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.: Domenica 22 dicembre 2024
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Stefano Nava |
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Il commissario stava per entrare nella sua camera d’albergo ed aveva appena inserito le chiavi nella serratura della porta d’ingresso, quando vide un forte bagliore illuminare il corridoio. La luce proveniva dalla stanza accanto alla sua, la numero 336. Lascio’ le chiavi inserite e decise di sfondare la porta senza perdere tempo dato che senti' delle urla indistinte provenire dalla camera accanto alla sua oltre ad uno scompiglio generale, come se qualcuno stesse lottando con un’altra persona. Yan nel frattempo si era addormentato, ma dopo circa mezz’ora si manifesto’ all’improvviso (come era sempre capitato finora in modo inspiegabile e senza un costante intervallo temporale) il corridoio spazio-temporale che lo investi’ con una luce acceccante ed inizio’ a risucchiarlo. Il varco temporale era di forma ovale, simile ad una porta o ad un ingresso e lo attraeva sempre di piu’. Yan inizio’ a gridare qualcosa che assomigliava ad urla di dolore e paura. Fuori intanto il cielo si era coperto ed iniziava a soffiare un vento moderato di scirocco che si andava intensificando e prometteva pioggia imminente ed abbondante. Non era passato molto dall’apertura del nuovo varco spazio-temporale che la porta della stanza in cui soggiornava Yan cadde sotto i forti colpi inferti dal commissario, producendo un forte boato che rimbombo’ per tutta la camera e che sicuramente fu udito anche dagli altri ospiti dell’albergo. Luca Rossi non ebbe il tempo di inquadrare bene la situazione che si precipito’ sul giovane cinese per afferrarlo e venne anche lui risucchiato nel ponte spazio-temporale. Entrambi si ritrovarono nella Milano odierna nei pressi dell’Arco della Pace vicino a corso Sempione. La piazza era insolitamente deserta per quell'ora. Era infatti circa mezzogiorno. Il tempo era molto buono: cielo terso, caldo e vento moderato che sfiorava le guance. Si potevano scorgere le vette delle Prealpi distintamente. Era ancora una volta una giornata favonica! Gli attraversamenti spazio-temporali avvenivano durante forti condizioni favoniche, come era gia' stato individuato in passato, ma al momento la spiegazione era ignota. Luca Rossi cerco’ di immobilizzare il giovane sconosciuto, che non oppose resistenza e lo ammanetto'. Entrambi camminarono verso la questura di via Fatebenefratelli. Yan rimase in silenzio per tutto il percorso e non proferi’ una parola alle domande di Luca riguardo la sua provenienza, chi fosse, perche’ agiva in quel modo e a quale scopo. Quando vi giunsero lo sconosciuto cinese, rimase tale, dato che in nessun database risultavano impronte digitali che coincidessero con quelle di Yan, ne’ foto segnaletiche. Percio’ fu impossibile identificarlo almeno per il momento. Fu condotto l’interrogatorio di rito dal commissario, durante il quale Yan rimase in silenzio e non collaboro’ con la Polizia. All’improvviso il giovane in preda al suo delirio schizofrenico inizio’ a vedere un essere mostruoso all’interno della stanza dove si stava svolgendo l’interrogatorio. Questa volta si trattava di un ragazzo (era l’assistente del commissario) che mostrava numerose ferite sul volto e sul resto del corpo per cui appariva sanguinante e grondante di liquido rosso da ogni parte. Naturalmente era solo Yan a vedere tutto cio’. L’assistente del commissario stava benissimo. Il giovane sconosciuto inizio’ a urlare frasi senza senso e sconnesse come “Lasciami!”, “Vattene!” e a raggomitolarsi in un angolo della stanza. Fu deciso quindi di far intervenire un’ambulanza e di ricoverare lo sconosciuto presso il reparto psichiatrico dell’ospedale San Raffaele per gli evidenti segni di squilibrio mostrati. Yan fu piantonato da due poliziotti che stavano davanti alla sua camera 24 ore su 24, in quanto ritenuto un soggetto pericoloso.
(12-Continua)
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