Luca si risveglio’ l’indomani piu’ riposato rispetto al giorno prima. Aveva fatto un bel sonno ristoratore ed ora era pronto per una nuova giornata di lavoro. Erano circa le 6. Accanto a lui vide sua moglie che stava ancora dormendo, ma non la sveglio’. Si alzo’, ando’ in bagno per fare una doccia e poi si vesti’ per andare di buon’ora in Questura. Prima di lasciare casa passo’ dalla stanza di Mattia, l’unico figlio che aveva, nato dopo il matrimonio. Aveva 24 anni e frequentava l’Universita’ Statale di Milano, facolta’ di fisica, ma con indirizzo meteorologico. Infatti fin da piccolo aveva nutrito una forte passione per la meteorologia. Si era costruito anche una capannina meteorologica con tutta la strumentazione, seguiva sempre le rubriche meteo in tv, impazziva per una nevicata o per un temporale. Come lo chiamavano scherzosamente i suoi amici un “meteopazzo”. Recentemente aveva sostenuto uno degli ultimi esami prima della laurea e contemporaneamente aveva iniziato a lavorare alla tesi in meteorologia che riguardava i venti di caduta nel mondo (tra cui anche il favonio o fohn in pianura padana) ed i loro effetti sul comportamento e la psiche umane. Un argomento che lo aveva molto interessato fin dall’inizio e per cui aveva accettato di procedere con la stesura della tesi di laurea.
Vide che stava dormendo profondamente anche lui data l’ora di primo mattino. Sicuramente era rientrato, come suo solito, verso le 3 di notte o giu’ di li’, aveva fatto tardi con alcuni amici e compagni di universita’. Mattia gli aveva raccontato una volta che frequentavano spesso una discoteca di viale Umbria, dato che a lui e agli altri amici del suo gruppo piaceva la musica che veniva suonata in quel locale in genere pop o house music con tutti i successi piu’ recenti come quelli di Lady Gaga, Justin Bieber o i Depeche Mode (il suo gruppo preferito).Poi si spostavano all’Arco della Pace in corso Sempione in qualche locale nei dintorni o nei pressi della stazione di Porta Genova, nel quartiere Navigli, in qualche bar o pub dove si poteva ascoltare musica ad alto volume fino a tarda notte.
Il commissario Rossi non ci capiva niente della musica moderna, amava di piu’ la musica classica, soprattutto apprezzava il suono del violino ed alcune volte si recava con sua moglie Anna ai concerti di musica classica che si tenevano in diversi teatri della citta’, quando il tempo libero glielo permetteva. Apparteneva ad un’ altra generazione, un mondo completamente diverso dal suo. Spesso parlava con suo figlio che gli dava molte soddisfazioni ed era contento di avere una famiglia cosi’. Non gli aveva mai dato problemi, soltanto l’adolescenza era stata un po’ conflittuale e si ricordava delle frequenti discussioni e litigi che Mattia ancora ragazzino aveva avuto sia con lui che con Anna. Per fortuna pero' quel periodo durato alcuni anni era passato!
Usci’ dal suo appartamento di via Varese, si incammino’ a piedi verso la Questura di via Fatebenefratelli. Durante la notte il cielo si era coperto ed era iniziato a scendere qualche debole fiocco di neve che aveva lasciato il posto ad una neve debole continua e fitta, che imbianco’ presto le strade e le vie di Milano conferendo al paesaggio un aspetto particolare.
(4-Continua)