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Uragano - 9a puntata   Inserito il› 13/06/2008 17.34.20
Aggiornato il› 23/06/2008 10.36.39
Nella strada davanti all'ufficio di Justin ad Oklahoma City

Justin uscì dall'ufficio e si recò in direzione del luogo che l'uomo misterioso gli aveva indicato al telefono. Aveva nella tasca il cellulare, ma non lasciò detto a nessuno dove andava. Stava camminando lungo la quarta strada quando all'improvviso si sentì un furgone sgommare all'incrocio della terza e quinta strada. Il furgone era tutto nero metallizzato all'esterno ed i vetri anteriori erano oscurati quindi non si poteva vedere chi stava guidando. Il veicolo procedeva a velocità sostenuta proprio nella direzione in cui Justin stava camminando e si fermò all'improvviso di fianco a Justin. Dalla parte posteriore uscirono due uomini vestiti di nero e con occhiali da sole. Gli uomini erano di sicuro americani il loro aspetto era quello tipico di persone nate negli Stati Uniti. L'uno era biondo, l'altro moro. Entrambi sembravano piuttosto giovani e forti. Justin non fece in tempo a capire quello che stava succedendo che si ritrovò fra le braccia dei due uomini trascinato all'interno del furgone. Non emise nemmeno un urlo od un grido per attirare l'attenzione di qualcuno. Le due porte posteriori si chiusero fragorosamente ed il furgone ripartì di nuovo sgommando. Justin continuava a non capire quello che stava succedendo. Urlando e cercando di dimenarsi provò a fuggire, ma gli uomini all'interno del furgone glielo impedirono.
“Un meteorologo vittima di un rapimento!” pensò Justin.
Mentre il furgone viaggiava Justin non si sentiva per niente tranquillo e più di una volta si sentì in pericolo. Pensò spesso ad Anne ed ai loro progetti di avere un figlio: questi pensieri lo aiutavano a superare il brutto momento, ma solo fino a quando non ritornava alla tremenda realtà. Justin notò che gli uomini che lo circondavano avevano tutti degli auricolari.
“Erano forse dell'FBI, della CIA o dei servizi segreti?” pensò tra sé Justin.
Ma tutte le sue domande rimasero senza risposta, finchè il furgone non si fermò.
“Buongiorno, dottor Justin Connor! Mi scuso per i nostri modi poco ortodossi per farla venire, ma la questione è molto importante e riservata. Nessuno deve sapere che Lei è qui” disse l'uomo misterioso. Justin riconobbe la voce che poco prima gli aveva parlato al telefono ed un brivido di paura lo percorse.

Isola di Gran Canaria, Spagna

Il commissario scese nella botola che lo portava ad un sotterraneo in cui vi era ancora molto fumo a causa dell'esplosione e del conseguente incendio. Gran parte dell'arredo e dei muri erano neri, ma si potevano riconoscere ancora dei computers, telefoni, mobili da ufficio...Si potevano riconoscere anche parti umane smembrate in un angolo ed alcune tracce di sangue. Il commissario prese un fazzoletto e se lo mise davanti alla bocca. Ad un certo momento ebbe un urto di vomito. Nella sua carriera aveva visto le cose più atroci che può compiere un essere umano ma nulla era paragonabile a quello che stava vedendo ora.
“Santa Madre de Dios” esclamò.
Dai resti di un cadavere si poteva intuire che i poveri resti appartenessero ad una persona proveniente dall'area mediorientale, probabilmente un arabo. Furono ritrovati anche alcuni appunti scritti in arabo parzialmente bruciati che furono subito sigillati dalla polizia scientifica.

Spagna meridionale

La tempesta procedeva verso nord ma senza perdere d'intensità. Fu convocato un consiglio europeo straordinario per la sicurezza dato che l'uragano stava per minacciare seriamente anche altri stati europei. Si iniziarono a registrare scene di panico nella Spagna settentrionale e centrale ed anche a Madrid fu deciso di iniziare l'evacuazione a scopo precauzionale. Lunghe code si formarono al confine tra Spagna e Francia con migliaia di persone che cercavano di sfuggire all'uragano incombente. Tutti i media iniziarono a fare edizioni straordinarie ventiquattro ore su ventiquattro con continui aggiornamenti. Furono interrogati i maggiori esperti mondiali di climatologia e meteorologia, ma nessuno riusciva a spiegarsi che cosa stava succedendo e come era possibile che un uragano sopravvivesse così a lungo a contatto con le acque del Mediterraneo e fatto ancora più straordinario all'interno del continente europeo. Ci fu chi invocò l'effetto serra ed i cambiamenti climatici e chi invece si convinse che la fine del mondo era ormai prossima. Intanto piogge torrenziali, vento a raffiche, temporali viaggiavano verso nord...
La tempesta gemella aveva già raggiunto le isole Bermude e si dirigeva con tutto il suo carico di pioggia,vento e temporali verso l'isola di Cuba.
La terza tempesta aveva raggiunto l'India centrale mietendo vittime fra coloro che non avevano fatto in tempo a fuggire o a mettersi al riparo dalle piogge torrenziali e dal surge.

(9-Continua)
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