La sinottica generale di quella giornata vedeva, alle ore 00z, un nucleo di aria fredda in discesa dalla Gran Bretagna con direzione N/W - S/E. Generalmente i fronti provenienti da N/W portano scarsi o nulli fenomeni su gran parte della Lombardia: in questo caso non fu così, vediamo perchè.
Il FF in discesa ospitava al suo interno una sottile quanto sostenuta jet-stream, in accordo con il notevole gradiente termico presente lungo di essa in senso trasversale.
Col passare delle ore il FF in discesa cominciava a compiere una leggera rotazione del suo asse, determinando (per le ore 15z) correnti in quota prevalentemente da W/SW su tutto il Nord-Italia, ma in particolar modo su Lombardia, Veneto e Friuli. Possiamo notare come alla stessa ora il getto si dispone in posizione decisamente positiva per una progressiva instabilizzazione dell'aria in seguito all'incremento dello shear.
Fonte: www.meteoliguria.it
Alla quota di 500hPa è evidenziabile il nocciolo freddo in avvicinamento, con centro tra Germania e Paesi Bassi.
Fonte: www.meteoliguria.it
Se alle alte quote l'evoluzione cominciava ad assumere connotati favorevoli alla genesi temporalesca, alle quote medio-basse il disorso si presentava decisamente diverso, in quanto mancava un massiccio apporto energetico, con condizioni termodinamiche apparentemente proficue solamente per qualche isolato fenomeno convettivo ma nulla a che vedere con la serie di celle temporalesche che da li a poco sarebbero andate a svilupparsi. Alla quota di 850hPa, in particolar modo, si nota la presenza in Pianura Padana di valori di temperatura potenziale equivalente relativamente bassi, sinonimo di scarsa energia a disposizione.
Fonte: www.meteoliguria.it
Nonostante questo, intorno alle 18z parte all'improvviso la convezione nei pressi dell'Adda, a Sud di Bergamo. Immediatamente il temporale appare al radar come una perfetta cella ad asse obliquo, con un nocciolo precipitativo sulla sua parte posteriore che raggiunge il fondoscala. Ad un occhio esperto non passa inosservato un piccolo quanto importantissimo particolare: la presenza di un evidentissimo V-Notch. Il V-Notch è quell'area a forma di " V " situata nella direzione di avanzamento del temporale e si manifesta quando i forti venti presenti alle alte quote (la Jet-Stream, come abbiamo visto poco fa) impattando contro l'updraft principale della cella temporalesca deviano lateralmente le particelle di acqua e ghiaccio ai lati dello stesso, determinando quindi l'eco a V sul radar. Ciò è un inconfutabile segnale della possenza dell'updraft, tale da non subire influenze da parte dei venti in quota.
Fonte: www.landimeteo.ch
Il temporale inizialmente segue le correnti portanti da W/SW (level guide), ma poi compie una brusca rotazione del suo movimento verso S/E, fenomeno che lascia pochi sospetti ormai sulla natura supercellulare del sistema temporalesco. Ecco infatti che, circa 20 minuti più tardi, si nota come il temporale prosegua il suo movimento verso Brescia mantenendo una traiettoria decisamente divergente rispetto alle altre celle temporalesche in formazione.
Fonte: www.landimeteo.ch
Dallo scatto delle ore 18.30 traspare inoltre la tendenza alla genesi dell'Inflow Notch, un eco radar a bassa riflettività presente lungo l'area di inflow del temporale. Perchè si genera questo eco a bassa riflettività? Semplicemente perchè i forti venti che si dirigono verso il mesociclone della cella temporalesca portano con sè l'aria umida con un'intensità tale da inibire la coalescenza delle goccioline in strutture più grandi, poiche esse vengono immediatamente portate verso l'alto. E' evidente, quindi, che l'Inflow Notch (identificato anche come WER - Weak Echo Region) rappresenta un altro importante indizio sulla possibile natura supercellulare del temporale. A supporto di questa tesi, ormai consolidata anche soltanto tramite le immagini radar, abbiamo a disposizione anche una fotografia del sistema temporalesco che toglie ogni dubbio.
Autore: Nicola Gelfi - www.starrylink.it
Nella foto compare in modo abbastanza visibile un lowering, di forma non completamente delineata e con alcune "fratture" al suo interno. Esso si trova esattamente nella WER, e rappresenta quindi la testimonianza visiva della rotazione del sistema temporalesco. In genere un lowering robusto, basso e compatto viene rapidamente classificato come wall cloud; non è il caso di questo episodio, anche se è ben visibile sull'estrema destra un accenno di tail cloud "puntata" verso la regione principale delle precipitazioni (FFD). Per rendere ancora meglio l'idea del posizionamento del fotografo rispetto al temporale ecco uno schema semplificato.
Contemporaneamente al manifestarsi della cellula temporalesca fin qui analizzata, si andavano generando altri focolai tra Cremonese e Pavese, anch'essi decisamente intensi con robusti e ampi nuclei a fondoscala. La cella principale si va generando proprio lungo il corso del Po e, stranamente, assume una direzione anch'essa completamente diversa rispetto alla level guide in quota: si muove infatti da S/W a N/E. Insomma, dal radar si nota come le due celle più intense vadano a incrociare le loro traiettorie! E anche in questo caso si tratta di un temporale a supercella! Nello scatto delle 18.40 (mostrato fra poco) si nota, anche se con più difficoltà rispetto alla cella bresciana, la tendenza alla genesi di un V-Notch e di un Inflow Notch. Notevolissimo inoltre il nocciolo a fondoscala del temporale, anch'esso grandinigeno.
La cella viene fotografata nei pressi di Pavia:
Autore: Tommaso Grieco - http://www.webalice.it/tommypv
Si nota la Shelf Cloud in avanzamento con il muro di precipitazioni alle sue spalle. Purtroppo non abbiamo al momento a disposizione ulteriori fotografie relative alla parte posteriore del temporale, la quale molto probabilmente ha mostrato segnali di rotazione a giudicare dagli scatti del radar.
Fonte: www.landimeteo.ch
Col passare dei minuti, però, questo temporale tende a diminuire d'intensità e a degenerare in un normale temporale a multicella, la quale attraverso gli outflow va a dare vita ad altri focolai temporaleschi nei paraggi, ma sempre su una stretta linea che va grosso modo a percorrere il fiume Po.
Fonte: www.landimeteo.ch - Concesso da www.meteomania.com
Ecco dall'immagine satellitare la linea temporalesca ormai attiva su buona parte della medio-bassa pianura Lombarda.
Fonte: www.sat.dundee.ac.uk
In conclusione ritengo sia giusto chiarire i motivi principali che hanno posto le condizioni necessarie allo sviluppo di un'intensa convezione nonostante i parametri relativamente poco favorevoli alle medio-basse quote.
1) Il Riscaldamento del Sole: esso è risultato determinante in quanto proprio durante le ore pomeridiane è andato ad "accendere la miccia" ponendo i presupposti per una convezione libera da CAP alle medie quote.
2) Il calo termico alla quota di 500hPa a cavallo del tardo pomeriggio-sera, il quale ha incrementato il gradiente termico verticale incentivando i moti ascensionali.
3) Il più importante di tutti: la jet-stream in quota. Essa ha avuto il ruolo determinante nell'andare ad incrementare decisamente l'instabilità atmosferica in seguito all'enfatizzazione dello shear avvenuta in concomitanza con la sua entrata sulla PP nelle ore pomeridiane. I temporali di conseguenza hanno assunto un asse molto inclinato con moti ascensionali particolarmente intensi, attivati per lo più da motivi dinamici (i forti venti in quota sono andati a generare un'accentuata divergenza che è stato possibile colmare soltanto attraverso un poderoso richiamo d'aria dalle basse quote all'interno delle celle temporalesche). La mancanza di un buon shear di basso livello - compreso nei primi 3 km di quota - non ha (fortunatamente o sfortunatamente, va a gusti) permesso l'instaurarsi di una buona vorticità tale da creare i presupposti per fenomeni vorticosi.
Nel caso in questione la prima cellula analizzata può essere catalogata come LP Supercell, mentre la seconda anche come HP supercell. |