genesi del Rear Inflow Notch, nella zona posteriore del sistema temporalesco. Le immagini radar rendono meglio di ogni altra parola.
Il raggiungimento dello stadio di "Bow Echo" comporta, oltre che una modifica dell'area precipitativa, anche una diversa disposizione dei venti che assumono le tipiche caratteristiche riscontrabili nelle squall-line, ossia estremamente intensi ma soprattutto estesi lungo un'area abbastanza ampia, fenomeno non riscontrabile nella supercella.
La presenza della circolazione mesociclonica, al momento del passaggio allo stadio di Bow-Echo, non necessariamente deve andare dissipandosi; anzi, in alcuni casi, nella porzione più settentrionale del temporale si può mantenere del tutto intatta, costituendo quindi sempre una seria minaccia in quanto lo sviluppo di un eventuale Tornado non è assolutamente compromesso.
La cittatina di Abbiategrasso (MI), alle ore 19.50, si è trovata esattamente sulla verticale della struttura mesociclonica del temporale, nonostante esso stava evolvendo rapidamente in Bow-Echo. Ecco l'immagine radar:
Col passare del tempo la cella temporalesca si sposta sempre più verso Est, mantenendo una traiettoria completamente differente alla Level Guide a 500hPa, altro fenomeno tipico dei temporali di natura supercellulare. Va quindi ad investire in pieno il basso milanese e l'alto pavese, scaricando pioggia e soprattutto grandine. Soltanto intorno alle 21 la sua intensità comincia a calare.
Alle sue spalle si lascia una "striscia" lungo la quale la grandinata ha assunto connotati intensi, essendo piuttosto fitta e copiosa.
Ecco una serie di foto scattate a Lardirago (PV):
Lardirago (PV) - Foto di Gianluca Astori
Lardirago (PV) - Foto di Gianluca Astori
Lardirago (PV) - Foto di Gianluca Astori
La seguente foto proviene da Vigevano:
Vigevano - Foto di Umberto Bocca
In base alla raccolta dei dati che abbiamo effettuato, questa è una traccia plausibile nella quale si è avuta la grandinata più intensa. Essa corriponde alla traiettoria che ha assunto la supercella tra le 18.30 e le 21.
La seguente cartina mostra le segnalazioni di grandine (triangolini rossi) in Lombardia relative al passaggio del temporale in questione (dati ricavati dalle stazioni CML):
Le immagini satellitari ci mostrano tutto il sistema temporalesco in modo chiarissimo.
Evidente la Flanking Line sul lato sud-occidentale e la forma "a fagiolo" tipica di questo tipo di strutture supercellulari. L'iniezione di aria decisamente più secca a tutte le quote che seguiva il temporale è ben riscontrabile in quell'area completamente sgombra da nubi alle spalle della cella. Spesso e volentieri, dopo il passaggio di un sistema supercellulare il cielo si presenta pressochè libero da qualsiasi tipo di nube e in lontananza è possibile ammirare tutta la maestosità delle torri di vapore condite da fulminazioni ininterrotte, ben visibili in questo caso data l'ora serale.
La Supercella fin qui analizzata può essere fatta rientrare nella categoria HP Supercell, che si registrano generalmente in presenza di venti non eccessivamente intensi alle alte quote che predispongono il temporale ad una velocità di traslazione non elevata. Le High Precipitation Supercell danno vita a precipitazioni di grossa entitià e presentano, nell'area di aspirazione, un eco radar chiamato Forward Flank Notch (un derivato dell'Inflow Notch), chiamato in gergo "bear's cage" (gabbia dell'orso), che corrisponde all'area di scarsa o nulla riflettività presente in corrispondenza del mesociclone, sotto la quale può svilupparsi un Tornado, spesso e volentieri coperto dalle copiose bande di pioggia e grandine in seno alla supercella. Mortara, alle ore 18.50, si è trovata esattamente nella bear's cage!
Un aspetto che sicuramente caratterizza questo temporale è la sua completa autonomia che gli ha permesso di assumere una traiettoria completamente differente da tutte le altre celle temporalesche. L'animazione seguente copre tutta la giornata in questione, e nei frame finali si può notare distintamente quanto appena detto.
Si tratta di un comportamento assolutamente non eccezionale, in quanto caratterizza un buon 70% delle Supercelle; la deviazione deriva dall'azione effettuata dal mesociclone presente all'interno della cella temporalesca, che imprime una traiettoria che tende a orientarsi circa 30/35° a destra rispetto alle correnti portanti.
Sempre dall'animazione radar è ben visibile un incremento della velocità di traslazione una volta raggiunto lo stadio di Bow-Echo: esso è dovuto essenzialmente alla notevole spinta della RIJ sulla parte posteriore del temporale che ne facilita l'avanzamento. Una delle conseguenze primarie è l'espansione della shelf cloud avanzante. La seguente foto è stata scattata da Buccinasco (MI):
Buccinasco (MI) - Foto di Stefania Palumbo
Ecco l'animazione satellitare all'infrarosso; anch'essa evidenzia in modo chiaro la deviazione verso destra della traiettoria del temporale:
Essendo stato nei pressi della cellula nella sua fase di massima intensità, posso assicurare che la sua potenza, rapportata alle condizioni atmosferiche di partenza, era decisamente esagerata. Una volta raggiunto lo stadio di maturità, ha mantenuto la sua intensità in modo costante per circa 2 ore, fino a sera inoltrata! Tutta l'energia disponibile in zona è stata risucchiata da essa, annullando completamente la genesi di altre celle temporalesche nelle vicinanze.
Anche da parecchi chilometri di distanza la sua maestosità l'ha resa unica: ecco come si presentava vista da Voghera (PV):
Voghera (PV) - Foto di Mauro Dassi
Voghera (PV) - Foto di Mauro Dassi
Chiara e vasta l'overshooting top presente sulla sinistra della seconda foto, sintomo di poderose correnti ascensionali all'interno del sistema. L'ingresso della jet-stream in quota nelle ore pomeridiane ha avuto un ruolo determinante nel predisporre le condizioni adatte allo sviluppo di questo temporale, incrementando la divergenza in quota proprio nell'area tra Piemonte e Lombardia a cavallo del Ticino. Purtroppo non abbiamo a disposizione la ripresa satellitare nel canale del Vapore Acqueo sulla quale senza dubbio si sarebbe notata distintamente la jet-stream, ma anche tramite l'Infrarosso si può intuire la sua posizione:
Ad un occhio attento non sfugge una caratteristica peculiare della nuvolosità presente tra Golfo del Leone e Francia meridionale. Si notano infatti delle "striature" con direttrice S/W - N/E che partendo dai Pirenei passano sulla Francia sud-orientale, sorvolano la catena alpina e impattano in pieno sul lato posteriore della supercella in azione sulla Lombardia. Ebbene, quelle pseudo linee rette che caratterizzano la nuvolosità tradiscono il passaggio del getto, sulla cui traiettoria si va a generare il sistema temporalesco.
Per rendere più facile la comprensione, è molto utile quest'altra immagine satellitare, relativa al pomeriggio del 26 Giugno 1982, quando una supercella di rara intensità colpì Piemonte e Lombardia occidentale. Anche in questo caso tramite l'Infrarosso si riesce a scorgere (più facilmente) la jet-stream in quota che impatta sulla parte posteriore del temporale:
Fonte: www.sat.dundee.ac.uk
Le prossime due fotografie sono state scattate da Piacenza. La prima ritrae una cella isolata, non legata a quella milanese, caratterizzata da una struttura incredibile resa così grazie al mesociclone che era presente al suo interno: ricorda molto " i dischi volanti " tipici delle celle americane. La seconda, invece, ritrae anche la supercella milanese, visibile sulla destra in lontananza.
Piacenza - Foto di Fabio Cervone
Piacenza - Foto di Fabio Cervone
Per concludere questa analisi vorrei mettere a confronto questo episodio con uno avvenuto il 16 Giugno 1957, quando un Tornado F4 investì alcuni paesi nella provincia di Pavia. Perchè faccio questo? Semplicemente perchè i due eventi, con le dovute differenze, hanno presentato evidentissime somiglianze, in particolare riguardo a 2 fattori:
1) sinottica di base
2) direzione della cella temporalesca
Primo fattore: la sinottica, che mostra somiglianze notevolissime con quella del 2 Maggio 2007
Fonte: www.wetterzentrale.de
Secondo fattore: la traiettoria seguita dal temporale e dal Tornado annesso.
La Supercella che generò il Tornado F4 di quel giorno si comportò esattamente come la supercella del 02 MAggio: mantenne infatti un movimento Ovest-Est, deviando completamente dalla Level Guide a 500hPa che era da S/SW a N/NE.
Questo esempio l'ho proposto per mettere sull'attenti su eventuali sinottiche simili durante la stagione estiva. E' bene precisare che ogni situazione è a sè stante in quanto le variabili in gioco in ogni evento sono innumereveoli, ma questi due episodi (seppur con differenze abissali riguardo all'intensità del fenomeno) hanno mostrato le stesse caratteristiche dal punto di vista della dinamica convettiva!
E vi posso assicurare che quando mi trovavo di fronte alla wall cloud con il vento a 40km/h che dalle mie spalle soffiava verso il temporale la prima cosa che ho pensato è stata "ma al 2 Maggio, con 15°C, come fa ad avere una potenza simile??!" ; Un evento del genere se fosse avvenuto nel pieno dell'Estate, con 25/30°C, avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche.