Storm Prediction Center Headquarter,USA, il giorno successivo
Justin continuò ad osservare lo schermo incredulo. All'altezza delle isole Canarie si stava formando quella che in gergo si chiama “un'onda” e che può dare luogo essendo un precursore ad un cluster temporalesco che può evolvere in tempesta tropicale ed infine uragano.La sua posizione era anomala, ma in quel momento Justin non riusciva a capire che cosa c'era di strano.
Lasciandosi andare a pensieri e riflessioni, a consultazioni di carte, interrogazioni di database si ritrovò a pensare alla sera prima quando aveva salutato Anne prima che partisse per Atlanta come ogni domenica sera. Stava provando una certa nostalgia come se quella fosse la prima volta e non riusciva a crederci!Come se lui ed Anne fossero ancora due ragazzini al primo incontro!
Il ricordo di quella sera era particolare. Erano stati in un ristorante italiano nella strada principale del centro città. Il nome del locale era tutto italiano: “Da Massimo”. Avevano bevuto dell'ottimo vino rosso italiano e avevano mangiato lasagne alla bolognese, seguiti da uno stufato con purè. Justin aveva guardato a lungo negli occhi Anne, nei suoi occhi blu intenso, mentre allo stesso tempo gli sfiorava la sua mano con le dita leggermente abbronzate. Justin gli voleva dire qualcosa ma non ne era ancora capace: voleva andare ad Atlanta con lei, non resisteva al fatto di stare lontano da lei e vedersi solo nel fine settimana.
“Justin!Justin!”,Justin si svegliò all'improvviso come da un sogno, qualcuno lo stava chiamando in modo concitato. Era un collega, il giovane Matthew, che lo chiamava, dato che anche lui aveva notato la stessa cosa sulle immagini all'infrarosso da satellite che venivano aggiornate ogni quindici minuti. Matthew era molto alto e più slanciato di Justin, circa 1.85 m, era anche più giovane, aveva 27 anni, occhi marroni, aspetto mediterraneo, capelli neri e corti, sopracciglia abbastanza marcate, il colorito della sua pelle era leggermente abbronzato. Sul pollice destro portava un anello di color argento con delle incisioni sul metallo.
“Che ne pensi?”,chiese Matthew con grande eccitazione.
“Mah sembra qualcosa di importante, bisogna monitorare le boe oceaniche presenti in zona per vedere come variano i parametri meteorologici principali. Ah,avvertiamo anche il servizio meteorologico spagnolo...mi pare che il direttore sia Rodriguez Leon...puoi farlo tu?”, replicò Justin.
“Va bene!Più tardi lo chiamerò!Andiamo a pranzo?”, chiese Matthew.
“No,oggi niente pranzo.Portami solo due cheeseburgers ed una Coca-Cola,per favore. Rimango qui a guardare ancora un po' di cose. Se vuoi tu puoi andare...”, disse Justin accennando un sorriso benevolo nei riguardi di Matthew. Matthew era un bravo ragazzo e Justin lo sapeva bene, in tutti quegli anni all' SPC era nata una sincera e tenera amicizia tra loro. Si vedevano spesso anche al di fuori del lavoro.
Matthew lasciò l'ufficio dirigendosi verso il bar che si trovava all'esterno dell'edificio ed in cui abitualmente all'ora di pranzo tutti i dipendenti dell' SPC si trovavano per mangiare qualcosa, affollando il locale.
“C'è qualcosa di strano!”, esclamò Justin continuando ad osservare lo schermo del computer.
(3-Continua)