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L'eccezionale cluster di Supercelle del 20 Giugno 1996 sulla Pedemontana Lombarda   Inserito il› 24/03/2014 18.00.03
 
 
 
INTRODUZIONE
 
L’evento, o per meglio dire, l’insieme di eventi che andiamo a descrivere trovano rari precedenti nella storia climatologica lombarda, uno tra tutti la disastrosa supercella, ben documentata anche sul nostro sito, risalente a circa 10 anni prima, la quale portò la terribile grandinata di Casorezzo del 18 agosto1986, di cui faremo qualche cenno e comparazione nel corso dell’articolo.
La data in questione, il 20 giugno 1996, ad un solo giorno di distanza dalla terribile alluvione in Versilia, di cui faremo breve menzione in questa sede, resta scolpita nella memoria degli appassionati meteo, ma anche della gente comune, lungo una zona compresa tra il comasco e la Valcamonica (in cui si ebbe anche un morto), passando per la brianza lecchese, l’alta pianura e la pedemontana bergamasca.
Senza dubbio il ricordo è rimasto ben impresso, oserei dire scavato dentro, negli appassionati di temporali come me, all’epoca appena dodicenne, ma è altrettanto vero che in questo caso il terrore ha preso il sopravvento sulla passione, sia perché nei miei 29 anni di vita non avevo mai visto niente di simile, sia perché la distruzione di beni materiali fu molto ingente.
Premetto che non vi sono, purtroppo, molte foto relative all’evento; abbiamo cercato di recuperare quanto disponibile, ma vi auguriamo comunque buona lettura, sperando di trasmettere anche a voi le stesse sensazioni vissute durante quel lontano giorno.
 

SINOTTICA DEI GIORNI PRECEDENTI
 
A partire dal giorno 5 giugno, mentre una goccia fredda in quota sprofonda verso il basso Tirreno isolandosi autonomamente (“cut off termodinamico”), si assiste ad una rimonta dell’alta pressione su tutto il nord Italia, con geopotenziali in aumento.
Anche le isoterme ad 850 hpa (corrispondente quota di circa 1300 metri in libera atmosfera, ma in caso di geopotenziali elevati anche sino a 1400/1500 metri di quota) subiscono un costante aumento, grazie al contributo subtropicale che dall’entroterra marocchino, passando per la Spagna, comincia a veicolare masse d’aria calda proprio verso il settentrione della nostra penisola: ecco qui di seguito una mappa meteo relativa alle ore 00 del 6 giugno 1996 (www.wetterzentrale.de)

 

 
6 Giugno 1996: Reanalisi NCEP isobare al suolo e geopoteziali a 500 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de
 
 
Diciamo che da questo momento in poi riscontriamo due fasi dell’ondata di calore: dal giorno 5 al giorno 13 giugno abbiamo la parte più “bollente”, che coincide con la massima espansione dell’anticiclone subtropicale, i geopotenziali più elevati e le termiche più calde a tutte le quote.
Proprio i geopotenziali più alti favoriscono il fenomeno della subsidenza: soprattutto nel nucleo centrale di aria più calda dell’anticiclone (rispetto all’esterno), tale aria calda agisce come fosse una macchia d’olio, propagandosi verso il basso e, tramite compressione, riscaldandosi; allo stesso tempo, l’umidità di tale massa d’aria diminuisce, poiché con l’aumento termico le microscopiche goccioline di vapore acqueo, presenti nell’atmosfera, tendono ad evaporare: proprio questa fu la situazione che si creò in questa prima fase.
Ecco qualche valore termico e igrometrico tra il giorno 5 e il giorno 13 giugno: abbiamo preso in esame i valori igrometrici registrati dalla stazione di Stezzano, mentre per quelli termici riportiamo a lato i valori minimi e massimi registrati in gradi centigradi dalla stazione di Orio al Serio (vi è una leggera sovrastima in questi ultimi, considerate qualche decimo di grado in meno):
  

	  	Stazione DATA      RH media   min     max      T min °C         T max °C        
2434    05/06/96       51      28      68         18,4             31,1
2434    06/06/96       54      30      78         18,2             31,2
2434    07/06/96       50      28      71         19,0             31,7
2434    08/06/96       46      19      67         20,0             32,2
2434    09/06/96       44      15      67         19,3            
33,0
2434    10/06/96       41      14      62         19,8             34,0
2434    11/06/96       36      11      58         20,7             34,2
2434    12/06/96       41      18      59         20,7             34,3
2434    13/06/96       43      21      62         21,8             34,0

 
 
Come si può constatare, i picchi termici più elevati (T  °C) si hanno proprio in corrispondenza di valori di umidità relativa media (RH media) più bassa: in particolare, le giornate dal 9 al 13 giugno risultano bollenti sia nelle temperature minime, sia in quelle massime, con valori ben oltre la media, non solo del periodo, ma di tutto il trimestre estivo!
Ed ecco due mappe meteo di re-analisi significative di questa prima fase - FIGURA 2 (www.wetterzentrale.de)
 
 
 
12 Giugno 1996: Reanalisi NCEP isobare al suolo e geopoteziali a 500 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de
 
 
Si notano i massimi pressori ad ovest del nord Italia con allungamento verso l’arco alpino (circa 1025 mba di pressione): condizioni di notevole effetto subsidenza con tale mappa, bolla d’aria calda tra Spagna e nord-ovest Italia.
Ed ecco la relativa mappa delle isoterme a 850hpa:
(www.wetterzentrale.de) – FIGURA 3
 
 
 
12 Giugno 1996: Reanalisi NCEP soterme a 850 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de 
 
 
 

Si notano isoterme tra 16 e 18 gradi centigradi ben diffuse tra Spagna e Italia centro-settentrionale, un buon valore per l’inizio della seconda decade di giugno!

A questo punto, mentre il calore accumulato negli strati medio-bassi dell’atmosfera è già significativo, a dar manforte a tutto arriva la fase 2 dell’ondata calda, che si rivelerà, come vedremo, determinante.
Dal giorno 14, infatti, dopo un primo temporale con grandine nella bergamasca, le temperature registrano una flessione a tutte le quote, quindi sia in libera atmosfera a 850hpa, sia al suolo, in quanto il “core” dell’alta pressione si porta a nord dell’arco alpino, disponendosi orizzontalmente ad esso e permettendo l’entrata di una massa d’aria più umida (e di per sè instabile) dai quadranti orientali: ecco la mappa di reanalisi all’altezza di 500hpa (circa 5500 metri di quota) del giorno 14:
(www.wetterzentrale.de) – FIGURA 4

 
 
 
14 Giugno 1996: Reanalisi NCEP isobare al suolo e geopoteziali a 500 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de  - Elaborazione di Alessandro Bonvegna
 
 
 
Ed ecco i valori termici ed igrometrici registrati dal giorno 14 (sempre stazione di Stezzano per quanto riguarda l’umidità relativa massima, minima e media del giorno – stazione di Orio al Serio per quanto riguarda la temperatura massima) fino al giorno 19 giugno (quest’ultimo è il giorno più umido, con un’umidità relativa media del 59% e una massima del 74%)
 
 
		Stazione DATA      RH media   min     max      T min °C     T max °C      
		2434    14/06/96       56      46      70         20,9         27,7
2434    15/06/96       46      38      56         20,0         26,8
2434    16/06/96       53      37      80         15,0         26,4
2434    17/06/96       56      41      75         12,9         26,1
2434    18/06/96       52      37      68         15,6         28,3
2434    19/06/96       59      42      74         17,0         29,0
 
 
 

Abbiamo preso anche qui in esame i dati di Stezzano e Orio al Serio, nell’alta pianura bergamasca, poiché riteniamo che la disposizione delle correnti da est-sud-est dal giorno 14 abbiano concentrato i valori più alti di umidità relativa su alta pianura e pedemontana, ove anche lo scontro successivo tra masse d’aria con caratteristiche diverse fu di maggiore impatto rispetto al resto della pianura, dove i valori di umidità relativa non furono così elevati.
In inverno avviene una cosa simile con la stessa direzione delle correnti: l’aria umida presente sulla pianura padana, specie quella centro-orientale (ricordo che in Veneto l’intero periodo fu piuttosto caldo e umido), si accumula lungo le pedemontane centro-occidentali lombarde, rimanendo incastrata per effetto orografico, generando nuvolosità e fenomeni per effetto stau specie a ridosso dei rilievi.

Lo stesso effetto, se non più marcato, si riscontra sul Piemonte occidentale: da questo momento in poi l’atmosfera diviene sempre più instabile, tanto che nella notte tra il 16 giugno e il 17 giugno si verifica già un forte temporale con 10 cm di accumulo di grandine proprio dove l’accumulo della massa umida ed instabile è più marcato, cioè nel torinese, un altro nella bergamasca, ove si registra un forte temporale con grandine abbondante specie in Valle Seriana (fonte Cgp – Centro Geofisico Prealpino).

 
 
 

FENOMENI DI RILIEVO DEL GIORNO PRECEDENTE

Prima di arrivare alla data del 20 giugno, desideriamo soffermarci un attimo sul giorno precedente, il quale vide, oltre che i maggiori livelli di umidità alle medio-basse quote, i seguenti devastanti fenomeni:
1) Alluvione in Versilia, provocata da un nubifragio, frutto di una grossa cellula temporalesca quasi sicuramente auto-rigenerante e di forma allungata parallelamente ai rilievi appenninici toscani, con sviluppo ed estensione nord-sud e continua rigenerazione sulla costa nord-occidentale toscana (particolare molto importante che riscontreremo anche per il nostro cluster di supercelle lungo la pedemontana lombarda): ecco il “mostro” visto dal meteosat (satellite meteo): FIGURA 5

 
 
 
 
19 Giugno 1996, ore 12:00 - Meteosat 5
 
 
 
2)  Forte supercella grandinigena serale tra la bassa padovana e il veneziano, ben documentata dal meteo-appassionato Alberto Gobbi, il quale ringraziamo.
Potete trovare  l’interessante articolo al link qui di seguito:  http://www.fenomenitemporaleschi.it/190696.htm

Osservate la situazione a 500hpa del 19 giugno dalla mappa di reanalisi qui di seguito, con qualche modifica per rendere più chiara la disposizione delle figure bariche e delle correnti:(www.wetterzentrale.de) – FIGURA 6

 
 
 
19 Giugno 1996: Reanalisi NCEP isobare al suolo e geopoteziali a 500 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de  - Elaborazione di Alessandro Bonvegna
 
 
  
Saltano subito all’occhio alcuni aspetti particolari: una depressione a carattere freddo (T) sulla regione scandinava, un cuneo di alta pressione (H) a sud della Groenlandia che si congiunge con l’alta pressione polare, in una configurazione meteo più invernale che estiva, con il conseguente tentativo di bilobazione di un vortice polare ancora attivo in modo residuo (colore verde).
Una piccola parte della massa d’aria fresca collegata alla depressione scandinava ha così la possibilità di scorrere verso le latitudini meridionali e, quindi, verso l’Italia, bucando di fatto l’alta pressione che fino al giorno prima si impossessava di tutto il mediterraneo.
Abbiamo evidenziato con una linea rossa il cuneo di bassa pressione da 1015 millibar (mba): come potete notare, esso segue una linea immaginaria lungo l’appennino centro-settentrionale, scavalcando l’arco alpino e permettendo probabilmente già l’entrata di una minima parte di aria fredda (freccia blu) dal nord Europa, creando le basi per un primo contrasto con l’alta pressione appena a sud e l’aria caldo-umida pre-esistente.
Si tratta di un’ipotesi, ma è altrettanto vero che tra il giorno 19 e il giorno 21 giugno si ha una certa rapidità di movimento delle figure bariche e così dell’aria fresca, aspetto che, considerato quanto scritto sopra, rende ancor più pericolosa e repentina l’evoluzione degli eventi.
 
 
 
L’EVENTO DISASTROSO SULLE PEDEMONTANE: 20 GIUGNO 1996
 
Passiamo ora al nostro giorno, il 20 giugno 1996, iniziando a vedere la carta meteo alla mezzanotte del 21 (a fenomeni già avvenuti, ma è pur vero che tale mappa è la più rappresentativa della situazione venutasi a creare nelle ore precedenti):
(www.wetterzentrale.de) – FIGURA 7
 
 
 
 
21 Giugno 1996: Reanalisi NCEP isobare al suolo e geopoteziali a 500 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de  - Elaborazione di Alessandro Bonvegna
 
 
 
Per curiosità, vi mostriamo in FIGURA 8 sottostante, sempre presa da www.wetterzentrale.de la situazione sinottica relativa all’altra storica grandinata lombarda di cui accennavamo all’inizio, quella di Casorezzo del 18 giugno 1986:
 
 
 
 
18 Agosto 1986: Reanalisi NCEP isobare al suolo e geopoteziali a 500 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de  - Elaborazione di Alessandro Bonvegna
 
 
 

Anche in questo si nota un disegno barico molto simile, con l’ansa depressionaria con centro motore a carattere freddo sulla Scandinavia che si allunga e si scava sul mediterraneo occidentale sino al nord Africa e la risposta calda sul basso mediterraneo e Italia meridionale (condizione ideale per lo scontro di masse d’aria di estrazione e caratteristiche differenti)
Nel nostro caso, si nota subito la depressione fredda scandinava in allungamento con le sue spire verso il mediterraneo occidentale (saccatura ampia, 1010 mba di pressione): tale manovra è favorita dall’elevazione verso nord di due alte pressioni, una ad ovest e una ad est della Scandinavia; anche qui abbiamo evidenziato in blu il percorso dell’aria più fresca che si tuffa nel mediterraneo occidentale, mentre nel basso mediterraneo centro-orientale resiste un cuneo di alta pressione nordafricana.
E’ a questo punto che le correnti si dispongono tese da ovest/sud-ovest sul nord Italia, quasi parallelamente, in questo caso, alla regione alpina, mentre vi è un calo dei geopotenziali e il travaso di aria più fresca proprio a ridosso della pedemontana lombarda centro-occidentale.
Abbiamo motivo di ritenere che durante la giornata si sia presentato un cluster di supercelle grandinigene ad asse obliquo, inclinato fino all’inverosimile lungo la pedemontana lombarda centro-occidentale e in misura minore quella orientale, seguendo le correnti tese da ovest-sud-ovest, deviate dalla catena alpina da ovest verso est, con rigenerazione delle stesse supercelle dai settori occidentali, parallelamente all’arco alpino (come ricorderete per la Versilia, si ebbe anche in quel caso rigenerazione parallela all’appennino): inutile dire che tali supercelle per il loro sviluppo ed espansione si sono nutrite dell’aria caldo-umida pre-esistente e stagnante su alta pianura e pedemontana. Ecco il satellite meteo che riprende il cluster di supercelle lungo la pedemontana lombarda: FIGURA 9

 
 
 
20 Giugno 1996, ore 13:00 - Meteosat 5
 
Riteniamo inoltre che si sia trattato di un violentissimo passaggio pre-frontale, dato che il fronte freddo vero e proprio sarebbe transitato sul nord Italia soltanto tra il giorno 21 e il giorno 22.
Proprio in questa zona vi è la massima divergenza delle correnti (linea rossa), e quindi la maggiore instabilità meteorologica potenziale, che si traduce in una prima devastante grandinata sul comasco, di cui vi forniamo innanzitutto il racconto, ricco di pathos, di un nostro meteo-appassionato, sotto il nickname di Raf76Como:
 
“Quel pomeriggio faceva davvero caldo. Ma soprattutto era umido, molta afa. La temperatura nel primo pomeriggio si aggirava intorno ai 32°C, ma soprattutto la calma di vento favoriva un' umidità certamente intorno al 60%. Il primo temporale delle 15.30, infatti, fu visto come una manna dal cielo: una bella rinfrescata, un bel diluvio con annesso qualche chicco di grandine, un sollievo insomma. Mai tale considerazione fu così sbagliata. Passato questo primo temporale, ritornava il sole, ma l'acqua appena caduta, evaporando, rese il caldo insopportabile con l'umidità intorno al 90%. La temperatura tornava a salire; il caldo e l' elevato tasso di umidità che stagnava su Erba, trasformarono il temporale in arrivo da ovest in un'autentica supercella. Verso le 16.45, infatti, il cielo tornava nuovamente a coprirsi, la temperatura diminuiva, mentre l'umidità rendeva l'aria praticamente irrespirabile. Improvvisamente un vento impetuoso si alzò da ovest e subito apparve ciò che avrebbe di lì a poco portato la storica grandinata. Il cielo era tappezzato di nubi che inizialmente apparvero scurissime per divenire successivamente quasi verde petrolio. Si stava per scatenare la tempesta. Subito le prime forti piogge, sotto forma di rovesci, poi però la situazione precipitava: dalle 17 iniziarono a cadere chicchi grossi come noci; la precipitazione era dapprima mista a pioggia, successivamente di sola grandine. Ciò che ha reso eccezionale questa grandinata, infatti, non è tanto la grandezza o il peso dei chicchi ( che comunque cadevano con violenza inaudita) quanto la durata dell'evento. Quasi un'ora di grandine secca, questo è il dato eccezionale. I chicchi avevano un diametro variabile ed intorno ai 5 cm, alcuni fino a 6-7 centimetri. Il cielo era bianco/verde, la grandine cadeva senza sosta, distruggendo raccolti, piante, automobili, tetti...ogni cosa. Traffico immediatamente in tilt con le strade trasformate in bianchi torrenti. Alle 18 finalmente la grandinata cessava. L'accumulo era mediamente di 50 cm, con punte di 60 cm. tra la statale 636 e la Via Cesare Battisti, mentre il punto critico dei 110 cm (dedotto in base alle foto e all'altezza del sottopassaggio) si è verificato sotto la statale 636. Il cielo quindi si rasserenava, ma faceva un gran freddo. Secondo le ricostruzioni, la temperatura durante la grandinata si è abbassata fino a 12-13°C; il freddo vero è venuto dopo, grazie al sereno e al ghiaccio che sublimava. Una specie di effetto albedo che certamente avrà portato la temperatura nella notte a scendere fino ai 7°C. Inoltre a un metro dal suolo si era sollevata una fitta coltre di nebbia (ecco il perchè di tante foto con visibilità non ottima), che riusciva a diradarsi completamente la mattina successiva. I cumuli di grandine, creati dagli spazzaneve e dalle ruspe che hanno lavorato ininterrottamente per quasi tutta la notte, rimanevano ancora per tutto il giorno successivo.”
 
Un altro contributo che vi facciamo leggere è l’articolo del Corriere della Sera, redatto il giorno seguente, con una lista dettagliata di fenomeni, zone colpite e danni; anche questo è piuttosto terrificante, e lo potete trovare ciccando sul link qui di seguito:
 
 
Ecco invece le segnalazioni (parziali) pervenute al CGP di Varese quel 20 giugno:
 - temporali sull'alto Varesotto. Grandinate al Campo dei Fiori; chicchi del diametro di cm 2.5.
Altre segnalazioni di grandine: Brinzio (versante nord CdF) e Arcisate (segnalazione A. Galli, collaboratore CGP)
- h.13.45 - forte temporale con grandine a VERBANIA-INTRA (segnalaz. G.De Antoni, collaboratore CGP)
- h.14.00 - grandinata violentissima nel Mendrisiotto, con chicchi delle dimensioni di una noce (Svizzera, segnalaz. Eco del Mendrisiotto)
- h.18.00 - temporale a BRESCIA, con 2 cm di grandine (segnalazione Internet di Nicola Gelfi, che ringraziamo).
- h.18.30 - nubifragio di acqua e grandine tra COMO E ERBA - cumuli di 50-100 cm di grandine sulle strade (segnalazione Sig. Prefetto di Como, dott. Caruso)
- A BERGAMO (segnalazione Nucleo Carabinieri Elicotteristi di Bergamo) all'Aeroporto di Orio al Serio tromba d'aria con danni agli apparecchi a terra e alle strutture fisse. Venti oltre 150 Km/h (va aggiunta la grandinata eccezionale qui)
- Da BRESCIA riceviamo e pubblichiamo integralmente la seguente comunicazione Internet del Sig.Davide Lesi, che ringraziamo:
" Vi informo che nel pomeriggio/sera del 20.06.1996, si sono scatenati a BRESCIA la bellezza (si fa per dire) di 3 temporali:
il primo alle 4:30 circa, pioggia intensa per una quindicina di minuti;
il secondo, molto intenso, alle 6:30 circa, con grandine della dimensione di palline da ping pong, seguita da pioggia fitta per 20 minuti (a proposito: ho fatto anche un bel video della preparazione, avvicinamento e scoppio del temporale, riprendendo sia la grandinata che le dimensioni della stessa);
il terzo, verso le 11:00 di sera, con grandinata piccola ma fitta, per 5 minuti, poi pioggia forte. "
Riguardo alla segnalazione del tornado a sud di Brescia, abbiamo lo straordinario video del Sig. Davide Lesi, che ringraziamo, essendo un documento storico di grande importanza, lo potete trovare ciccando sul link qui di seguito: (tornado dal minuto 4 e grandinata nella parte finale del video):

Ed ecco alcune fotografie che abbiamo recuperato grazie al nostro Marco Burato (Buros sul meteoforum), relative all’eccezionale grandinata: la prima si riferisce al comasco, mentre le altre due al bergamasco; la qualità delle foto non è elevata, anche perché nell’ultima si nota la nebbiolina bassa che si era formata sopra l’accumulo di grandine, fenomeno ben descritto nel racconto precedente.  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ed ecco il mio racconto (Alessandro Bonvegna – “Nevebon” sul meteoforum):
 
“Ho 29 anni, vivo a Seriate (paese appena a est di Bergamo), e sono sempre stato un grande appassionato di fenomeni meteorologici sin dall’ infanzia, soprattutto se si tratta di neve, vento e temporali, e sono onorato di poter raccontare qui questo evento che certamente mi ha segnato parecchio. Grazie a tale passione, ho la fortuna di ricordare ogni evento meteo significativo a partire dal 1995, e di quel lontano giugno 1996 ricordo tutto come fosse ieri: la II media che terminava, le consuete partite di calcio che si disputavano all’oratorio di Celadina, quartiere poco ad ovest di Seriate, che raggiungevo sempre in bicicletta, una vecchia mountain bike. Ma quel giugno faceva caldo, molto caldo, e spesso era afoso, un’afa che ti si appiccicava addosso in certe giornate, specialmente verso il tardo pomeriggio e la sera. E poi c’era qualcosa di strano: quasi quotidianamente verso le prealpi Orobie spuntavano cumulonembi molto elevati in altezza, e in certe giornate arrivava quasi puntuale la grandinata tardo pomeridiana o serale, con raffiche di vento da nord, con me che scappavo dall’oratorio verso casa appena prima che grandinasse. Ma la cosa più strana era che, malgrado i temporali (che poi capii fossero di calore), l’afa aumentava giorno dopo giorno, e dentro di me pensavo (e vi giuro che è vero) che per eliminare tutto quel calore umidiccio servisse qualcosa di più di un semplice temporale estivo; ma più di una grandinata con raffiche di vento, cosa mai avrebbe potuto fare? Arriva il giorno 20, ricordo che era un giovedì, e noi della IID avevamo prenotato qualche giorno prima per una pizzata di fine anno scolastico presso un ristorante vicino alla scuola, con ampio piazzale della vecchia fiera di Bergamo retrostante. Quel giorno cominciava diversamente rispetto ai giorni precedenti, eccetto che per la sensazione di afa, dovuta all’umidità ancora aumentata sino a livelli poco sopportabili. Ricordo che la mattina spirava una debole brezza da est, e, fatto nuovo, un primo temporale con annessa grandinata, ma senza vento, scoppiò verso l’ora di pranzo. Erroneamente ho pensato: “Che bello, oggi verso sera non devo fare le corse per tornare a casa!” Ma dopo questo temporale l’umidità e la sensazione di afa erano divenute ancor meno sopportabili, quindi la mia considerazione sul primo temporale doveva esser senza dubbio sbagliata! Decido allora di andare dopo pranzo, come al solito, a far due tiri a calcio all’oratorio, sempre con la mia bicicletta, e ricordo mio padre scettico che mi chiese: “Ma sei sicuro che non farà più niente?” E io: “ Bhè, sembra sereno ora, al massimo mi riparo lì”. Arrivato a Celadina, nel giro di un’ora il cielo era quasi coperto da un enorme cumulonembo verso nord, mentre altri si trovavano a ovest, lampeggiava da dietro le prealpi e, di colpo, comincia a cadere grandine abbastanza grossa (circa 5-6 cm di diametro), ma secca, mentre l’afa è insopportabile e non soffia un alito di vento. Pochi minuti dopo il cielo verso ovest è tremendo, color verde petrolio, il cielo brontola senza sosta, mentre da un cielo scuro sopra di me cade una grandinata secca e continua per circa 10 minuti, con discreto accumulo. Veloci ci siamo riparati nel bar dell’oratorio, eravamo in tanti, e di colpo fa buio, un buio sinistro, la calma totale di vento, la grandine che di colpo cessa. Passano poche decine di secondi e la calma viene sostituita da un rumore infernale, assordante, come di aereo che plana (non so se si fosse trattato di un tornado nascosto dalle precipitazioni, non ho evidenze certe per dirlo), subito rumore mischiato con la mitragliata di grandine grossa come albicocche, continua, incessante, mentre fuori la visibilità è nulla e vola davvero di tutto contro il bar (rivolto a sud-ovest): la corrente che salta, i vetri che vanno in frantumi, grossi rami che si schiantano fuori dal bar e contro la porta, il panico nella gente e nei ragazzini, io che fino al momento della grandine secca senza vento mi godevo lo spettacolo che più amo, poco dopo terrorizzato dallo stesso, molti piangevano, e non sto scherzando, fuori era la fine del mondo, e non si vedeva niente! Addirittura per il vento tre uomini son dovuti stare con la propria forza a tenere la porta-finestra del bar perché continuava ad aprirsi, con il vento che alla fine la ruppe ed entrò una massa di grandine nel bar. Questa fase durò una quindicina, massimo ventina di minuti, non oltre, e da dentro si pregava perché smettesse, e quando lo fece si vide che la devastazione fu notevole. Ma è stato tornando a casa, verso Seriate, dove era andata peggio: la grandine accumulata era alta oltre 40 cm, dovetti tornare con la bici in spalla, affondavo le ginocchia nella grandine, fredda, dalla quale si alzava una nebbiolina invernale…sembrava inverno fuori, gli alberi completamente defogliati e le cui cortecce scorticate, così come i muri delle case, i vetri rotti, le tapparelle bucate e piegate, gli alberi abbattuti, gente che spalava la grandine dai terrazzi, tetti che non esistevano più, una desolazione sopra tutto quel ghiaccio. Ricordo chicchi mediamente come albicocche, poi altri erano enormi, anche come pesche, e se penso che furono scagliati contro le cose da venti oltre 150 km/h, penso sia un miracolo che non si siano registrate vittime! Si apprese che a Orio al Serio due boeing si erano rigirati su se stessi per le raffiche di vento, e un fokker aveva abbattuto la guardiola, il centro commerciale di Curno ebbe le vetrate distrutte, così come le auto, con la gente dentro nel panico. Mio padre era rimasto a casa da solo quel pomeriggio, io ero all’oratorio con mia madre e mio fratello: trovammo la casa allagata, lui nel panico, ci raccontò che era tutto buio e l’acqua colava da ogni dove, e scivolò anche a terra, chiuso tra il rumore assordante di aereo e di mitraglia, come anch’egli raccontò. La sera in pochi andarono alla pizzata, io ci andai e nel piazzale facemmo a palle dure di grandine come fosse stata neve, ancora increduli, in un misto di terrore e adrenalina. Scoppiò un altro temporale, diciamo moderato, dopo tanti lampi al ritorno a casa verso mezzanotte e io, solitamente gioioso nel vedere un temporale, ero a dir poco terrorizzato, così come tutti, meteo-appassionati e non, una volta tanto uniti nelle sensazioni di fronte a questo fenomeno. La passione per i temporali e temporaloni è rimasta, ma quello fu un fenomeno estremo, mai più ripetuto, e spero vivamente che rimanga unico.”

Ringrazio tutte le fonti e le persone citate in questo articolo, e sin da ora tutto il Centro Meteo Lombardo che ne ha permesso la pubblicazione, i miei genitori e la mia fidanzata Marta, la quale mi ha dato lo stimolo per crearlo, sperando sia stato di vostro gradimento, oltre che di scorrevole e chiara lettura.

Alessandro Bonvegna
 
 
 
 
 
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