La sinottica prevista per il 23 Aprile vede la discesa dalla Germania di una goccia fredda in quota, molto chiusa e con valori termici a 500hPa fino a -30°C nel suo "core":
Fonte: www.meteoliguria.it
Ad essa è associata una forte vorticità alla medesima quota, fattore essenziale per uno sviluppo convettivo libero da inibizioni. La particolare disposizione di tale goccia fredda ha fatto si che sul N/W italiano, durante le ore pomeridiane, ci fosse lo scorrimento di un ramo abbastanza robusto della jet-stream con una direzione NNW- SSE. La Lombardia si andava a trovare in corrispondenza del lato anteriore sinistro di tale corrente a getto, in un'area con spiccata divergenza in quota.
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Prendendo quindi in considerazione solamente i primi 3 fattori appena elencati (nocciolo freddo in quota, vorticità positiva e divergenza figlia della corrente a getto) si può dire che era facilmente auspicabile la tendenza ad una convezione sulla Pianura Padana, Lombardia in particolare.
Ma in questo frangente un ruolo assolutamente determinante lo ha avuto il setup presente nei medio-bassi strati della colonna atmosferica, vediamo perchè.
La presenza dell'Arco Alpino come ostacolo orografico alle correnti al di sotto dei 3000 metri di quota ha generato un'evoluzione abbastanza classica per la Pianura Padana, ossia l'attivazione sia di venti settentrionali sia di venti orientali che, aggirando le Alpi dalla porta orientale, sono entrate prepotentemente sulla pianura con direttrice Est->Ovest.
L'entrata dei venti settentrionali si è avuta già dal mattino del 23 Aprile, andando a seccare completamente la colonna d'aria sulla parte occidentale della Lombardia:
Fonte: www.meteoliguria.it
Nel frattempo sulla Lombardia orientale, sull'Emilia e sul Veneto occidentale ristagnava aria più umida che poneva le basi per un rapido e imponente aumento dell'energia disponibile per un'eventuale convezione (in associazione al forte soleggiamento in atto in quelle ore e all'ingresso - come visto poco fa - della goccia fredda in quota).
Verso le ore 12 l'ingresso dei venti orientali, più umidi e più freschi, iniziava a guadagnare terreno verso la Lombardia orientale; tale ventilazione ha avuto il ruolo di trasportare la massa d'aria umida ristagnante in loco verso Ovest; a questo punto, però, entrano sulla scena i venti secchi settentrionali visti poco fa. Per quale motivo? E' presto detto.
Come si vede dalla seguente mappa, sulla Lombardia orientale si hanno - alle ore 12z - valori di Theta-E intorno ai 304°K:
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Se il movimento verso Ovest di tale massa umida non incontrasse ostacoli i valori rimarrebbero inalterati; ma la presenza di una robusta "barriera" rappresentata dalla corrente secca settentrionale sull'Ovest della Regione ha permesso un progressivo "schiacciamento" della massa d'aria umida contro la linea secca, creando inevitabilmente un innalzamento dei valori di Theta-E in quanto la stessa quantità di aria umida è stata costretta ad occupare un'area ben più stretta rispetto a quella di partenza. Ecco infatti che per le 15z vengono previsti valori di Theta-E fino a 316°K racchiusi in una stretta area sulla Lombardia centrale, proprio a cavallo della linea secca.
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Questa evoluzione si è verificata, in contemporanea, lungo i primi 1500 metri di quota: la mappa seguente mostra lo stesso fenomeno riferito al livello del suolo.
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Nel giro di un paio d'ore massimo, quindi, gran parte dell'energia presente su una vasta area tra la Lombardia orientale, l'Emilia e il Veneto occidentale si è andata ad accumulare lungo una strettissima linea quasi rettilinea, lungo la quale si è verificato un imponente aumento di CAPE, con valori che molto probabilmente hanno raggiunto i 1200/1500 J/kg, con un Lifted Index tra i -4 e i -7.
La spiccata convergenza dei venti lungo tale linea ha inevitabilmente fatto da spinta per l'ascesa delle termiche; considerato che dai 3000 metri in sù il setup era estremamente favorevole alla salita delle termiche stesse - soprattutto grazie alla vorticità e al forte gradiente termico verticale - la convezione non ha avuto nessun ostacolo a svilupparsi lungo quella ristretta area.
I modelli avevano ottimamente previsto che l'area tra Bergamasco, Milanese orientale e Lodigiano fosse la più soggetta alla formazione di temporali. Ecco, infatti, 3 mappe che evidenziano i valori più elevati proprio nell'area sulla quale si è andata a sviluppare la Supercella.
La genesi di una forte convergenza di venti nei bassi strati unita ad una progressiva divergenza salendo di quota - frutto dello scorrimento della jet-stream - ha permesso un incremento dello speed shear della colonna atmosferica; lo shear direzionale, invece, non ha assunto connotati particolarmente eclatanti, ma la presenza di venti da E/SE fino ai 1500 metri sormontati da venti da N/W da 4000 metri in sù ha attivato in ogni caso una discreta elicità la quale ha permesso la genesi di updrafts rotanti (Supercella). Non a caso le 2 seguenti mappe mostrano la corretta previsione riferita alla probabilità di genesi di strutture mesocicloniche ed, eventualmente, di Tornado:
Anche il modello LAM postato poco fa vedeva valori di Shear più elevati proprio in corrispondenza della dry-line sulla Lombardia centrale.
Insomma, si può concludere questa pre-analisi dicendo che lungo la linea secca il setup era pressochè perfetto per una robusta ed esplosiva convezione con una buona probabilità di sviluppo di updrafts rotanti; è ciò che poi si è effettivamente verificato!
Ecco infatti che intorno alle ore 15 si va ad attivare una discreta convezione lungo l'area pedemontana del bergamasco:
Ho provveduto a indicare sull'immagine le diverse masse d'aria in azione in quel momento. Si nota come su Piemonte e Lombardia occidentale sia presente la corrente secca favonica, mentre sulla Lombardia centrale e sull'Emilia ci sia in loco la massa d'aria umida sospinta verso Ovest dai venti più freschi e umidi orientali che tendono a stabilizzare parzialmente l'atmosfera (vedere la zona del Lago di Garda).
In quegli istanti stava iniziando il processo di accumulo di energia lungo la dry-line che era pressochè stazionaria. Essendo in zona per uno Stormchasing, scatto questa foto che ritrae piccoli cumuli con sviluppo pienamente verticale, ai quali è associato un precoce ghiacciamento della loro sommità: si tratta di un segnale inconfutabile di aria estremamente instabile con elevata energia nei bassi strati e forte gradiente termico verticale.
Intorno alle ore 15 si va sviluppare la potente cella temporalesca lungo la pedeomontana bergamasca.
Fonte: www.landi.ch
I minuti passano e l'azione stazionaria della dry-line permette un progressivo incremento del CAPE lungo la linea secca stessa; alle 15.45 l'immagine del satellite visibile mostra la Supercella in piena potenza;
L'area nella quale si ha il setup perfetto - nei bassi strati - per la convezione si va progressivamente a restringere "schiacciandosi" contro la corrente secca favonica; l'energia aumenta ancora di più e la Supercella raggiunge la sua massima intensità.
Fonte: www.landi.ch
Dall'immagine radar si nota un discreto V-Notch indice di updrafts particolarmente potenti. In quei minuti io e Davide (Sirio) siamo proprio a caccia di quella cella e riusciamo a piazzarci esattamente sotto il mesociclone, nell'area di risucchio del sistema temporalesco. Sulla nostra verticale vediamo spuntare dei Knuckles, sintomo inequivocabile di correnti ascensionali poderose e grandinate, mentre il Sole sul lato Ovest illumina la Rain Free Base della Supercella:
Autore: Davide Sironi
Ecco uno schema creato da Davide Sironi che mostra la Supercella con la nostra relativa posizione indicata dal puntino verde:
In questi istanti il temporale genera la caduta di grandine delle dimensioni di 4/5 cm, con chicchi che raggiungono la grandenzza di palle da tennis!!!
Dall'immagine satellitare sopra postata si nota chiaramente la Supercella in discesa con traiettoria N/NE - S/SW e le bande nuvolose di inflow che vanno ad alimentare gli updrafts. Tali bande sono orientate verso la cella, quindi con direzione S/W- N/E sintomo che in quel momento i venti orientali in entrata dalla Lombardia orientale subivano una brusca e improvvisa rotazione oraria creata dall'azione di "risucchio" della cella nei paraggi di essa. Tale fenomeno è stato ben localizzato da questa mappa;
Dopo circa mezz'ora la cella è ancora in piena attività e corre velocemente verso il Lodigiano dove scaricherà ancora grandine di grosse dimensioni (considerando la stagione in corso).
Anche in questo caso ho modificato l'immagine per renderla più comprensibile:
Ecco lo scatto radar corrispondente, che mostra la tipica struttura Supercellulare del temporale:
Fonte: www.landi.ch
In quegli istanti ci troviamo nei pressi di un distributore di benzina per rifugiarci dalla grandine; verso S/SW scatto questa foto che ritrae il mesociclone in allontanamento. Ho provveduto, come sempre, ad integrare la foto con frecce e indicazioni:
Ecco come si presentava la Supercella vista da lontano:
Il temporale corre veloce verso S/SW seguendo perfettamente la dry-line studiata poco fa; supera Lodi prima di iniziare la sua fase di senescenza che la vedrà poi dissiparsi sul Pavese orientale dopo circa 1 ora abbondante di attività.
Di seguito mostro un'animazione radar della Supercella, nella quale si nota chiaramente la rotazione su se stesso del nucleo grandinigeno (colore rosso e viola) - la rotazione è in senso, ovviamente, antiorario.
Fonte: www.landi.ch
Concludo affermando che senza ombra di dubbio abbiamo assistito ad un evento di grossa portata per essere Aprile, soprattutto per quanto riguarda la dimensione dei chicchi di grandine caduti al passaggio del mesociclone. La Natura è riuscita a generare una cella di questo calibro anche grazie al fatto che tutta l'energia disponibile lungo la dry-line è andata a confluire in un unico sistema che ha fatto da calamita durante tutto il suo percorso.