L’estensione temporale della stagione con significative cadute di neve nella regione è stata considerata includendo, con il trimestre prettamente invernale, anche i mesi di novembre e di marzo.
La mappa della neve cumulata è stata realizzata esclusivamente in base ai dati forniti dai collaboratori della rete di stazioni del CML.
Per l’elaborazione grafica sono stati adoperati i dati di circa 130 stazioni la cui serie è risultata completa e di altre 100 stazioni con dati completi almeno al 95%; inoltre sono state considerate utili per il tracciamento delle curve numerose altre stazioni che, pur incomplete, hanno comunque documentato i quantitativi di neve nei giorni di precipitazione.
Eventuali valori palesemente incongruenti con quelli di stazioni limitrofe non sono stati presi in considerazione.
Per quanto riguarda le aree montuose, il database è stato innanzitutto integrato attraverso un'accurata stima delle precipitazioni verificatesi quotidianamente in circa 15 stazioni non presidiate (incrociando il dato dei mm di acqua equivalente, con le altezze del manto rilevate in stazioni limitrofe presidiate); il grafico è stato infine interpolato in funzione dell’altimetria a partire dai valori delle stazioni CML poste alle diverse quote: s'intende che localmente, in quota, possono esserci stati accumuli anche più importanti.
Per raffronto, inseriamo uno stralcio della carta della precipitazione nevosa media annua pubblicata dal Servizio Idrografico del Ministero dei Lavori Pubblici, riferita al quarantennio 1921-60 (non esistono carte ufficiali complete più recenti): le quantità rilevate nell’inverno trascorso risultano mediamente il doppio della media quarantennale, pur mostrando una distribuzione spaziale molto simile.
Alle quote di pianura, la distribuzione degli accumuli nevosi procede come di consueto da est-nordest verso ovest-sudovest, mettendo in evidenza la maggior tenuta dell’aria fredda depositata nella bassa padana al riparo dell’Appennino, quando invece l’aria mite che risale l’Adriatico viene a tramutare precocemente in pioggia le nevicate lungo le provincie di Mantova e di Brescia.
Si nota inoltre l’azione mitigatrice dei laghi, le cui rive raccolgono (nelle rilevazioni di quest’anno) quantitativi di neve più che dimezzati rispetto alle vicine pianure.
Anche le isole di calore urbane fanno registrare in genere qualche centimetro in meno rispetto al territorio circostante.
L’eccezionale invernata, che ha avuto inizio precocemente con le ripetute nevicate in pianura dell’ultima decade di novembre, è stata ancor più feconda di accumuli nevosi in quota grazie all’elevata piovosità verificatasi anche nei periodi meno freddi della stagione.
La tabella seguente riporta i totali cumulati di precipitazione nevosa rilevati dalle stazioni CML che hanno superato il metro (i valori contrassegnati con un asterisco (*) si riferiscono alle stazioni in cui l'altezza neve è stata stimata e non rilevata direttamente):
Il grafico seguente mette infine in evidenza le fasi nevose del periodo invernale in esame, attraverso l’indice del numero di stazioni CML che giornalmente hanno segnalato accumuli al suolo.
Ricordiamo che gli episodi più significativi dell’inverno trascorso sono stati analiticamente commentati negli articoli seguenti:
Fine novembre 2008: tre nevicate didattiche (di Bruno Grillini)
La nevicata “al limite” del 10 dicembre 2008 (di Matteo Dei Cas)
L’irruzione orientale e la nevicata di Santo Stefano 2008 (di Matteo Dei Cas)
La prima decade di gennaio 2009: Pianura Padana protagonista (di Matteo Dei Cas e Fulvio Piazza)
Inoltre, tutti gli episodi sono documentati dai reportage fotografici dei collaboratori, che sono accessibili cliccando sul pulsante “reportage” del menu a sinistra nella home page.