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.: Giovedì 21 novembre 2024
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Luca Dal Bello |
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Proprio in mezzo a un lungo periodo dominato da un coriaceo anticiclone, piazzatosi da inizio mese sull’Europa centro-occidentale, intorno alla metà di dicembre 2016 si è manifestata una breve parentesi invernale, al culmine della quale, il giorno 19, è caduta la prima neve della stagione sul nordovest italiano. Mentre la nevicata nel basso Piemonte era ampiamente nelle attese, abbastanza inaspettatamente i fiocchi bianchi si sono spinti fino al nord della regione e all’estremo lembo occidentale della Lombardia. Le cause sono da ricercare, come vedremo, in un particolare “incerto” della configurazione sinottica, che ha “disorientato” i modelli di previsione fino all’ultimo momento. Nei giorni precedenti, complice una blanda avvezione orientale sotto la “pancia” dell’alta pressione, era affluita aria sempre più fredda e piuttosto umida nei bassi strati, che ha consentito la formazione di una sorta di “cuscino nebbioso”, divenuto nel tempo sempre più spesso. Dopo quattro anni di latitanza pressoché totale del fenomeno, domenica 18 è stata nella media e bassa pianura una “giornata di ghiaccio” (contrassegnata per definizione da temperature massime ≤ 0 gradi). In tale area la galaverna, già presente in parte nei giorni precedenti, l’ha letteralmente “fatta da padrone”, depositandosi su vegetazione, ringhiere, cavi dell’alta tensione, e rimembrando ai più “attempati” antiche atmosfere invernali; tempi in cui il fenomeno era decisamente ricorrente. Occorre anche segnalare che il sudovest milanese, la Lomellina e la bassa novarese hanno sperimentato il fenomeno della “neve da nebbia”, erroneamente definita “neve chimica”, a più riprese tra giovedì 15 e domenica 18. Tra i valori massimi di spicco registrati il 18, ricordiamo i -0.9 di Asigliano Vercellese e Robbio, -0.7 di Capergnanica, Gaggiano, Robecchetto. Tra i valori minimi, invece, ci sono quelli di alcune zone venutesi a trovare al limite della coltre nebbiosa, storicamente l’area più favorevole alle inversioni per via del mix di cielo sereno e saturazione dell’aria nei metri prossimi al suolo. In queste zone c’è stata qualche locale punta notturna attorno ai -6/-7 gradi: -6.9 Marnate, -6.7 Samarate, -6.6 Ceriano Laghetto e Lesmo, -5.9 Besnate, -5.7 Briona, stazioni in genere extra o semi-urbane, poste in aree di brughiera, sodaglia, o in conche infra-collinari, notoriamente fredde. Nel frattempo, le alture collinari e le pedemontane, poste al di sopra del limite della nebbia, erano alle prese con temperature decisamente più miti. Ma proprio durante il weekend ha iniziato ad affluire anche in quota aria più fredda e decisamente più secca. Il radiosondaggio della mezzanotte del 19 mostra una perfetta colonna da neve, grazie ai wet bulb molto negativi in quota e al cuscino freddo nebbioso nei bassi strati. |
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