|
|
|
|
.: Giovedì 21 novembre 2024
|
|
|
|
Matteo Dei Cas & Mauro Corti |
|
INTRODUZIONE a cura di Mauro Corti Tra la fine di Ottobre e l’inizio di Novembre 2010 si è concretizzato per la Lombardia un intenso peggioramento del tempo di natura atlantico-mediterranea, con caratteristiche spiccatamente autunnali. Non si è trattato di un evento eccezionale, ma una sua attenta analisi risulta di sicuro interesse per comprendere al meglio come tali fasi perturbate evolvano ed incidano marcatamente sul clima della nostra regione. Come si può ben vedere dal grafico qui sotto riportato, a livello precipitativo l’evento si è collocato al primo posto nel piovosissimo autunno 2010, ed all’ undicesimo posto per precipitazioni totali cumulate nel decennio 2001-2010, almeno per quanto riguarda un punto della media pianura (Brignano Gera d'Adda - BG) che non a caso è posizionato esattamente nel centro della Lombardia. Nulla a che vedere ovviamente con l'irripetibile Novembre del 2002, ma allo stesso tempo nemmeno troppo lontano quantitativamente dai peggioramenti autunnali più importanti degli anni duemila. Un evento dunque rilevante, ma il cui interesse ha una valenza prettamente didattica e risiede soprattutto nell’evoluzione e nella dinamica che l’ha contraddistinto. | Stazione CML di Brignano Gera d'Adda (BG) - Decennio 2001/10 - Classifica dei peggioramenti autunnali quantitativamente più significativi. L'evento oggetto di questa analisi è stato il più rappresentativo dell'autunno 2010, ma anche l'undecesimo dell''ultimo decennio in termini di accumuli di pioggia. Raccolta dei dati ed elaborazione statistica a cura di Antonio Marioni. | La mappa riportata qui sotto, elaborata da Bruno Grillini sulla base dei dati raccolti dalle nostre numerose Stazioni della rete CML, ci mostra chiaramente come le precipitazioni abbiano interessato in maniera consistente e diffusa l'intera nostra Regione, salvo pochissime eccezioni. Si notino in particolare gli accumuli davvero significativi di tutta la fascia prealpina a partire dal Varesotto e culminanti con picchi fra i 200 ed i 300 mm caduti nelle quarantotto ore sui contrafforti montuosi a Nord di Brescia. E' evidente l'azione di sbarramento orografico (Stau) offerta dai primi rilievi montuosi che le umide correnti meridionali impattano nel loro cammino. Gli stessi contrafforti prealpini "hanno offerto" riparo invece all'Alta Valtellina, dove gli accumuli non hanno superato in alcune aree i 25 mm. Anche in pianura le precipitazioni sono risultate consistenti; particolarmente colpita tutta la fascia occidentale (Milanese, Pavese e Lodigiano) con accumuli di tutto rispetto fra i 50 ed i 100mm. Al contrario, nella fascia sudorientale le piogge sono risultate più deboli ed intermittenti, come testimoniano i dati delle stazioni site nel Cremonese, Mantovano e Bassa Bresciana (addirittura attorno al corso del fiume Po non sono stati superati i 25mm). | 31 Ottobre - 1 Novembre 2010 - Accumulo pluviometrico complessivo in Lombardia Elaborazione di Bruno Grillini FONTE: dati rilevati della Rete di stazioni CML | Pensate come sono sovrapponibili le due animazioni radar che vi mostriamo qui sotto! Si tratta della fase "clou" del peggioramento, centrata tra il pomeriggio di Domenica 31 Ottobre e la prima parte della mattina del giorno successivo. Tutta la fascia montuosa dal Piemonte settentrionale alle Prealpi Bresciane è interessata da estese ed abbondanti precipitazioni, causate dall'effetto Stau. Una curiosità: nell'animazione sembra che le piogge "risparmino" i settori orientali lombardi (ad esempio zona Monti del Garda e Valcamonica, dove peraltro sono stati registrati i picchi massimi pluviometrici nelle quarantotto ore prese in esame). In realtà si tratta semplicemente del limite massimo del raggio d'azione del radar Lema (situato in Canton Ticino), oltre il quale lo stesso sottostima "drasticamente" il rateo delle precipitazioni. Inoltre un canale precipitativo degno di nota si evidenzia in risalita dal Mar Ligure, e tale si è rigenerato per parecchie ore in un'area geografica compresa tra l'Oltrepo Pavese ed il Milanese. Come vedremo nella seconda parte di questo articolo, vi sono elementi interessanti che potrebbero aver giocato un ruolo fondamentale nella nascita e nella durata di queste bande precipitative (linea di convergenza tra i venti di Scirocco provenienti dall'Alto Adriatico ed Ostro più secco in caduta dall'Appennino). | 31 Ottobre 2010 ore 15.00/15.50 loc - Animazione Radar - FONTE: www.landi.ch | 1 Novembre 2010 ore 1.50/2.40 loc - Animazione Radar - FONTE: www.landi.ch | TEMPISTICA DELLA FASE PERTURBATA a cura di Mauro Corti Analizziamo ora, grazie a queste sequenze di animazioni satellitari, le fasi principali del "Peggioramento di Ognissanti". La prima immagine ci mostra il netto e graduale cambio di circolazione in atto Sabato 30 Ottobre fin dal mattino. Una ben delineata banda di nubi alte stratificate sfila da Ovest verso Est su tutta l'intera Penisola. Al suo seguito nuvole progressivamente più basse si vanno addensando, grazie al contributo umido che si va organizzando sui mari occidentali italiani. Il peggioramento ha inizio. | 30 Ottobre 2010 ore 9.00/12.45 UTC - Animazione Metosat nell'infrarosso - FONTE: www.sat24.com Per visualizzare la moviola cliccare sopra l'immagine | Solo poche ore dopo il Mediterraneo Centrale e l'Italia sono investite dalla prima decisa azione perturbata. Guardate come il fronte caldo invade progressivamente tutto il Centro-Nord con un corpo nuvoloso esteso e compatto dalla tipica forma falciforme. L'invasione calda è veramente "poderosa" e ne sono testimonianza le nubi orografiche sottovento alle Alpi sui versanti esteri svizzero ed austriaco, risultato di tempestose correnti di Föhn. E' in queste ore che iniziano a cadere le prime precipitazioni sulla nostra Regione, per ora in prevalenza di debole intensità. | 30 Ottobre 2010 ore 19.15/21.00 UTC - Animazione Metosat nell'infrarosso - FONTE: www.sat24.com Per visualizzare la moviola cliccare sopra l'immagine | Il peggioramento entra nella sua fase più acuta ed incisiva il giorno successivo. Un nuovo e più intenso sistema frontale si dispiega sull'intera nostra Penisola, sospinto da intense correnti meridionali di Ostro e Scirocco. Le piogge si fanno copiose, estese e persistenti anche sulla nostra Regione. Il Meteosat mostra con chiarezza l'entrata dell'aria fredda Nord-Atlantica dalla porta Ebro-Pirenaica la quale inizia a scavare un minimo di pressione intorno alle Isole Baleari responsabile a sua volta dell'intensa risposta umida meridionale foriera di copiose piogge sulla Lombardia. | 31 Ottobre 2010 ore 18.15/20.00 UTC - Animazione Metosat nell'infrarosso - FONTE: www.sat24.com Per visualizzare la moviola cliccare sopra l'immagine | Il mattino successivo la perturbazione si mostra decisamente attiva su gran parte dell'Italia, ed in particolare al Centro-Nord. Le precipitazioni persistenti ed abbondanti creano i primi disagi in diverse zone della Lombardia (esondazione del Seveso in zona Niguarda a Milano, e del Lambro non lontano dall'aeroporto di Linate), ma addirittura un evento di natura alluvionale in diverse aree del Veneto. Il fronte caldo ha ormai valicato l'Arco Alpino dirigendosi verso l'Europa Centro-Orientale; il fronte freddo inevece è ben attivo sul Mediterraneo Centro-Occidentale. Il vortice di bassa pressione si mostra ora più evidente sui mari circostanti alle Isole Baleari ed è perfettamente riconoscibile dal moto rotatorio che esso imprime ai corpi nuvolosi. | 1 Novembre 2010 ore 3.00/4.45 UTC - Animazione Metosat nell'infrarosso - FONTE: www.sat24.com Per visualizzare la moviola cliccare sopra l'immagine | Il pomeriggio stesso il fronte freddo colpisce in pieno il versante tirrenico dando origine ad una serie di temporali ad asse obliquo che si sviluppano sulle tiepide acque del Tirreno Meridionale. Il Nord Italia "deve fare i conti" ora con un'incipiente occlusione di tutto il sistema ciclonico, visibile tra la Liguria di Ponente e la Costa Azzurra. La depressione risulta ancora molto attiva. Si noti in particolare la baroclinicità dell'intera struttura, con il vortice freddo in quota ancora ben alimentato in prossimità delle Isole Baleari ed il minimo di pressione al suolo (come successivamente vedremo nell'analisi sinottica) sulla Sardegna. | 1 Novrembre 2010 ore 12.15/14.00 UTC - Animazione Metosat nell'infrarosso - FONTE: www.sat24.com Per visualizzare la moviola cliccare sopra l'immagine | Infine vi mostriamo come il fronte occluso abbia insistito per quasi tutto il giorno Martedì 2 Novembre sul Nord Italia condizionandone il tempo e provocando residue piogge a carattere sparso ed intermittente; precipitazioni che si sono esaurite solo in serata sulla nostra Regione, da un corpo nuvoloso ormai in evidente stato di frontolisi. Guardate invece come sia ancora molto attiva la linea temporalesca sul Basso Tirreno, ben sostenuta (come anche vedremo successivamente) da un intenso flusso meridionale in alta troposfera. Nel tratto di mare compreso tra la Sardegna e le Coste Tunisine si riconosce infine una linea di instabilità post-frontale dalla caratteristica forma "a virgola", foriera di numerosi rovesci e temporali marittimi. | 2 Novrembre 2010 ore 10.30/12.15 UTC - Animazione Metosat nell'infrarosso - FONTE: www.sat24.com Per visualizzare la moviola cliccare sopra l'immagine | ASPETTO TERMICO a cura di Mauro Corti Una delle caratteristiche salienti di un peggioramento contraddistinto dall'invasione di correnti sciroccali è sicuramente quella relativa all'influenza sulle termiche. In particolare vengono praticamente quasi annullate le escursioni termiche diurne e le temperature minime schizzano verso l'alto grazie all'azione combinata dei venti umidi e miti meridionali e dell'estesa copertura nuvolosa che limita drasticamente l'irraggiamento. La mappa che mostriamo qui sotto è esemplificativa. Le correnti da SudEst che risalgono dal mare Adriatico penetrano in Val Padana influenzando dapprima, ed in maniera più marcata, le province orientali, guadagnando terreno progressivamente verso OvestNordovest. Lo scirocco "esalta" decisamente le temperature minime in particolare del Mantovano, con punte che si attestano tra i 14/16°C, valori più tipici della tarda primavera, che non dell'autunno inoltrato. I venti sudorientali si spingeranno in serata anche ad Ovest della linea idrografica dell'Adda, risultando tuttavia più attenuati e condizionando in modo meno evidente l'andamento termico delle nuove aree interessate. Guardate ad esempio come esistano delle zone "quasi inespugnabili" relativamente alle vallate più interne ed occidentali, nonchè quelle del Trentino; lì l'aria fredda e più pesante ristagna nei fondivalle, protetti ed incassati tra i rilievi montuosi. Il fenomeno è particolarmente evidente nelle valli a Nord di Varese, come in quelle del Locarnese e Sopraceneri. | 1 Novembre 2010 - Temperature minime in Lombardia - Elaborazione di Bruno Grillini FONTE: dati rilevati della Rete di stazioni CML | Nella fase più acuta del peggioramento, e cioè tra la serata del 31 Ottobre e la mattina del 1 Novembre, risulta di particolare interesse l'osservazione del profilio termo-igrometrico relativo al radiosondaggio di Milano Linate alla mezzanotte. Si noti l'invasione caldo-umida a tutte le quote. La colonna d'aria è pressochè satura dalla quota di pianura fino a circa 4500 metri. La rotazione del vento con la quota è progressivamente ciclonica; si passa da una ventilazione orientale nei primi 400 metri di quota, ad una sudorientale prevalente tra i 600 ed i 4000 metri, ed una tendenza a disporsi pienamente da Sud a quote superiori. L'invasione calda "spinge" lo Zero Termico fino a circa 2.600 metri, condizionando decisamente il limite della quota neve che va attestandosi intorno a 2200/2300 metri di quota nella fase più acuta del maltempo, in concomitanza a precipitazioni moderate. | 1 Novembre 2010 ore 00:00 UTC - Milano Linate - Tabulato del Radiosondaggio - FONTE: www.weather.uwyo.edu | In particolare la combinazione di temperature e valori di umidità relativa elevati finiscono con il determinare una Temperatura di Rugiada o meglio un Dew Point (DP) positivo in tutte le nostre Stazioni di rilevamento dati, persino in quelle poste a quote attorno o addirittura superiori ai 2.000 metri. Si notino ad esempio gli 1,3°C di Livigno posta a 1.816 metri di quota in fondovalle, nonchè i 2,5°C rilevati al Rifugio Curò nelle Orobie Bergamasche a quota 1.915 metri. Tuttavia occorre sottolineare che il valore più appropriato per stimare un potenziale Zero Termico e di conseguenza la quota neve non è il DP, bensì il Wet Bulb (WB), che purtroppo non viene tuttora calcolato dalle Stazioni Davis VP2 scelte come standard per la nostra Rete. Il profilo verticale del WB esprime il massimo raffreddamento possibile con l'evaporazione delle precipitazioni, fino a saturazione della colonna d'aria: per questo in genere la neve non scende quasi mai 100-200 metri al di sotto di un WB di 0°C. Approssimativamente il WB si trova a metà strada tra la temperatura ed il punto di rugiada, ma con aria satura di vapore le tre grandezze coincidono. Per le ragioni qui sopra espresse abbiamo scelto di rappresentare il DP piuttosto che la semplice temperatura, per meglio approssimare una potenziale quota neve. La mappa mostra i valori di DP in una delle fasi più acute del peggioramento, ovvero al mattino del 1 Novembre, quando le precipitazioni erano di moderata intensità in presenza di una colonna d'aria pressochè satura. E' evidente come nessuna delle nostre Stazioni, neppure quelle di alta montagna, presentassero valori tali da consentire una nevicata, tanto meno con accumulo al suolo. | A questo punto non potevamo prescindere dal mostrarvi un'istantanea dalla webcam di Livigno il mattino del 1 Novembre. La pioggia cade battente su tutta la conca e le precipitazioni nevose vengono relagate solo alle cime più alte che circondano la vallata. Un'immagine forse un poco "triste"; ma siamo sicuri che presto freddo e neve renderanno l'atmosfera delle nostre montagne ben più allegra e festosa!! | 1 Novembre 2010 - ore 8.45 Locali - Livigno (SO) mt 1859 slm - Pioggia anche in alta montagna dopo le prime nevicate di fine Ottobre | Certamente una fenomenologia nel complesso così significativa non può prescidendere da un approfondimento accurato dell'assetto perturbato a scala continentale, ma anche di qualche ipotesi retrospettiva a scala locale sulla base dei modelli di previsione ad area limitata: il tutto è oggetto della prossima sezione di questo articolo. |
|
|
|
Succ. |
|
|
|