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.: Martedì 3 dicembre 2024
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S. Budelli, L. Dal Bello, S. Begotti, A. Bonvegna |
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Analisi della nevicata del 5-7 febbraio 2015 a Schigno di Casteldelci (RN)a cura di Alessandro Bonvegna
L’episodio nevoso del 4-5-6 febbraio 2015 si è rivelato particolarmente singolare anche a Schigno, frazione di Casteldelci a 690 metri di quota s.l.m. in alto Montefeltro (Appennino Tosco-Romagnolo, estremo interno riminese), in cui mi trovavo. La zona, per la propria particolare posizione orografica, è storicamente stata spesso interessata da nevicate di un certo rilievo, essendo direttamente esposta alle correnti fredde nord-orientali e ricevendo l’influenza delle depressioni invernali posizionate sul centro Italia. L’aspetto di interesse nell’episodio in questione non risiede tanto nell’accumulo totale della nevicata (circa 45 cm), quanto nelle modalità e nelle cause in cui lo stesso è avvenuto. Possiamo dividere il peggioramento nevoso in due fasi, entrambe perlopiù concentrate in orario serale e notturno. La prima ha visto la caduta di 10 cm di neve piuttosto umida nella notte tra il 4 e il 5 febbraio, con temperatura compresa tra 0 e 1 grado centigrado: in questa fase il vento si è presentato debole o assente, rendendo notevole la somiglianza con nevicate “omotermiche” da cuscinetto freddo, tipiche della pianura padana centro-occidentale. Si arrivava, infatti, dalla buona irruzione fredda a tutte le quote di fine gennaio, e di certo, grazie anche al mancato intervento di venti di libeccio che solitamente sferzano la zona, parte di tale aria fredda è rimasta “intrappolata” nella vallata appenninica. L’omotermia si evince dal fatto che alla quota degli 850hpa (circa 1400/1500 metri), nella mia zona erano presenti isoterme comprese tra 0 e -1 gradi, che nella maggior parte dei casi portano precipitazioni piovose alla mia quota. Va anche detto che in tal caso la quota degli 850hpa era leggermente più “bassa”, dato il profondo minimo di pressione formatosi tra alto adriatico e mar ligure, ma si parla al massimo di un paio di centinaia di metri in meno e da solo questo aspetto non sarebbe bastato per la neve a Schigno, così come a quote fino a 500 metri s.l.m. Durante la giornata del 5 febbraio vi è un’avvezione più mite tra la mia quota e gli 850hpa, evidenziata anche da dense nubi basse che si formano tra la mia quota e i rilievi più alti: piove fino a sera, sempre con assenza di vento. Dalle 21 in poi inizia la seconda fase, quella più “spettacolare”: malgrado le termiche siano viste sempre risicate attorno allo 0°C a 850hpa nella mia zona, si osserva un improvviso rinforzo della ventilazione dai quadranti nord-orientali e rapidamente comincia un’intensa nevicata con raffiche di vento, che durerà fino al mattino seguente fino a quote di 300 metri s.l.m. Curiosità: in questo frangente nevicherà dall’alto Piemonte alla bassa Romagna, fatto abbastanza inusuale, ma causato dalla notevole ampiezza del minimo di pressione attorno ai bacini del Mediterraneo centro-settentrionale. Ulteriore curiosità: nelle stesse ore, dal basso urbinate verso sud, non vi sarà tale avvezione fredda tra le quote di pianura e i 925hpa, con la neve che cadrà solo oltre i 1100/1200 metri! Ho creato una rielaborazione dei venti qui sotto nelle mie zone: Come già detto, il totale delle due fasi nevose a Schigno sarà di circa 45 cm: ecco alcune foto scattate durante e dopo l’evento: <
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