Mentre i due agenti dell’FBI Fox Mulder e Dana Scully si recavano alla stazione meteorologica di Milano-Linate per avere conferma alle loro ipotesi, il commissario Luca Rossi insieme ad altri collaboratori aveva appena iniziato una riunione per cercare di capire se c’era qualche tipo di legame logico o elemento comune fra i vari delitti accaduti nel mese passato ormai.
Ma per quanto tutti si sforzassero di trovare qualcosa in comune, non si giunse a nulla. Tutte e tre le persone non si conoscevano, ne’ frequentavano, non avevano amici o nemici in comune, conducevano una vita tranquilla, da persone comuni e quasi anonima.
Furono consultate anche le immagini dei satelliti spia di passaggio in quei giorni su Milano, ma nulla di nulla. Furono risentiti tutti i parenti, gli amici e conoscenti, reinterrogati, messi a confronto e sotto torchio, ma nessuno cadeva in contraddizione e tutte le testimonianze erano coerenti.
Quindi tutti stavano dicendo la verita’, nessuno mentiva, o almeno sembrava cosi’ a Luca. Tutto finiva sempre in un vicolo cieco.
Stanco,Luca decise di tornare a casa per riposarsi un po’. Era sera e quando rincaso' vide che Mattia stava chiuso nella sua stanza intento a preparare la sua tesi di laurea.
A cena mentre si stava parlando del piu’ e del meno, Mattia esordi’ con queste parole: “ Lo sai che secondo alcuni studi il vento caldo chiamato con differenti nomi in varie parti del mondo puo’ influenzare la psiche umana fino a portare le vittime a compiere gesti estremi come il suicidio o un delitto?”.
Mentre Mattia stava ancora parlando al commissario Rossi venne un’ idea improvvisa, come un fulmine a ciel sereno, e allora fu subito tutto chiaro. Chiese a suo figlio se poteva controllare il registro della stazione meteorologica che ormai teneva da molto tempo per verificare se nei giorni dei delitti vi era stato qualche fenomeno meteorologico particolare.
Controllo’ infatti i giorni dei delitti e vide che in tutti e tre i giorni si era manifestato il fohn.
“Ecco quale era l’anello mancante!”, esclamo’ Luca.
“Devo correre in commissariato! A dopo!”, continuo’ il commissario Rossi.
Quasi correndo Luca si diresse in Questura dove spiego’ la sua ipotesi agli altri collaboratori ed a tutti il quadro dei delitti sembro’ piu’ chiaro, ma non era ancora comprensibile chi, come e per quale motivo qualcuno o qualcosa uccideva solo nei giorni in cui spirava quello che fu soprannominato di li' in avanti il Vento Assassino.
(7-Continua)