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.: Martedì 3 dicembre 2024
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Le perturbazioni transitate in serie tra il 29 gennaio e il 3 febbraio, già nevose in gran parte della pianura, hanno avuto il merito di fare da apripista a una nuova depressione che si è staccata dal flusso zonale ed è entrata nel Mediterraneo. Dalla tarda serata di giovedì 5 febbraio la depressione si è mossa lentamente verso sud-est senza mai perdere di forza. In questo intervallo di tempo, cadute di neve di intensità eccezionale si sono abbattute tra l’Emilia e la bassa Lombardia, con epicentro nel Cremonese, dove lo spessore nevoso al suolo ha raggiunto e talora superato i 50 cm in poche ore. La neve è comunque caduta in tutta la Pianura Padana centrale e occidentale, fino all’estremo SE del mantovano, dove invece ha solo piovuto. Nella prima parte del presente articolo pubblichiamo l’analisi tecnica dell’evento, a cura del nostro previsore Simone Budelli. A seguire, in seconda e terza parte, proponiamo un paio di reportage che descrivono le impressioni vissute in due diversi luoghi di osservazione: a Briona, in pedemontana novarese, e nelle pianure del Cremonese. In ultimo, un approfondimento sul medesimo episodio nevoso così come osservato in alto Montefeltro (Appennino tosco-romagnolo).
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La neve del 5-7 febbraio 2015 - 2a parte
La neve del 5-7 febbraio 2015 - 3a parte
La neve del 5-7 febbraio 2015 - 4a parte
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L’episodio nevoso dei giorni 11 e 12 febbraio 2013, a seguito della discesa di una saccatura polare verso il Mediterraneo, ha visto una relativa ombra pluviometrica sul Nord-Ovest Lombardo e sull'alto Piemonte. Intensa e coreografica invece la nevicata anche sul Novarese, come a Briona e zone limitrofe.
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Nel tardo pomeriggio del 13 ottobre 2014 la Bassa padovana occidentale, in particolare la zona compresa tra Ospedaletto Euganeo e Monselice passando per Este, viene devastata da un temporale di eccezionale violenza, collegato ad un possente cluster temporalesco pre-frontale pilotato da umide ed instabili correnti sud-occidentali.
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L'andamento climatico di Agosto 2012 nelle sue linee generali:
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Tutte le nevicate a Riva del Garda (TN) dal 1945 ad oggi...
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Come promesso eccoci con il secondo appuntamento per discutere con maggior dettaglio l’evoluzione meteo climatica futura. La scorsa volta avevamo parlato di un incipit invernale abbastanza movimentato, caratterizzato da un discreto dinamismo in sede artica. Ed in effetti abbiamo assistito ad una nascita precoce di una buona wave 1 che, alle basse quote, ci ha regalato, e ci sta regalando, un fine autunno-inizio inverno degno di nota.
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In questi ultimi giorni, come avrete potuto leggere e vedere nelle varie emissioni delle carte dei modelli di calcolo, si sta assistendo ad un moderato approfondimento del vortice polare (si fa spesso riferimento ad una fase del NAM positiva: una fase positiva del NAM - North Anular Mode sta ad indicare un vortice polare con geopotenziali più profondi della norma ed una velocità del getto polare superiore alla norma che di fatto impedisce l’attività delle onde planetarie relegando le medio-basse latitudini a lunghe fasi anticicloniche come quella che stiamo vivendo).
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Reanalisi approfondita di un'irruzione artica che ha fatto parlare di sé per i fenomeni associati in molte regioni d’Italia, con particolare riguardo alla forza del vento, che non ha risparmiato il territorio lombardo.
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Nella notte tra mercoledì 7 e giovedì 8 ottobre - dalle ore 23 alle ore 02 locali - la zona del Basso Varesotto è stata interessata da un evento temporalesco importante, con attività elettrica estremamente intensa, precipitazioni localmente abbondanti e grandine (seppur di piccole dimensioni). Il sistema convettivo, a cella isolata rigenerante, ha presentato caratteri di marcata stazionarietà, insistendo sulle medesime aree per circa tre ore consecutive. La dinamica di questo episodio, molto particolare sia per genesi che per fenomenologia associata, è oggetto di analisi nel presente articolo. Nonostante si tratti di un caso particolarmente complesso, che una trattazione analitica - per quanto esaustiva - assai difficilmente può risolvere, cercheremo di inquadrare le condizioni che ne hanno favorito lo sviluppo.
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