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24/11/24, ore 3:09

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La memorabile ondata di calore primaverile del 7-9 Aprile 2011   Inserito il› 09/05/2011 20.33.35
 
 
 
  
 
 
 
 
 
La prima decade dell'Aprile 2011 ha certamente contribuito a scrivere una pagina della storia climatologica lombarda, in quanto eccezionalmente calda. L'ondata di calore, dai connotati pienamente estivi, verrà ricordata a lungo, non tanto per la sua durata - comunque notevole - quanto  soprattutto per la sua intensità: in quei giorni ogni record trentennale, e quasi sicuramente ultracentennale, è stato ampiamente superato e sono stati raggiunti valori a dir poco inimmaginabili su tutta la nostra Regione ed in generale su gran parte della Pianura Padana.
Stiamo quindi presentando la ricostruzione di un evento meteorologico dai tempi di ritorno lunghissimi, che con buone probabilità non avremo la possibilità di rivivere: la vita media dell'essere umano risulterebbe infatti di molti ordini di grandezza inferiore rispetto al  tempo statisticamente necessario per ripetere un evento di questa portata...pur sapendo che in meteorologia non c'è nulla di impossibile, e che anche eventi dai tempi di ritorno molto lunghi possono casualmente riproporsi anche a distanza di un'anno, per poi non ripetersi più magari per diversi secoli!
 
Per quantificare nel modo più corretto, dal punto di vista statistico un'anomalia nel campo termico è bene avvalersi, più che degli estremi di temperatura, del valore medio calcolato nelle ventiquattro ore, sulla base di un numero il più possibile elevato di campionamenti. Le stazioni meteo della nostra Rete, secondo gli standard da noi adottati (utilizziamo quasi ovunque Davis Vantage Pro), sono impostate per rilevare e registrare la temperatura ogni cinque minuti, per un totale di 270 misurazioni giornaliere. Certamente la tecnologia non era così tanto avanzata nel campo amatoriale nei primi anni ottanta, quando le misurazioni erano prevalentemente svolte manualmente ed affidate alla grande dedizione dell'appassionato. Per questa ragione abbiamo scelto i dati della nostra  stazione CML di Milano San Leonardo che, oltre a rappresentare la situazione semi-urbana del Capoluogo lombardo, si avvale di una lunga e preziosa serie storica di oltre ventisei anni.  
L'immagine sottostante è più che mai eloquente e necessita poche righe di commento! Aprile 2011 si è presentato quasi sempre sopra la media del riferimento storico 1984/2010, con scarti positivi in genere superiori ai due gradi. Una breve pausa temperata di stampo atlantico spezza il trend, concludendo un'ondata di calore davvero impressionante!
I primi dodici giorni di Aprile, eccezionalmente caldi, sfociano nel picco termico del 9 Aprile con il record mensile assoluto di ben 22,2°C: quasi undici gradi sopra la media calcolata nell'ultimo quarto di secolo!
 
 
1-22 Aprile 2011: Milano San Leonardo CML - Temperature medie giornaliere in confronto con la serie storica 1984/2010 
Raccolta e trattamento dei dati a cura di Massimo Mazzoleni;  Elaborazione grafica di Antonio Marioni 
 
 
 
Se pur statisticamente meno rappresentative, non potevamo tralasciare l'andamento delle temperature massime, perchè con esse si crea la "notizia-bomba" quella che piace tanto ai giornalisti...e che noi, abbiamo pensato in via del tutto eccezionale di riportare, frutto della nostra fantasia:
 
E' emergenza caldo in molte città Italiane, soprattutto al Nord. Italia capovolta alla rovescia: più fresco sulle Isole e all'estremo Sud. Pensate! Ieri pomeriggio nella periferia di Milano (e non in città tra l'asfalto ed il cemento!) sono stati raggiunti la bellezza di 33.2°C! Ben oltre diciassette gradi sopra la media storica trenetennale delle temperature massime, battendo il record di 28,5°C (e scusate se sono pochi) registrato nel vicino Aprile 2007! Gli esperti lanciano l'allarme: avremo forse una delle estati più calde degli ultimi anni. Complice, la Niña piuttosto forte e l'assottigliamento dello strato di Ozono sopra il polo Nord.
 
 
 
1-22 Aprile 2011: Milano San Leonardo CML - Temperature massime in confronto con la serie storica 1984/2010 
Raccolta e trattamento dei dati a cura di Massimo Mazzoleni;  Elaborazione grafica di Antonio Marioni
 
 
 
 
 
a cura di Matteo Dei Cas
 
La climatologia in questi ultimi anni sta approfondendo la conoscenza di alcuni "parametri" in grado di identificare specifiche correlazioni tra zone del pianeta molto distanti ed il riproporsi di alcune configurazioni su scala continentale, in grado di caratterizzare il tempo di un'intera stagione. Questi parametri sono definiti "teleconnessioni" ed il loro studio è mirato ad identificare una tendenza a determinati tipi di tempo sul lungo termine.
Non è certamente l'obiettivo di questo articolo volere approfondire, nè elencare i principali parametri teleconnettivi, per i quali si rimanda ad uno specifico articolo della sezione didattica, pubblicato sul nostro sito da Roberto Meda.
Vogliamo comunque accennare ad un'indice molto importante, l'Artic Oscillation (AO), che associa l'attività del grande vortice depressionario permanente situato sopra la calotta artica.
La figura sottostante sulla sinistra evidenzia ad esempio l'andamento della AO in questi ultimi mesi: possiamo subito osservare un comportamento bifasico dell'indice teleconnettivo. La prima parte dell'inverno, fino a circa metà Gennaio, è stata caratterizzata da una AO negativa, correlata ad una scarsa attività del Vortice Polare (VP) ed una tendenza a frequenti scambi meridiani e/o retrogressioni di masse d'aria fredda, come accade tipicamente nelle stagioni più rigide.
A partire dalla seconda metà di Gennaio ad oggi la AO ha quindi invertito la sua tendenza, mantenendosi costantemente positiva, ed associata ad un VP compatto che non ha più favorito nuovi importanti scambi meridiani.
Il comportamento della AO è determinato da diversi fattori non del tutto conosciuti, tra i quali l'attività ciclica solare, la Quasi Biennal Oscilation (QBO) e le condizioni termiche in stratosfera.
All'inizio di quest'inverno le temperature della stratosfera al di sopra della calotta artica sono scese di molti gradi al di sotto della media, determinando un sensibile raffreddamento (Strat-Cooling). Questo sembra avere avuto ripercussioni sul comportamento della AO, che in effetti si è mantenuta positiva per molti mesi.
La presenza di aria fredda alle quote stratosferiche è correlata ad un rinforzo del VP, mentre un improvviso e consistente aumento di temperatura (Strat-Warming) ne può causare un indebolimento ed addirittura una scissione, tale da favorire consistenti irruzioni di aria fredda verso le basse latitudini, come avventuo ad esempio nel memorabile inverno del 1985.
La AO positiva, a sua volta correlata con uno Strat-Cooling potrebbe dunque spiegare la storia climatica di questi ultimi mesi, caratterizzata da scarsi ingressi perturbati e rare irruzioni di aria fredda.
L'ondata di calore della prima decade di Aprile è quindi calata in uno scenario meteorologico piuttosto "statico" che si perpetua da almeno tre mesi, durante i quali sono state registrate scarse precipitazioni, mentre le temperature si sono quasi sempre mantenute al di sopra della media.
 
 
 

A sinistra: indice AO, periodo 10 Dicembre 2010/9 Aprile 2011 - FONTE: www.cpc.noaa.gov ; a destra: Temperature in stratosfera sopra il Polo Nord a 30 hPa, periodo Settembre 2010/Aprile 2011 - FONTE: www.jma.go.jp

 
 
Un VP particolarmente compatto ed attivo è associato in primo luogo ad un rinforzo della corrente a getto polare, disposta generalmente a latitudini piuttosto elevate, ed un altrettanto rinvigorimento del getto subtropicale. Questo determina a sua volta un rinforzo della cintura delle alte pressioni subtropicali, che interessano quasi del tutto indisturbate le nostre latitudini, dando poco spazio alle perturbazioni atlantiche, costrette ad attraversare i continenti seguendo una direttrice zonale collocata più a Nord del solito.
L'immagine sottostante rappresenta la tipica configurazione da AO positiva, con il treno perturbato che sorvola le alte latitudini lambendo il Regno Unito e la Scandinavia, mentre l'anticiclone suntropicale domina lo scenario mediterraneo.
E' importante porre attenzione alla Derivated Stream in prossimità delle Isole Azzorre: quell'ansa ciclonica distaccatasi dalla corrente a getto polare è infatti responsabile dello sviluppo di una saccatura in medio-bassa troposfera. Questa figura depressionaria avrebbe a sua volta infatti contribuito a rinvigorire la risposta anticiclonica subtropicale verso l'Europa Occidentale, gettando le premesse per questa storica ondata di calore primaverile.
 
 
 
7 Aprile 20011: Analisi ECMWF Emisfero Nord: Jet Stream a 300 hPa - FONTE: www.meteociel.fr - Elaborazione di Matteo Dei Cas
 
 
 
L'animazione sottostante, relativa all'intera prima decade di Aprile, evidenzia inequivolcabilmente un VP compatto e ben strutturato, che lascia ben pochi spiragli a qualsiasi scambio meridiano apprezzabile sul nostro Continente. Se da una parte la corrente a getto ha contribuito a mantenere il fronte polare a latitudini costantemente elevate, è pur vero che il comparto Canadese del VP è riuscito in un paio di occasioni ad inviare un impulso ciclonico verso SudEst, in pieno Atlantico.
Ebbene, i due affondi del comparto canadese, sono correlati ad una pari risposta anticiclonica subtropicale verso l'Europa centro-occidentale. Una prima elevazione altopressoria ha dato origine ad una breve ondata di calore tra il 31 Marzo ed il 2 Aprile, seguita dall'espansione verso Est di un promontorio dell'Alta Pressione delle Azzorre: un tentativo, quasi mirato a riequilibrare il disturbo perturbato, riportando l'assetto verso la normale semizonalità caratteristica di questi mesi primaverili. Il primo tentativo tuttavia, avendo destabilizzato la cintura altopressoria proprio nell'area azzorriana, avrebbe però aperto la strada ad un secondo affondo ben più incisivo, che poi si è concretizzato in una nuova e decisamente più energica risposta altopressoria. Un'ondulazione molto più ampia, sostenuta da aria molto calda a tutte le quote, ha quindi conquistato buona parte dell'Europa a partire dal 6 Aprile, in attesa di ritrovare il proprio equilibrio grazie ad una nuova spinta dell'Alta Pressione delle Azzorre verso Est, lungo i paralleli. Un tentativo, questo, che è risultato in parte disturbato dalla "posizione scomoda" dell'onda altopressoria subtropicale: la risalita così spinta della cupola anticiclonica verso le alte latitudini ha infatti messo temporaneamente destabilizzato il VP, consentendone il distacco di un lobo verso la Russia.
L'impulso freddo, seguendo una traiettoria meridiana lungo l'Europa dell'Est, ha marginalmente lambito anche il nostro Paese, contribuendo in parte a spegnere questa precoce ondata di calore.
 
 
 
 
1-10 Aprile 20011: Analisi ECMWF Emisfero Nord: isobare al suolo e gpt. a 500 hPa - FONTE: www.meteociel.fr - Elaborazione di Matteo Dei Cas
 
  
 
E' doveroso concludere questa panoramica sopra il Polo Nord accennando ad un altro evento curioso che ha caratterizzato i mesi a cavallo tra l'inverno e la primavera: quest'anno è stata infatti osseravata una rarefazione della concentrazione di Ozono al di sopra dell'Artico, tanto da ridurne il potere schermante, consentendo un maggiore apporto di radiazione ultravioletta anche alle nostre latitudini. L'intenso raffreddamento stratosferico che ha caratterizzato gli scorsi mesi invernali, secondo alcuni studiosi, potrebbe avere contribuito a rarefare lo strato di ozono, forse grazie alle presenza delle cosiddette nubi stratosferiche, più tipiche dell'Antartide che non del nostro Emisfero Boreale. Queste perticolari forme nuvolose sembrerebbero avere un ruolo cruciale nel catalizzare una serie di reazioni chimiche in grado di degradare le molecole di ozono. 
Una maggiore radiazione solare in ingresso comporta ovviamente un altrettanto incremento del bilancio energetico, che si traduce infine in un ulteriore riscaldamento della superficie terrestre e dello strato d'aria immediatamente sovrastante.
Una "buona" radiazione solare globale, avrebbe quindi contribuito più degli scorsi anni ad innalzare le temperature diurne, specialmente in presenza di un'alta pressione così ben strutturata a tutte le quote, come testimoniato dall'innalzamento del limite della tropopausa, che tra il 6 ed il 9 Aprile ha raggiunto altezze più tipicamente estive, dell'ordine di addirittura 13 km!
 
 
 
Confronto concentrazione di Ozono a 21 km; periodo 1-15 Marzo 2010 (a sinistra) e 2011 (a destra)
 FONTE: MIPAS2D database,  Bologna - www.isac.cnr.it
 
 
 
 
 
 
Cerchiamo ora di capire come, e per quali ragioni, una massa d’aria così calda e secca abbia interessato la nostra Penisola ed  “in primis”, salvo rare eccezioni, l’Italia Settentrionale.
Esaminiamo innanzitutto la situazione sinottica a scala europea, avvalendoci non solo dell'analisi modellistica, ma anche delle immagini satellitari, per meglio comprendere i movimenti delle masse d’aria in quota. 
 
Tramite le mappe di Geopotenziale sul piano isobarico di 500 hpa e la relativa distribuzione della pressione atmosferica a livello del suolo tra i giorni 6 e 10 Aprile 2011, risulta davvero evidente come tutte le principali configurazioni bariche  presenti sul Vecchio Continente e sul Vicino Atlantico, si siano posizionate in maniera tale da concorrere a determinare una situazione davvero eccezionale per la nostra Regione, quantomeno da un punto di vista termico.
 
Si comincia il giorno 6 Aprile. La mappa di GFS (Global Forecast System) mostra la poderosa risalita di un promontorio anticiclonico di matrice africana, direttamente dal comparto algerino, con valori di altezza del geopotenziale dalle caratteristiche prettamente  estive (oltre 5800 metri). La forma è quella tipica dell’Omega Blocking, con le due saccature depressionarie ad Ovest e ad Est del promontorio (una sul Vicino Atlantico, l’altra tra i Balcani, l’Est-Europa ed il Mar Nero). Le due figure di bassa pressione contribuiscono al mantenimento, rafforzamento e stabilizzazione della Subtropicale Continentale; la prima “pompando” aria molto calda ed estremamente asciutta dal deserto marocchino ed algerino, che “alimenta” ed intensifica lo stesso promontorio anticiclonico; la seconda, caratterizzata da una circolazione di aria più fresca ed instabile, blocca la possibile evoluzione verso levante della cellula anticiclonica nord-africana, la quale si rafforza e si estende verso Nord proprio sul Mediterraneo centro-occidentale e sulla nostra Penisola (Nord-Italia in primis). Si noti anche l’estrema compattezza del Vortice Polare, con valori bassissimi di geopotenziale in prossimità della Groenlandia e del Canada Settentrionale; situazione quantomeno anomala per la prima decade di Aprile e che non fa altro che enfatizzare il rafforzarsi di cinture alto-pressorie alle medie e basse latitudini europee.
 
 
6 Aprile 2011, 12Z: Analisi GFS isobare al suolo e geopoteziali a 500 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de - Elaborazione di Matteo Dei Cas 
 
 

La massa d’aria che viene richiamata dal Nord-Africa e sospinta verso Settentrione dalle correnti dominanti è letteralmente “pescata” dal Sahara marocchino ed algerino. Guardate questa fantastica immagine satellitare che mostra la sabbia del deserto in sospensione sopra al comparto Atlantico portoghese. Davvero eloquente oltre che affascinante!!

 
 
 
  6 Aprile 2011 Satellite circumpolare, immagine nello spettro visibile: Sahara alla conquista dell'Europa!
 
 
  
Il 7 Aprile il Promontorio anticiclonico si rafforza ulteriormente sull’Italia Settentrionale, mantiene la sua tipica forma ad Omega e presenta  geopotenziali ancora più elevati.  Le temperature, sulla nostra Regione, cominciano a raggiungere valori decisamente anomali  per il periodo in quanto, oltre alla presenza di una massa d’aria già di per sé molto calda, la stessa viene letteralmente “avvitata”dall’alto verso il basso dai moti subsidenti tipici delle figure anticicloniche così forti, stabili e ben strutturate a tutte le quote, e contribuendo ad un suo ulteriore riscaldamento.  Il cielo si presenta pressoché sgombro di nubi significative, se non qualche innocua velatura, ed il soleggiamento è ai massimi livelli. Anche l’umidità relativa raggiunge valori particolarmente bassi al suolo grazie all’azione di subsidenza anticiclonica e alla presenza di una massa d’aria particolarmente secca. I massimi di pressione al suolo cominciano tuttavia la loro lenta ma graduale “migrazione” verso Nord, favorendo la progressiva insorgenza di correnti settentrionali, le quali saranno poi costrette a valicare l’Arco Alpino. Intanto il Vortice Polare si mostra ancora particolarmente compatto.
 
 
 
7 Aprile 2011, 12Z: Analisi GFS isobare al suolo e geopoteziali a 500 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de - Elaborazione di Matteo Dei Cas 
 
 
  

Il giorno successivo si assiste all’ulteriore espansione verso Nord del promontorio anticiclonico di matrice africana, che sposta i suoi massimi pressori sulle Isole Britanniche. La figura di Alta Pressione risulta ancora ben alimentata da un afflusso caldo subtropicale, enfatizzato tra l’altro dall’approfondimento e dal nuovo rinvigorimento della saccatura depressionaria al largo dell’Atlantico portoghese, di nuovo alimentata da fresche ed instabili correnti Nord-Oceaniche. I geopotenziali sul Nord-Italia calano leggermente, ma la compressione della massa d’aria ad opera dell’Anticiclone risulta ancora estremamente efficace. Anzi, il progressivo calo della pressione atmosferica sulla Pianura Padana ed i massimi di pressione che ormai stazionano a  Nord delle Alpi, determinano l’ingresso di correnti settentrionali a tutte le quote, responsabili di un’ulteriore aumento delle temperature e di un calo ancor più drastico del tasso di umidità relativa. E’ un vero e proprio Föhn “bollente” quello che comincia a fluire dalle Alpi verso la Pedemontana e l’Alta Pianura lombarda!  Il vento di caduta trasporta con sé gran parte della massa d’aria d’origine, dando così vita ad una corrente favonica ancora più calda e secca, provocata dalla compressione adiabatica  tipica del Favonio Sudalpino di una massa d’aria subtropicale Nord-Africana. Davvero un “mix micidiale”!!!

 
 
 
8 Aprile 2011, 12Z: Analisi GFS isobare al suolo e geopoteziali a 500 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de - Elaborazione di Matteo Dei Cas 
 
 
Guardiamo insieme le isoterme alla quota isobarica di 850 hpa proprio il giorno 8 Aprile alle ore 12.00. La Pianura Padana Centro-Occidentale si trova a fare i conti con termiche che a quella quota superano i 15°C!!! Davvero un dato eccezionale per la prima decade di Aprile! Le temperature al suolo raggiungono ormai i 30°C in diverse località della Lombardia. E laddove la compressione adiabatica favonica si somma alla subsidenza anticiclonica, il "traguardo del trentello" viene superato di un paio di gradi (ad es. Varesotto,  Alta Pianura Occidentale, Valtellina e Valchiavenna).
 
 
 
8 Aprile 2011, 12Z: Analisi GFS isoterme e geopoteziali ad 850 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de - Elaborazione di Matteo Dei Cas
 
 
 

L’interazione tra subsidenza anticiclonica e correnti favoniche settentrionali nei bassi strati tocca il suo apice il giorno 9 Aprile quando i termometri di molte località lombarde superano agevolmente i 30°C con picchi piuttosto diffusi sui 32/34°C e tassi di umidità relativa pari o addirittura inferiori al 10%!!! Valori davvero eccezionali per il periodo! La Pianura Padana è ora sede di una vera e propria Depressione Termica in grado di accentuare, soprattutto durante le ore pomeridiane, il flusso favonico settentrionale nei bassi strati.  Intanto l’Anticiclone mantiene i massimi di pressione tra le Isole Britanniche ed il Mare del Nord. Il suo asse però tende a disporsi più decisamente lungo una direttrice Nord-Sud, permettendo la discesa, sul suo bordo orientale, di una profonda saccatura depressionaria alimentata da un flusso molto freddo di aria Artico-Marittima, responsabile di un colpo di coda invernale sull’Europa dell’Est. Intanto, molto più ad Ovest, il flusso caldo africano che per diversi giorni ha alimentato il promontorio anticiclonico, tende ad esaurirsi e tutta la struttura di Alta Pressione si indebolisce, mantenendo tuttavia ben salde le sue posizioni sull’Europa Centrale e sul bacino occidentale del Mediterraneo.

 
 
9 Aprile 2011, 12Z: Analisi GFS isobare al suolo e geopoteziali a 500 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de - Elaborazione di Matteo Dei Cas 
 
 
 
Il giorno 10 Aprile la Cellula Anticiclonica con i suoi massimi di pressione sul Mare del Nord, ruota il suo asse verso Nord-Est e determina, sulla nostra Regione, la cessazione delle Correnti Favoniche Settentrionali e l’instaurarsi di un afflusso Orientale che penetra in Pianura Padana, meno caldo e solo leggermente più umido, in un contesto generale comunque ancora caratterizzato da valori termici notevolissimi (punte fino a 27/28°C) e dalla presenza di una massa d’aria decisamente secca. Tuttavia si può considerare conclusa la fase di caldo eccezionale ed i giorni successivi vedranno una graduale diminuzione delle temperature che si porteranno entro i valori medi del periodo, se non addirittura al di sotto, in concomitanza all’arrivo di masse d’aria decisamente più fresche di origine Nord-Atlantica. Su più vasta scala, vi è da sottolineare la definitiva cessazione del flusso subtropicale africano sull’Europa Sud-Occidentale, grazie alla spinta da Ovest di un cuneo anticiclonico collegato all’Alta Pressione delle Isole Azzorre, la quale tende a distendersi sui paralleli europei supportata da un nuovo rinforzo del flusso semizonale atlantico.
 
 
 
10 Aprile 2011, 12Z: Analisi GFS isobare al suolo e geopoteziali a 500 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de - Elaborazione di Matteo Dei Cas 
 
 
 
 
A questo punto è utile ed estremamente interessante osservare alcune animazioni satellitari, che ci permettono di comprendere i movimenti su scala europea delle diverse masse d’aria che hanno interessato il Vecchio Continente e la nostra Penisola, con particolare riferimento al Nord-Italia, nel periodo preso in esame dal presente articolo.
 
La prima sequenza è centrata tra le ore 19.45 e le ore 22.15 del 7 Aprile 2011. Si distingue subito la vasta porzione di territorio europeo completamente sgombra di nubi. Non è solo il Mediterraneo Centro-Occidentale a godere di cieli pressoché sereni, ma persino tutta la Francia e gran parte delle Isole Britanniche. E’ proprio in questa fase che il promontorio anticiclonico di origine Nord-Africana comincia ad espandersi verso latitudini più settentrionali. Il blocco atlantico è ben saldo e le miti, umide ed instabili correnti subtropicali oceaniche sono costrette a risalire lungo tutto il bordo occidentale dell’Alta Pressione, fin oltre la Scozia per poi ridiscendere la dorsale orientale anticiclonica sotto forma di venti più freschi, forieri di un clima più instabile sull’Europa Nord-Orientale (Paesi Baltici in primis). Il movimento dei sistemi nuvolosi è eloquente: si nota subito la risalita, da Sud verso Nord, ad Ovest del Portogallo, di masse d’aria di diretta estrazione subtropicale, le quali sono letteralmente costrette a “circumnavigare”il promontorio anticiclonico dinamico di blocco sull’Europa Occidentale. L’Europa dell’Est è invece sede di sistemi nuvolosi, sospinti da vivaci e fresche correnti Nord-Occidentali, che percorrono la sponda Orientale dell’Alta Pressione.  In questa fase l’Italia si trova già sotto il lato “discendente” del Promontorio anticiclonico. Prova ne sono le nubi alte e sottili che si avvicinano all’Arco Alpino Centro-Orientale con direttrice Nord-Ovest/Sud-Est. Ci sono dunque tutte le premesse e le condizioni per l’instaurarsi di correnti settentrionali favoniche che, come abbiamo già visto, saranno eccezionalmente calde e secche, stante l’origine subtropicale-continentale della massa d’aria che interessa tutta l’Europa Occidentale, Italia e Lombardia comprese.
 
 
 
 

7 Aprile 2011 ore 17.45/20.15 UTC - Animazione Metosat nell'infrarosso - FONTE:www.sat24.com
Per visualizzare la moviola cliccare sopra l'immagine

 
 
 
 

La seconda sequenza satellitare ci porta invece al tardo pomeriggio del giorno 9 Aprile 2011 e più precisamente tra le ore 17.15 e le ore 18.45. E’ la fase “clou” di questa eccezionale ondata di caldo. L’immagine è uno splendido zoom sul Nord-Italia. Il pomeriggio è appena terminato. Molte zone della Lombardia sono ancora interessate da correnti di Föhn “caldissime” e le temperature sono ancora prossime ai 30°C. La traccia delle correnti Settentrionali che impattano l’Arco Alpino è evidenziata da quella banda nuvolosa cirriforme “stiracchiata” presente sulla Germania e che si ripresenta poi a Sud delle Alpi tra il Veneto e la Romagna. Pensate che la massa d’aria che giunge da Nord è talmente povera di umidità, persino sul lato sopravvento alle Alpi, che non genera neppure la consueta nuvolosità da Stau, così tipica delle "situazioni favoniche classiche" di sbarramento da Nord, e che in genere è foriera di precipitazioni sui versanti esteri Alpini di Svizzera ed Austria. Un dato davvero notevole e decisamente eclatante! Infine una curiosità: la nuvolosità bassa presente sul Mar Ligure è il risultato del contrasto tra una massa d’aria particolarmente calda e le acque ancora fredde del mare (eredità dell’ inverno appena trascorso). In questa fase, la zona di  relativa Bassa Pressione termo-dinamica presente sulla Pianura Padana richiama calde correnti Sud-Occidentali, le quali, tuttavia, si umidificano e si raffreddano transitando su di un tratto di mare le cui acque presentano ancora temperature tipiche del trimestre freddo. Il vapore acqueo presente nell’aria condensa dunque in nubi basse, che vengono poi trasportate ed addossate ai rilievi liguri dalle correnti provenienti dal mare, dando origine a quella che, per i nostri amici Genovesi, prende il nome di “Maccaja”, sinonimo, per la Città della Lanterna e per le due Riviere, di giornate grigie, fresche, umide e talvolta persino piovigginose.

 
 
 
 
9 Aprile 2011 - ore 15.15/16.45 UTC - Animazione Metosat nel Visibile - FONTE: www.sat24.com
Per visualizzare la moviola cliccare sopra l'immagine
 
 
  
 
 
Succ.
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