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.: Domenica 24 novembre 2024
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Matteo Dei Cas |
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La nevicata di Santo Stefano 2008 è stata caratterizzata da un'importante irruzione fredda da Est che ha dato inizio ad una fase meteorologica prettamente invernale che si è protratta quasi fino alla metà del successivo mese di Gennaio. Il periodo delle Festività Natalizie, al contrario delle scorse annate, si è presentato freddo ed instabile grazie al blocco delle correnti atlantiche. Una serie di impulsi d'aria fredda ha mantenuto le temperature su valori costantemente bassi, creando di tanto in tanto le condizioni favorevoli alla comparsa della "Dama Bianca" in pianura, proprio come vuole la tradizione! Grazie al transito di una goccia fredda la neve è infatti tornata a visitare la Pianura Padana proprio nella notte di San Silvestro, conservando le condizioni favorevoli al consolidarsi del "cuscino freddo" che è stato sfruttato in grande stile dalla nevicata dell'Epifania. | La mattinata del 26 Dicembre si è presentata limpida e gelida su gran parte della Pianura Padana, mentre la neve caduta nella notte aveva ricamato una sottile trama bianca sui territori adagiati a ridosso della "chiostra montuosa" che delimita il Catino Padano. L'immagine immortalata dal satellitite circumpolare nello spettro del visibile è davvero affascinante: un cielo quasi completamente sgombro di nubi lasciava intravedere alla luce del mattino un manto nevoso circoscritto su tutta la Fascia Pedemontana compresa tra l'Alto Trevigiano ed il Cuneese. Una coltre di nubi nel frattempo si ammassava ancora a ridosso dell'Appennino Emiliano e sul Basso Piemonte dove continuava a nevicare grazie al protrarsi dell'effetto di sbarramento orografico. La quasi totalità della Pianura Padana sembrava invece isolata nel verde delle campagne e nei contorni nitidi dei fiumi che risaltavano in un'aria insolitamente tersa. | I dati raccolti esclusivamente dai collaboratori del CML (misurazione su tavoletta della neve accumulata durante l'intero evento) sono stati cartografati da B. Grillini allo scopo di quantificare l'intensità della precipitazione e la sua distribuzione a scala regionale. E' quanto mai evidente, in modo congruo all'immagine satellitare soprastante, la presenza dell'accumulo nevoso esclusivamente nelle provincie che comprendono la Fascia Pedemontana. La nevosità è incrementata in modo apprezzabile procedendo verso Nord con accumuli vicini ai 20 cm su Alto Varesotto, Sottoceneri, Triangolo Lariano e Prealpi Orobiche. Al contrario l'accumulo nevoso dell'ordine medio dei 2-5 cm sulla Fascia Pedemontana è calato gradualmente scendendo in direzione dell'Alta Pianura fino a risultare ormai irrilevante lungo la linea che comprende Milano, Monza e Bergamo. Sulla bassa Pianura Padana ha invece prevalso la pioggia, in quantità tra l'altro piuttosto scarsa e relegata alla tarda serata di Natale, in quanto l'ingresso della massa d'aria fredda non è risuscita a raffreddare rapidamente i bassi strati in concomitanza con le prime precipitazioni. E' inoltre interessante notare l'assenza delle precipitazioni (ombra pluviometrica totale) in Media-Alta Valtellina, essendo essa riparata rispetto al flusso orientale dal gruppo delle Orobie e dell'Adamello. La nevosità non ha quindi seguito le regole dell'altimetria, ma dell'esposizione geografica al flusso umido ed instabile: l'effetto di sbarramento orografico ha infatti avuto in questo evento un ruolo di gran lunga maggiore rispetto all'azione frontale. Il contrasto termoigrometrico dovuto all'irruzione fredda retrograda, pur essendosi manifestato in modo davvero energico, non è risultato tanto "produttivo in termini di nevosità" sulla Pianura Padana quanto invece lo è stata l'azione dello Stau sulle Prealpi. | 26 Dicembre 2008 - Accumuli di neve in Lombardia - Elaborazione di Bruno Grillini sulla base dei dati della rete stazioni CML La ricostruzione animata delle scansioni Radar evidenzia le due fasi della fenomenologia nevosa: una prima rapida fase (tra le 22 e la mezzanotte) dovuta all'intenso contrasto frontale ed una seconda più incisiva (nel cuore della notte) indotta dallo sbarramento orografico delle correnti. Il contrasto iniziale tra le masse d'aria è testimoniato dallo sviluppo di nuclei sparsi in rapido trasferimento dal Bresciano verso l’Alto Varesotto prima della mezzanotte: in molti casi si è trattato, dato le temperature positive, di rovesci di graupeln misti a pioggia. I fenomeni annessi allo sbarramento sono risultati ancora più evidenti nella persistenza, più che nell’estensione: i nuclei nevosi si sono, infatti, propagati a ridosso delle Prealpi fino coinvolgendo tutto il Piemonte e persistendo sull’estremo Ovest fino alle luci dell’alba. | 25-26 Dicembre 2008, ore locale 22-06 - Animazione Radar - FONTE: www.landi.ch La seguente rielaborazione grafica, basata sui dati delle stazioni CML e dei METAR dell'Aeronautica Militare, evidenzia la tempistica dell'irruzione orientale sulla Pianura Padana: le linee isocrone congiungono i vettori del vento da Est a tempo costante. Possiamo notare l'ingresso della Bora a Trieste nel tardo pomeriggio di Natale e la conquista in circa dodici ore dell'estremo lembo occidentale della Pianura Piemontese. Possiamo quindi dedurre che l'intero percorso sia stato coperto dall'irruzione fredda, e quindi dalla linea frontale, ad una velocità media vicina a 40 km/h (11m/s): un valore che depone certo in favore di un notevole trasferimento di quantità di moto. Un'altra informazione di notevole importanza è riscontrabile osservando la forma delle isocrone, che come possiamo notare sono incurvate in prossimità del punto di maggiore spinta della corrente. Il vento da Est avrebbe rinforzato nel cuore della Pianura Padana proprio come la corrente di un fiume che accelera nel centro ed accumula massa rallentando ai suoi argini. In accordo al principio di conservazione di massa applicata ad un fluido viscoso, la corrente orientale avrebbe spinto il proprio contenuto di vapore a ridosso dei rilievi che delimitano lateralmente la pianura (Stau delle Prealpi Lombarde), con azione di sbarramento comunque meno marcata rispetto alle zone montuose che impattavano la corrente quasi perpendicolarmente (Stau dell'Ovest Piemonte e dell'Appenino Emiliano). In questo modo si spiega il maggiore accumulo, in termini di precipitazioni, dell'azione di sbarramento piuttosto lenta ma continua, rispetto al passaggio frontale di per sè molto più energico ma altrettanto rapido e fugace. | 25-26 Dicembre 2008 - Isocrone dell'irruzione da Est - Elaborazione di Bruno Grillini sulla base dei dati delle stazioni CML ed A.M. Il tracciato del vento registrato dalla nostra Rete di Stazioni, oltre a testimoniare in modo inequivocabile la tempistica dell'ingresso del fronte freddo, quantifica l'intensità dell'evento. Ho ritenuto rappresentativo il confronto tra due punti di osservazione collocati entrambi sulla pianura a Nord di Milano. Nel grafico sottostante, relativo alla cittadina bergamasca di Brignano Gera d'Adda, si osserva un repentino rinforzo del vento con rotazione dal quadrante orientale poco prima delle ore 23. La corrente da Est ha continuato a soffiare con raffiche di intensità sostenuta fino alle 6 del mattino, per poi diminuire gradualmente di intensità. | 25-26 Dicembre 2008 - Direzione ed intensità del vento - Brignano Gera d'Adda (BG) - rete CML Stazione meteo di Antonio Marioni - Elaborazione di Matteo Negri Poco prima di mezzanotte il fronte freddo ha ormai raggiunto il NordOvest Milanese, rappresentato dalla stazione meteo di Sedriano. Analogamente a quanto accaduto sui settori orientali della Pianura Padana, la relativa calma serale è stata bruscamente interrotta dalle intense raffiche da Est, che nel corso della nottata hanno sfiorato i 60 km/h. Si è trattato quindi di una vera e propria burrasca di vento che tuttavia non è stata accompagnata da temperature tanto basse da consentire - con l'ingresso del fronte freddo - una bufera di neve polverosa. | 25-26 Dicembre 2008 - Direzione ed intensità del vento - Sedriano (MI) - rete CML Stazione meteo di Andrea Bosoni - Elaborazione di Matteo Negri Laddove l'orografia "lascia in ombra" una località all'azione diretta della corrente orientale, è stato possibile riscontrare la tempistica dell'ingresso del fronte freddo grazie al calo termico repentino e allo stesso tempo piuttosto contenuto. Il tracciato termoigrometrico, relativo alla stazione lecchese di Valmadrera, rappresenta quanto avvenuto a ridosso delle Prealpi del Triangolo Lariano, raggiunte verso le 23.30 dalla perturbazione. Dopo una serata alquanto mite ed umida, l'ingresso frontale ha prodotto un calo della temperatura da 4°C a 2°C nell'arco di pochi minuti. Subito dopo mezzanotte, con l'allontanamento del fronte freddo e l'attenuazione dei fenomeni, l'andamento termico si è stabilizzato su valori comunque positivi. Tuttavia, già nelle prime ore della notte, le precipitazioni hanno iniziato a cadere con maggiore intensità. Questo ha indotto un ulteriore calo della temperatura, che si è finalmente attestata su valori debolmente negativi, favorevoli all'accumulo della neve al suolo. La retrogressione frontale ha quindi compiuto soltanto la metà del "lavoro di passaggio" dall'autunno all'inverno, lasciando la strada aperta all'azione dello Stau che è risultata ancora una volta la via più efficace di propagazione dell'aria fredda presente in quota. | 25-26 Dicembre 2008 - Temperatura e Dew Point - Valmadrera (LC) - rete CML Stazione meteo di Matteo Dei Cas - Elaborazione di Matteo Negri La vigilia di Natale 2008 è stata caratterizzata da un imponente scambio meridiano diretto verso l’Europa Orientale. La massa d’aria gelida proveniente dal Mare di Barents ha raggiunto l’Austria nella giornata di Natale, per entrare quindi dopo poche ore in Pianura Padana. Questo è avvenuto grazie alla rotazione dell’asse dell’anticiclone delle Azzorre, che si è spinto oltre le Isole Britanniche verso la Scandinavia. Il blocco di aria fredda ha quindi potuto scorrere sul bordo sudorientale della “struttura anticiclonica di blocco” entrando sull’Italia Settentrionale grazie al forte dislivello di pressione venutosi a creare tra i Balcani ed il Tirreno. L’estensione della cella di alta pressione lungo le latitudini del Mare del Nord se da una parte ha “tagliato” la discesa meridiana, dall’altra ha consentito lo sviluppo di un “blocco dipolare” ed una piena retrogressione della goccia fredda verso il comparto occidentale del Mediterraneo. Circa la tipologia della massa d’aria fredda la sola origine geografica potrebbe indurci a pensare ad una natura continentale, dato che tipicamente una colata artico-marittima proviene dalle Svalbard o dalla Groenlandia. Tuttavia questa volta lo slancio dell’alta pressione delle Azzorre verso NordEst ha decisamente deviato la discesa della colata artica imprimendole una traiettoria obbligata dall’Oceano Artico verso il Mare di Barents e quindi verso la Polonia e l’Austria. La massa d’aria in arrivo, caratterizzata da elevato spessore e valori di temperatura bassa fino in media troposfera (bassa altitudine di geopotenziale ed importante gradiente termico), era quindi di lontana origine artico-marittima (mA). Nell’attraversare un continente ancora mitigato dalle precedenti correnti meridionali la colata fredda ha modificato le sue caratteristiche nei bassi strati (Ex-mA), assumendo caratteri di instabilità. | L’assenza di un freddo “pellicolare” sull’Europa Orientale era coerente con la natura marittima della colata fredda. Possiamo notare nella seguente mappa, relativa alla tarda sera del 25 Dicembre, valori ancora prossimi allo 0°C o comunque debolmente negativi. Una tale distribuzione termica al suolo indica solo una iniziale stratificazione del freddo vicino al suolo, che non ha niente a che vedere con un lago di aria gelida creatosi in seguito ad una colata proveniente dalle latitudini artiche della Russia. | La mappa sinottica relativa alla mezzanotte del 26 Dicembre evidenzia a tutti gli effetti la retrogressione di un fronte freddo annesso ad una relativa depressione in formazione sul Tirreno. | 26 Dicembre 2008 ore 00Z - Analisi sinottica al suolo - Berlin, Institut für Meteorologie - FONTE: www.met.fu-berlin.de L’effetto dell’irruzione fredda era stata chiaramente inquadrata dai LAM, che preannunciavano un passaggio instabile di interesse locale, mentre in realtà l’intensità dell’ingresso orientale ha prodotto un effetto di proporzioni superiori e quindi rappresentative anche su scala continentale. | La seguente animazione satellitare, relativa alla sera del Natale 2008, evidenzia la traiettoria di ingresso del Fronte Freddo dall’Austria verso la Pianura Padana Orientale. E’ notevole la rapidità dell’avanzata dell’aria fredda e l’estensione lineare del corpo nuvoloso, prevalentemente di natura convettiva. E’ interessante infine notare l’ulteriore sviluppo delle nubi sulla acque più tiepide del Mare Adriatico a testimonianza della significativa instabilità innescata dall’ingresso freddo. | 25 Dicembre 2008, ore 16.45-18.30 locali - Meteosat infrarosso, dettaglio Alpi - FONTE: www.sat24.com Le seguenti animazioni, ricostruite sulla base delle mappe LAM di previsione, ci aiuteranno a comprendere la dinamica dell'evento a scala locale. L'analisi a posteriori del campo vento e THETA alla superficie di 850 hPa ricostruisce palesemente l’effetto dell’irruzione fredda che ha letteralmente “scalzato” l’aria più umida e mite che ristagnava nella conca Padana. Allo spegnersi del contrasto frontale, le correnti fredde hanno continuato a sospingere l’aria umida preesistente sulla Pianura Padana, facendola espandere “a macchia d’olio” fino ad ammassarsi a ridosso di tutti i rilievi circostanti. In questo modo la nevicata si è intensificata sulla fascia prealpina per insistere anche diverse ore dopo il passaggio del fronte freddo, risultando decisamente “più redditizia” in termini di accumulo al suolo. | 25-26 Dicembre 2008, ore 21Z - 06Z - BOLAM: Previsione vento e THETA ad 850 hPa - FONTE: www.meteoliguria.it Il rapido aumento della pressione a partire da Est è dovuto proprio al “maggiore peso” dell’aria fredda che ha conquistato tutta la Pianura Padana fino a produrre in tempi brevi un buon riempimento di massa sul Piemonte Occidentale. In questo modo si è amplificato il dislivello barico tra Regione Padana e Tirreno, che ha esaltato a sua volta l’intensità del richiamo orientale. In altre parole l’ingresso freddo sulla Pianura Padana ha creato una sorta di piccolo anticiclone termico, non supportato dalla circolazione in quota in quel frangente decisamente ciclonica. | Mentre al suolo la pressione aumentava con il progressivo raffreddamento dell’aria, al contrario in media troposfera la pressione calava rapidamente. Un piccolo vortice freddo contraddistinto da temperature molto basse ( fino a -36°C a circa 5400 metri di quota) ha, infatti, attraversato nella notte con moto retrogrado la Regione Alpina. Questo fatto ha contribuito certamente ad aumentare l’instabilità per raffreddamento nella regione media della colonna d’aria. | 25-26 Dicembre 2008, ore 21Z - 06Z - BOLAM: Previsione temperature e geopotenziali a 500 hPa - FONTE: www.meteoliguria.it Il transito della goccia fredda è stato accompagnato da una rapida e massiccia avvezione positiva di vorticità sulla Regione Alpina. In questo modo l’azione di risucchio dall’alto della massa d’aria avrebbe a sua volta amplificato i moti ascendenti innescati dalla forzatura orografica. | 25-26 Dicembre 2008, ore 21Z - 06Z - BOLAM: Previsione vento e vorticità assoluta a 500 hPa - FONTE: www.meteoliguria.it La comparazione dei Radiosondaggi di Milano Linate [I] e di Zagreb [HR] relativi al pomeriggio del 25 Dicembre rappresentano rispettivamente le condizioni preesistenti sulla Pianura Padana (prefrontali) e la natura della colata artica che aveva già raggiunto la Slovenia e la Croazia. Si noti in particolare un gradiente termico di rilievo sui Balcani con temperature piuttosto miti al suolo e freddo crescente con la quota, rappresentato dall’isoterma di -6°C alla superficie di 850 hPa. Un profilo termico di questo tipo non indica certamente l’arrivo di una massa d’aria in grado di far precipitare le temperature sotto lo zero in breve tempo, bensì un’entrata fredda in quota destinata a propagarsi al suolo con l’arrivo delle precipitazioni. | 25 Dicembre 2008 ore 12Z - Analisi comparata dei Radiosondaggi di Milano e Zagreb Nel Catino Padano le condizioni precendenti l’irruzione orientale lasciavano presagire un contrasto frontale piuttosto energico. La notte e la mattinata di Natale erano state infatti caratterizzata da un tipo di tempo nebbioso e piovigginoso seguito da schiarite assolate, condizioni queste che avevano certamente creato quel relativo serbatoio di energia potenziale che poi è stato sfruttato dalla retrogressione fredda. | La tipologia di una nevicata annessa ad una retrogressione orientale è quasi sempre un evento fugace destinato ad estinguersi in un periodo piuttosto breve, dell'ordine di poche ore. Tuttavia in queste situazioni la Pianura Padana può essere soggetta ad una fenomenologia paragonabile, nelle dovute proporzioni, ad una piccola bufera di neve. La storia climatologica lombarda ricorda ad esempio il mini-blizzard del 13 Dicembre 2001, seguito dall'episodio più attenuato del 28 Febbraio 2005. Il caso oggetto di questo studio, pur assomigliando nella dinamica agli eventi sopra citati, si è nettamente differenziato nel piano termico e di conseguenza anche nella distribuzione della neve a scala regionale. Nonostante questo l'ingresso orientale ha sviluppato una vera e propria linea instabile grazie alla concomitante presenza di almeno tre importanti variabili da prendere in considerazione in sede previsionale. - L'intensità delle correnti al suolo è stata importante grazie all'instaurarsi di un significativo dislivello di pressione a sua volta potenziato da una rapida variazione barica nel tempo. Tutto questo era stato ben inquadrato dai modelli a medio termine a scala continentale e confermato poche ore prima dall'animazione satellitare, che evidenziava una rapida discesa della colata fredda tra l'Austria e la Slovenia. - La natura della massa d'aria fredda entrante da Est è stata in questo caso di tipo marittimo e pertanto caratterizzata da temperature basse in quota e molto più miti al suolo. L'irruzione orientale non è stata sufficiente ad abbassare in modo repentino le temperature sotto lo zero, in quanto proveniente da regioni che non soggette ad un freddo pellicolare a livello del suolo. L'ingresso del fronte freddo è stato quindi caratterizzato da brevi ed intensi rovesci sparsi di pioggia mista a graupeln contrariamente agli storici episodi del passato, ricordati per l'arrivo di aria artica continentale foriera di turbini di neve secca e polverosa. - Le condizioni preesistenti sulla Pianura Padana erano favorevoli ad un apprezzabile contrasto frontale proprio per il ristagno di aria relativamente mite e vicina alla saturazione. La presenza di un'elevata quantità di vapore specifico, riscontrabile con Dew Point positivi, rappresenta la materia prima pronta ad essere sollevata all'incalzare dell'irruzione fredda. Certamente una condizione post-favonica non avrebbe favorito lo sviluppo di un corpo nuvoloso importante associato alla retrogressione del fronte freddo. Il passaggio frontale, caratterizzato tra l'altro da aria non troppo fredda al suolo, è stato molto rapido e quindi non sufficiente a determinare un accumulo nevoso degno di nota sulla Pianura Padana. L'intenso moto della corrente ha comunque sospinto l'aria umida ai margini del Catino Padano (per conservazione di massa) fino alle pendici dei monti, dove è prevalsa un'azione di sbarramento orografico che si è protratta per quasi tutta la notte. Laddove si sono concentrate le precipitazioni l'aria fredda si è meglio propagata verso il basso, intensificando a sua volta la nevicata, che si è fatta via via più asciutta e quindi più "redditizia" anche in termini di accumulo al suolo. |
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