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.: Sabato 23 novembre 2024
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Matteo Dei Cas |
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INQUADRAMENTO DELLA SITUAZIONE A SCALA CONTINENTALE L’ondata di maltempo ha avuto inizio nel pomeriggio di venerdì 16 maggio. La seguente immagine meteosat descrive in modo didattico lo “stadio giovanile” della ciclogenesi. Una massa d’aria di origine nordatlantica è entrata nel Mediterraneo attraverso il Golfo di Guascogna spingendosi fino alle coste algerine. L’ingresso freddo è contraddistinto dall’insieme di nubi cumuliformi sulla Penisola Iberica. Una volta raggiunte le coste nordafricane le correnti “hanno giocato di sponda” come su un tavolo da biliardo. Infatti la natura, nel tentativo di conservare la quantità di moto, ha scelto di inviare un’altrettanto intensa risposta subtropicale verso l’Italia. Il fronte caldo ha avanzato verso nord: lo si può riconoscere dal corpo nuvoloso "falciforme" appoggiato a Sud delle Alpi. Il minimo depressionario posizionato sull’Algeria ha quindi risalito il Tirreno, raggiungendo entro ventiquattro ore il Mar Ligure. Una situazione di questo tipo è inquadrabile tra quelle più severamente foriere di tempo perturbato sul nostro paese. | Air Mass Analysis sull'Europa relativa al 16 maggio 2008 alle ore 17 locali - FONTE: www.eumetsat.int Questo tipo di configurazione ha un’evoluzione piuttosto lunga se non addirittura indefinita, almeno fin quando l’aria fredda nordatlantica continua ad alimentare la saccatura. La situazione sinottica tipica, come si è presentata nella giornata di Domenica 18 maggio, era quella di un fronte quasi stazionario che delimitava ad Est l’invasione calda e ad Ovest l’aria più fredda. La progressione del sistema verso levante era ostacolata dalla rimonta altopressoria subtropicale sui Balcani: questo conferiva alla perturbazione un carattere di persistenza. La depressione ha infatti raggiunto lentamente lo stadio di maturità. La nuvolosità, piuttosto che invorticarsi su sé stessa, ha continuato a scorrere lungo i meridiani coinvolgendo per molte ore le stesse regioni. Il dislivello barico al suolo è stato alquanto debole, data l'assenza di un minimo di bassa pressione degno di nota. | 18 maggio 2008 - Berlin, Institut für Meteorologie: Analisi sinottica al suolo - FONTE: www.met.fu-berlin.de In media troposfera l’andamento delle isoipse descriveva l’affondo di una saccatura a V dalla Scandinavia con asse proteso verso il Marocco. L’Italia, trovandosi ad Est dell’asse della saccatura, è stata interessata da avvezioni positive di vorticità e quindi da moti ascensionali in grado di esaltare la nuvolosità. L’onda ciclonica, piuttosto profonda, ha traslato lentamente verso Est. | 18 maggio 2008 - AERONAUTICA MILITARE: Analisi geopotenziale e temperature a 500 hPa - FONTE: www.meteoam.it In alta troposfera la ventilazione non è stata particolarmente intensa: possiamo notare che il core della corrente a getto ha soltanto lambito le Isole Maggiori e l’estremo Sud della penisola. Sulle regioni centro-settentrionali è quindi mancata un'accelerazione del getto in grado risucchiare la massa d’aria verso gli strati più alti della troposfera. Per questa ragione non si sono sarebbero formati temporali ad asse obliquo e/o supercelle. | Il contributo dinamico nel generare i fenomeni in media troposfera è stato certamente presente, ma in misura modesta. Ha assunto invece maggiore importanza la caratteristica termodinamica della massa d’aria in arrivo. Osserviamo l’analisi in bassa troposfera riferita alla notte di Sabato 17 maggio. E’ evidente un canale di colore verde risalire dall’Algeria verso il Mar Ligure. Si è trattato di un flusso di aria calda, che sorvolando il Mar Tirreno lungo il tragitto sostenuto dalle correnti meridionali, ha raccolto molto vapore acqueo. Tale invasione mite ed instabile ha certamente fornito alle piogge la capacità di assumere un’intensità monsonica. La grandezza di rilevo è espressa come THETA e definisce l’instabilità potenziale della massa d’aria. Questo significa che lungo il canale a THETA più elevato è tanto maggiore la capacità della massa d’aria a salire verso l’alto in presenza di un innesco di tipo orografico o dinamico. | Essendo la Corsica investita in pieno dal flusso a THETA elevato, ho ritenuto rappresentativa l’osservazione del sondaggio termodinamico di Ajaccio. L’andamento della curva di stato della temperatura permette di definire l’instabilità potenziale della colonna d’aria nei bassi strati. Possiamo notare una massa d’aria calda con umidità vicina alla saturazione al livello del mare, racchiusa dal limite superiore di un’inversione termica. Ebbene se la massa d’aria riuscisse successivamente a sollevarsi, o per forzatura orografica o per richiamo dinamico dall’alto, fino a raggiungere il top dell’inversione essa risulterebbe più leggera della massa d’aria circostante. La massa d’aria potrebbe quindi continuare a salire spontaneamente, liberando a sua volta calore latente per condensazione. Questo a sua volta la renderebbe ancora più leggera della massa d’aria che la circonda. Tutto questo tradotto graficamente rende ragione del fatto che sopra il top dell’inversione la curva di stato della temperatura sia spostata a sinistra rispetto alla temperatura potenziale della particella. | L’instabilità potenziale ha trovato ostacolo lungo le nostre montagne producendo intensi rovesci dal sapore monsonico. L’infiltrazione di aria più fresca attraverso i valichi alpini ha ulteriormente complicato l’evoluzione del tempo. Tutto questo è stato riesaminato, utilizzando i modelli ad area limitata. | EVOLUZIONE A SCALA LOCALE: IL PREZIOSO AIUTO DEI LAM La rilettura dei Modelli ad Area Limitata (LAM) e delle scansioni del satellite nello spettro visibile sulle Alpi è stata di particolare aiuto nel trovare gli elementi di innesco che hanno esaltato le proprietà convettive della massa d’aria. L’immagine in movimento riferita al mattino di sabato 17 maggio evidenzia il passaggio del fronte caldo sulla Lombardia, seguito da schiarite irregolari sul Piemonte. E’ inoltre evidente un primo canale autorigenerante in risalita verso il Varesotto ed il Canton Ticino. | 17 maggio ora locale 9.30-11.15 - Dettaglio Alpi Satellite Visibile - FONTE: www.sat24.com Durante la mattinata la ventilazione alla quota di 700 hPa è rimasta sostenuta da SudOvest. Per questa ragione la maggior parte dell’umidità si è ammassata a ridosso delle Prealpi Lombarde a discapito di buona parte del Piemonte che è invece rimasto sottovento. Nella mappa si può identificare una lunga striscia di colore azzurro che corrisponde al fronte caldo, seguita da una massa d’aria relativamente più secca (macchia gialla) che corrisponde al settore caldo della depressione. L'azione di sabarramento offerta dai rilievi (Staü) all'umidità avvettata dalle correnti sudoccidentali avrebbe spiegato le abbondanti precipitazioni cadute in poche ore nel Sottoceneri. | Nel tardo pomeriggio le correnti si sono orientate pienamente da Sud. Il tempo è quindi significativamente peggiorato coinvolgendo in misura maggiore anche il Basso Piemonte e il Pavese che poco prima erano al riparo dal vento da SudOvest. Questo è avvenuto in concomitanza ad una modesta avvezione di vorticità che ha esaltato i moti ascendenti di una colonna d’aria potenzialmente instabile. E’ possibile notare nella mappa seguente qualche nucleo più intenso (colore rosso) risalire dalla Costa Azzurra verso il Piemonte e la Lombardia. | 17 maggio 2008 - BOLAM: Previsione vento e Vorticità Assoluta a 500 hPa - FONTE: www.meteoliguria.it Nella seguente immagine possiamo scorgere i nuclei convettivi autorigeneranti che risaltano, "affogati" nella nuvolosità stratificata, alla luce incidente del tramonto. I corpi nuvolosi più intensi sorvolano la Pianura Piemontese e la Provenza quasi in corrispondenza dei nuclei vorticosi disegnati nella mappa di previsione pubblicata appena sopra. Le piogge assumono carattere di rovesci frequenti ed intensi specie nelle vallate del Varesotto e del Canton Ticino | 17 maggio ora locale 18.30-20.15 - Dettaglio Alpi Satellite Visibile - FONTE: www.sat24.com Nelle prime ore della notte il fronte freddo ha scavalcato l'Arco Alpino Occidentale. E' possibile osservare nella seguente mappa l'ingresso della massa d'aria post-frontale che è caratterizzata da un contenuto di umidità specifica più basso. Questa, essendo più secca e più pesante, avrebbe concorso a sollevare la massa d'aria in afflusso dal Mar Ligure, esaltando in questo modo la rigenerazione convettiva. | L’elemento maggiormente coinvolto nella rigenerazione dei rovesci temporaleschi è stato idenitficato nella bassa troposfera. Un centro di convergenza a mesoscala posizionato sul Novarese ha richiamato aria fresca dalla Val d’Ossola e Sesia, sospingendo con moto ciclonico aria a THETA più elevato (Potenzialmente più instabile) verso le Prealpi Ticinesi e Comasche. La risalita calda è stata favorita dall’incanalamento lungo il bacino dei nostri laghi, per cui le intense piogge hanno raggiunto anche alcune zone alpine come la Val Chiavenna e la Bassa Valtellina. | Lo spostamento del centro di convergenza verso l’Alto Milanese ha rinvigorito il richiamo fresco che ha preso il sopravvento scendendo lungo le vallate del Canton Ticino, ove le precipitazioni erano ormai cessate. La linea temporalesca si è trasferita insieme al minimo depressionario verso l'Alta Pianura Bergamasca ove ha insistito per diverse ore, causando in questo modo l'alluvione-lampo a Brignano Gera d'Adda. | I fenomeni si sono in poche ore diffusi su buona parte della Pianura Padana fino a raggiungere nel pomeriggio il Veneto. La scansione satellitare della mattina di domenica 18 maggio evidenzia l’apoteosi di questa ondata di maltempo. Si può notare la quasi totale assenza di una nuvolosità stratiforme, ormai sostituita da una serie di canali convettivi rigeneranti che sembrano acquistare vigore procedendo verso levante. | 18 maggio ora locale 7.45-9.30 - Dettaglio Alpi Satellite Visibile - FONTE: www.sat24.com CONCLUSIONI Questa fase di maltempo è stata caratterizzata dall' impatto di una corrente calda ed umida a ridosso dei rilievi con effetti riconducibili alla risalita forzata di aria potenzialmente instabile. Questo è un meccanismo noto e del tutto simile, sia pure con effetti molto ridotti, a quello del monsone estivo indiano. - La situazione è stata facilmente inquadrabile dai pricipali modelli globali che avevano delineato già a 120-144 ore dall'evento (con trascurabili scostamenti dalla media) una situazione di blocco caratterizzata da un imponente scambio meridiano a componente ciclonica. - L'evento a scala locale si è invece manifestato più severamente del previsto. La posizione iniziale e lo spostamento di un centro di convergenza nei bassi strati ha infatti avuto un ruolo determinante nell'innesco e nella rigenerazione dei canali precipitativi. L'ingresso di aria fresca attraverso i valichi alpini avrebbe infatti scavato un minimo depressionario poco profondo ma sufficiente ad autorigenerare i moti convettivi, dato che l'aria fredda più pesante si è comportata da fronte freddo. Il centro ciclonico avrebbe attirato "come una calamita" la massa d'aria più calda ed instabile, innescando e rigenerando lo sviluppo della linea temporalesca. |
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