Nel presente articolo cercheremo di fornire ai lettori un’analisi approfondita delle intense manifestazioni temporalesche occorse nel pomeriggio/sera di sabato 14/05/2016, con particolare riguardo alla pianura bergamasca centro-orientale, il cui paesaggio è stato ben imbiancato da una grandinata molto violenta e da chicchi di dimensioni anche superiori ai 4/5 cm di diametro, come testimonieranno alcune fotografie scattate nelle aree coinvolte.
Nella giornata di sabato 14 maggio 2016 è presente una debole area di alta pressione, la quale dalle Azzorre si spinge verso l’Irlanda; lungo il suo lato discendente, quindi ad est della stessa, abbiamo a tutte le quote una discesa di aria piuttosto fredda, pilotata da un Vortice Polare ancora attivo in modo residuo. La dose più massiccia di aria fredda interessa i Paesi Scandinavi, ma riesce a sfociare in Polonia, Germania, est della Francia, sino ad impattare l’arco alpino da nord. La stessa aria fredda a 500hpa (circa 5500 metri di quota in libera atmosfera) – come si nota dalla carta del modello americano GFS,
FIG.1 – si trova a scendere verso latitudini meridionali in una fascia di territorio non troppo ampia, poichè stretta tra la figura di alta pressione ad ovest e la bassa pressione presente tra Polonia e Balcani.
Fig. 1La naturale conseguenza di tale schema circolatorio, come spesso si osserva, è la formazione di un minimo di pressione sottovento alle Alpi, in piena pianura padana. Soprattutto in questo periodo dell’anno, la stessa aria fredda alla quota degli 850hpa (circa 1500 metri di quota, sempre in libera atmosfera), non riesce a valicare le Alpi, mentre quella presente a 500hpa non ha difficoltà a farlo, e questo aspetto è molto importante perché, viceversa, il passaggio del fronte freddo sarebbe avvenuto in maniera molto meno pirotecnica e non avremmo avuto l’esaltazione così massiccia dei diversi indici temporaleschi. Nella carta sottostante,
FIG.2, si vede bene il minimo di pressione (1005/1006 hpa di profondità) che si formerà in pianura padana centro-orientale sabato tra il pomeriggio e la sera, con un’isoterma di -20°C a 500hpa (in realtà poi entrerà una -22, per la precisione) che valicherà le Alpi; notare le isoterme praticamente invernali alla stessa quota tra Germania settentrionale e Norvegia!
Fig. 2Meritevole di menzione è senza dubbio l’aspetto delle termiche alla quota degli 850hpa: osserviamo in
FIG.3 valori all’incirca compresi tra i 10 e i 12 gradi nel nord Italia, con qualche valore più elevato in corrispondenza delle vallate alpine del Piemonte occidentale/torinese e delle Alpi centrali/Orobie. Tali termiche più elevate possono essere dovute a locali favonizzazioni, causate dalla sinottica che vede correnti mediamente nord-occidentali in quota, anche abbastanza tese.
Fig. 3
Proprio in prossimità di queste due zone, non a caso, si svilupperanno i primi sistemi temporaleschi nel primissimo pomeriggio di sabato. Ne ipotizziamo lo sviluppo grazie ad un mix di fattori: prime infiltrazioni di aria fresca a 500hpa proprio su questi settori, riscaldamento diurno e convergenza tra le termiche pomeridiane dalla pianura – miti e umide – con l’aria più secca di cui abbiamo accennato poco fa. Sono le due aree in cui in estate si osservano maggiormente temporali di calore, di natura orografica, e in caso di mancanza di cause dinamiche il tutto si risolve con qualche raffica di outflow in piena pianura e nulla più.
In
FIG.4 notiamo proprio le prime i