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Uragano - 10a puntata   Inserito il› 02/07/2008 5.13.21
Aggiornato il› 09/07/2008 9.11.30
Nella sede operativa della CIA ad Oklhaoma City

L'uomo misterioso non era altri che il capo della locale sezione della CIA ad Oklhaoma City. Era un uomo all'apparenza giovane e forte, ma in realtà aveva già una quarantina d'anni. Era biondo di bell'aspetto con capelli corti. Aveva occhi verdi e tratti molto delicati. Le labbra erano sottili. Il suo aspetto fisico contrastava però con i suoi modi rudi e severi. Questo suo modo di comportarsi forse derivava dal fatto che per molti anni era stato un soldato, arruolato nei Marines.
“Mi chiamo Samuel Bell! Piacere di conoscerLa dottor Connor... sono il capo della locale sezione della CIA di questa città” esordì Samuel.
Justin rimase in silenzio, attendendo le prossime parole del suo interlocutore.
“Fra poco Le spiegherò tutto, ma è meglio che entriamo nel mio ufficio” rispose Samuel.
Justin e Samuel Bell accompagnati da due agenti entrarono in un edificio anonimo, all'apparenza vecchio e che ad un'occhiata veloce poteva sembrare un edificio abbandonato. In realtà all'interno era tutto un pullulare di persone al lavoro ed indaffarate per lo più ad ascoltare telefonate o persone sospette tenute sotto controllo. Insomma era una specie di “Grande Fratello” con un orecchio su tutte le comunicazioni al di fuori degli Stati Uniti. Negli uffici c'erano anche numerosi computers con diverse scrivanie.
Samuel fece cenno a Justin di accomodarsi e disse agli altri due colleghi di lasciarli soli.
“Dunque come Le ho già detto al telefono si tratta di una cosa della massima importanza per la sicurezza nazionale. Da alcune fonti infiltrate in paesi europei ed arabi abbiamo saputo che è in corso un attacco terroristico verso il nostro paese. Quello che è certo è che l'attacco è già partito, ne abbiamo la certezza. Quasi nello stesso istante abbiamo avuto delle esplosioni in Spagna e nel deserto libico. I satelliti spia hanno rilevato che in entrambi i casi si trattava di installazioni militari “anomale”. Sospettiamo che siano coinvolti i servizi segreti di Iran,Iraq, Siria e Libia. Il nostro presidente O. non vuole che si ripeta un'altra strage come a New York nel 2001, a Madrid nel 2002 ed a Londra.” spiegò Samuel.
Justin seguì tutto il discorso con interesse, ma continuava a non capire che cosa c'entrasse lui con tutta quella faccenda. Ben presto lo avrebbe capito.
“A questo punto Lei si starà chiedendo che cosa c'entra con tutto questo. Ebbene crediamo che le anomale tempeste che stanno interessando in questo momento Europa, Asia ed America siano l'attacco terroristico di cui Le parlavo prima. In qualche modo gli estremisti arabi sono riusciti a realizzare uno strumento in grado di alterare la normale evoluzione del tempo atmosferico, manipolandolo a loro piacimento. Lei ci dovrebbe indicare come fermarli o se si può fare qualcosa” continuò Samuel.
“Mah, non saprei. Ci devo pensare” rispose Justin con tono preoccupato.
“Si potrebbe provare con una bomba nucleare, ma non so se avrebbe alcun effetto: è qualcosa che non è stato mai provato prima” continuò Justin.
“Ne è sicuro? Potrà lavorare con noi, sotto copertura e protetto dai nostri agenti” rispose Samuel.
Samuel alzò un telefono rosso, ma non disse nulla. Lo passò direttamente a Justin. All'altro capo rispose il presidente degli Stati Uniti O.
“Sì signore. Come vuole signore. La saluto, signore” disse Justin posando la cornetta e provando una certa emozione.
“Ovviamente la cosa deve rimanere tra me e Lei e neanche sua moglie deve sapere nulla...” riprese Samuel.
“Capisco perfettamente” rispose Justin.
I due si alzarono quasi nello stesso istante ed uscirono dall'ufficio. Samuel spiegò a Justin che dovevano trasferirlo in una località segreta in Arizona per partecipare al progetto di creazione dell'ordigno nucleare in grado di fermare le tempeste create artificialmente dai terroristi.
A bordo di una macchina di marca statunitense e con i vetri oscurati, seguita e preceduta da una macchina, Justin iniziò il suo viaggio verso l'Arizona. Durante il viaggio fece in tempo a mandare un messaggio ad Anne con il cellulare, trasgredendo a quanto Samuel gli aveva detto poco prima.”Parto per una vacanza improvvisa. Baci, Justin”. Justin si domandava se Anne avrebbe capito.La batteria del cellulare era a metà.
Era una giornata soleggiata con qualche cumulo di bel tempo nel cielo, ma non era troppo caldo. All'interno dell'auto comunque la temperatura era gradevole grazie al fresco getto dell'aria condizionata.
Intanto la tempesta che si stava dirigendo verso l'America continentale era già giunta in prossimità dell'isola di Cuba. Il vento si stava rafforzando, il mare iniziava a diventare grosso, iniziavano le prime piogge ed i primi temporali. Tutto il sistema si stava rafforzando ed il servizio meteorologico cubano aveva lanciato l'allerta meteo per un'evacuazione immediata dell'isola. In quell'occasione ogni rivalità o contrasto avuto in precedenza con gli Stati Uniti fu lasciato da parte e molti cubani trovarono rifugio in Florida o negli stati confinanti. Il presidente O. diede segno di grande umanità in quell'occasione.

(10-Continua)


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